L’interesse crescente dei designers nel guardare oltre gli aspetti funzionali dei prodotti, concentrandosi sul “come” i prodotti possano riflettere attitudini, valori e aspirazioni, fa emergere un approccio al progetto “a metà tra design e scienze umane”caratterizzato da una crescente attenzione ai fattori legati prevalentemente all’emotività e alla sfera psico-percettiva del soggetto unita a un forte approfondimento nei processi di innovazione tecnico-scientifici. Il disegno industriale si fa interprete, attraverso le qualità formali, funzionali e simboliche dei suoi progetti, delle esigenze, delle aspettative e dei desideri dei fruitori incrementando la qualità della vita. La necessità di una progettazione decisamente orientata all’utente è auspicabile negli ambienti estremi, dove la natura pionieristica di un settore così giovane porta a privilegiare i requisiti tecnologici essenziali al mantenimento della vita, imponendo all’essere umano forti restrizioni. La progettazione di ambienti ed equipaggiamenti dedicati alle attività da svolgere in ambienti estremi permette di studiare i comportamenti umani e di coglierne gli aspetti cruciali che caratterizzano il vivere e il lavorare in condizioni di rischio. Quando pensiamo ad ambienti di lavoro estremi non ci riferiamo solo allo spazio cosmico, al territorio antartico o ai deserti che ricoprono il nostro pianeta ma anche a piattaforme petrolifere, grotte e fondali marini. Parlare di ambienti confinati presuppone avere la consapevolezza del concetto di “limite”, ossia il confine oggettivo oltre il quale non sono più garantite le condizioni di sicurezza per la sopravvivenza dell’uomo. Ci sono poi condizioni di rischio che non sono legate a requisiti ambientali caratteristici di un particolare territorio, ma si verificano periodicamente attraverso catastrofi naturali, come per esempio i terremoti, le inondazioni, gli incendi, tutte situazioni di emergenza che richiedono operazioni di soccorso tramite interventi di squadre speciali addestrate a confrontarsi con il pericolo e a dover trovare soluzioni soddisfacenti in tempi spesso molto ridotti. Il design per gli ambienti estremi richiede un approccio interdisciplinare per interpretare le esigenze umane in contesti straordinari e tradurle nella progettazione attraverso strutture, ambienti, equipaggiamenti e oggetti per l’uomo e il suo intorno facilitando le operazioni e incrementando la piacevolezza d’uso. Il designer che si occupi di progettare strumenti e attrezzature per supportare il lavoro in ambienti e condizioni estreme dovrebbe garantire lo svolgimento delle varie attività in modo confortevole ed efficiente, considerando che un incremento del grado di benessere si riflette direttamente in una maggiore produttività, e di conseguenza, anche nel buon esito di una missione.

Design for Extreme Working Environment

DOMINONI, ANNALISA
2008-01-01

Abstract

L’interesse crescente dei designers nel guardare oltre gli aspetti funzionali dei prodotti, concentrandosi sul “come” i prodotti possano riflettere attitudini, valori e aspirazioni, fa emergere un approccio al progetto “a metà tra design e scienze umane”caratterizzato da una crescente attenzione ai fattori legati prevalentemente all’emotività e alla sfera psico-percettiva del soggetto unita a un forte approfondimento nei processi di innovazione tecnico-scientifici. Il disegno industriale si fa interprete, attraverso le qualità formali, funzionali e simboliche dei suoi progetti, delle esigenze, delle aspettative e dei desideri dei fruitori incrementando la qualità della vita. La necessità di una progettazione decisamente orientata all’utente è auspicabile negli ambienti estremi, dove la natura pionieristica di un settore così giovane porta a privilegiare i requisiti tecnologici essenziali al mantenimento della vita, imponendo all’essere umano forti restrizioni. La progettazione di ambienti ed equipaggiamenti dedicati alle attività da svolgere in ambienti estremi permette di studiare i comportamenti umani e di coglierne gli aspetti cruciali che caratterizzano il vivere e il lavorare in condizioni di rischio. Quando pensiamo ad ambienti di lavoro estremi non ci riferiamo solo allo spazio cosmico, al territorio antartico o ai deserti che ricoprono il nostro pianeta ma anche a piattaforme petrolifere, grotte e fondali marini. Parlare di ambienti confinati presuppone avere la consapevolezza del concetto di “limite”, ossia il confine oggettivo oltre il quale non sono più garantite le condizioni di sicurezza per la sopravvivenza dell’uomo. Ci sono poi condizioni di rischio che non sono legate a requisiti ambientali caratteristici di un particolare territorio, ma si verificano periodicamente attraverso catastrofi naturali, come per esempio i terremoti, le inondazioni, gli incendi, tutte situazioni di emergenza che richiedono operazioni di soccorso tramite interventi di squadre speciali addestrate a confrontarsi con il pericolo e a dover trovare soluzioni soddisfacenti in tempi spesso molto ridotti. Il design per gli ambienti estremi richiede un approccio interdisciplinare per interpretare le esigenze umane in contesti straordinari e tradurle nella progettazione attraverso strutture, ambienti, equipaggiamenti e oggetti per l’uomo e il suo intorno facilitando le operazioni e incrementando la piacevolezza d’uso. Il designer che si occupi di progettare strumenti e attrezzature per supportare il lavoro in ambienti e condizioni estreme dovrebbe garantire lo svolgimento delle varie attività in modo confortevole ed efficiente, considerando che un incremento del grado di benessere si riflette direttamente in una maggiore produttività, e di conseguenza, anche nel buon esito di una missione.
2008
extreme design; protezione; sicurezza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/546196
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