Il libro traccia una ricostruzione ragionata della complessa articolazione dell'origine ed evoluzione della strumentazione urbanistica italiana, in un inedito schema logico-diacronico col quadro legislativo e giurisprudenziale che l'ha prodotta, per lo più in modo episodico ed incoerente. Vi si analizzano potenzialità e limiti della originaria Legge Urbanistica nazinale del 1942 (tutt'ora vigente), delle modifiche introdotte dalla Legge Ponte del 1967, delle legislazioni regionali susseguitesi tra il 1975 e il 1999 nel perseguimento di un progetto pubblico di assetto della città e del territorio e il suo sfaldamento nella deregolazione progressivamente diffusasi da metà degli Anni '90 con l'introduzione degli Accordi di Programma e dei Programmi Integrati di Intervento, che oggi attuano la maggior parte delle grandi trasformazioni urbane conseguenti al mutamento del ciclo economico-produttivo. Il capitolo sulle vicende milanesi del riutilizzo dell'ex Fiera di Milano e del Centro Direzionale illustra, anche attraverso calcoli dimostrativi, l'incongruenza di scelte insediative in cui l'effimera mondanità del protagonismo progettuale dell'immagine mediatica - affine al carattere della riconoscibilità del marchio aziendale o del logo pubblicitario - nel conquistare con un'aura di novità, modernità ed efficienza il consenso di pubbliche amministrazioni alla ricerca della facile affermazione, copre la mancanza di un'architettura della città, basata sulla cultura dei caratteri insediativi del contesto in cui si collocano gli interventi.
La strana disfatta dell’urbanistica pubblica
BRENNA, SERGIO LUIGI
2008-01-01
Abstract
Il libro traccia una ricostruzione ragionata della complessa articolazione dell'origine ed evoluzione della strumentazione urbanistica italiana, in un inedito schema logico-diacronico col quadro legislativo e giurisprudenziale che l'ha prodotta, per lo più in modo episodico ed incoerente. Vi si analizzano potenzialità e limiti della originaria Legge Urbanistica nazinale del 1942 (tutt'ora vigente), delle modifiche introdotte dalla Legge Ponte del 1967, delle legislazioni regionali susseguitesi tra il 1975 e il 1999 nel perseguimento di un progetto pubblico di assetto della città e del territorio e il suo sfaldamento nella deregolazione progressivamente diffusasi da metà degli Anni '90 con l'introduzione degli Accordi di Programma e dei Programmi Integrati di Intervento, che oggi attuano la maggior parte delle grandi trasformazioni urbane conseguenti al mutamento del ciclo economico-produttivo. Il capitolo sulle vicende milanesi del riutilizzo dell'ex Fiera di Milano e del Centro Direzionale illustra, anche attraverso calcoli dimostrativi, l'incongruenza di scelte insediative in cui l'effimera mondanità del protagonismo progettuale dell'immagine mediatica - affine al carattere della riconoscibilità del marchio aziendale o del logo pubblicitario - nel conquistare con un'aura di novità, modernità ed efficienza il consenso di pubbliche amministrazioni alla ricerca della facile affermazione, copre la mancanza di un'architettura della città, basata sulla cultura dei caratteri insediativi del contesto in cui si collocano gli interventi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.