L’innovazione attuale non è più tanto un’innovazione d’impresa quanto una innovazione di rete, di rapporti, di cooperazione. Non è più ricerca “in house” ma ricerca e innovazione aperta, come suggerisce Henry Chesbrough nel suo primo libro Open Innovation, ormai tra i best seller sul management nel mondo anglosassone, spiegando come nel mondo attuale le fonti di conoscenza siano sempre più diffuse e le buone opportunità si debbano cogliere al di fuori della cerchia aziendale. Le aziende di ogni dimensione se vorranno sopravvivere alla concorrenza dei nuovi mercati emergenti dovranno imparare a gestire un processo innovativo più "aperto" agli stimoli esterni. E i fattori di competizione si basano sulla capacità delle aziende di generare spin-off, soprattutto in quei settori ad alto contenuto tecnologico che, più di quelli tradizionali, hanno un’influenza forte e trasversale su un numero elevato di attività economiche e, più in generale, sul benessere della società nel suo complesso. Basti pensare, ad esempio, a settori come spazio, difesa e microelettronica, che insieme valgono l’1, 7% del PIL mondiale e che sono in grado di influenzarne positivamente più del 51%, per renderci conto che saranno gli sviluppi dell’information technology che cambieranno la regolamentazione dei trasporti, i progressi delle biotecnologie che faranno evolvere la medicina, la chimica e probabilmente anche l’informatica, e che le applicazioni delle nanotecnologie nella vita quotidiana rivoluzioneranno totalmente la nostra percezione della realtà. Le sfide che ci attendono nei prossimi anni a venire sono importanti e la capacità di trasformarle in opportunità concrete per generare ed applicare al meglio tecnologie innovative sarà la condizione strategica necessaria e indispensabile alle imprese per competere nel mercato globale. Un comparto industriale particolarmente interessante e attivo che è stato capace di rinnovarsi e incrementare il suo sviluppo introducendo e integrando ricerche e innovazioni tecnologiche derivate dalle nanotecnologie è sicuramente il tessile. Esistono svariati esempi di applicazioni già sul mercato o in fase di sviluppo molto avanzato che confermano il successo di start up giovani e flessibili capaci di rapida crescita avvalendosi di metodi di ricerca aperti e trasversali. Alla base di ogni progetto c’è la consapevolezza di appartenere a un mercato fluido in cui lo sviluppo tecnologico tende a diventare sempre più orizzontale e persino le tecnologie specialistiche devono essere sviluppate con l’apporto di esperti provenienti dai diversi settori industriali. Le aree merceologiche coinvolte riguardano materiali tessili per arredamento e abbigliamento protettivo e performante, calzature, sport, trasporti, tessili medicali, tessili per l’edilizia, tessili per l’industria e l’imballaggio, agrotessili, geosintetici e tessuti per la protezione ambientale.

La nuova ricerca del tessile. Tra tecnologia, progetto e innovazione

DOMINONI, ANNALISA
2008-01-01

Abstract

L’innovazione attuale non è più tanto un’innovazione d’impresa quanto una innovazione di rete, di rapporti, di cooperazione. Non è più ricerca “in house” ma ricerca e innovazione aperta, come suggerisce Henry Chesbrough nel suo primo libro Open Innovation, ormai tra i best seller sul management nel mondo anglosassone, spiegando come nel mondo attuale le fonti di conoscenza siano sempre più diffuse e le buone opportunità si debbano cogliere al di fuori della cerchia aziendale. Le aziende di ogni dimensione se vorranno sopravvivere alla concorrenza dei nuovi mercati emergenti dovranno imparare a gestire un processo innovativo più "aperto" agli stimoli esterni. E i fattori di competizione si basano sulla capacità delle aziende di generare spin-off, soprattutto in quei settori ad alto contenuto tecnologico che, più di quelli tradizionali, hanno un’influenza forte e trasversale su un numero elevato di attività economiche e, più in generale, sul benessere della società nel suo complesso. Basti pensare, ad esempio, a settori come spazio, difesa e microelettronica, che insieme valgono l’1, 7% del PIL mondiale e che sono in grado di influenzarne positivamente più del 51%, per renderci conto che saranno gli sviluppi dell’information technology che cambieranno la regolamentazione dei trasporti, i progressi delle biotecnologie che faranno evolvere la medicina, la chimica e probabilmente anche l’informatica, e che le applicazioni delle nanotecnologie nella vita quotidiana rivoluzioneranno totalmente la nostra percezione della realtà. Le sfide che ci attendono nei prossimi anni a venire sono importanti e la capacità di trasformarle in opportunità concrete per generare ed applicare al meglio tecnologie innovative sarà la condizione strategica necessaria e indispensabile alle imprese per competere nel mercato globale. Un comparto industriale particolarmente interessante e attivo che è stato capace di rinnovarsi e incrementare il suo sviluppo introducendo e integrando ricerche e innovazioni tecnologiche derivate dalle nanotecnologie è sicuramente il tessile. Esistono svariati esempi di applicazioni già sul mercato o in fase di sviluppo molto avanzato che confermano il successo di start up giovani e flessibili capaci di rapida crescita avvalendosi di metodi di ricerca aperti e trasversali. Alla base di ogni progetto c’è la consapevolezza di appartenere a un mercato fluido in cui lo sviluppo tecnologico tende a diventare sempre più orizzontale e persino le tecnologie specialistiche devono essere sviluppate con l’apporto di esperti provenienti dai diversi settori industriali. Le aree merceologiche coinvolte riguardano materiali tessili per arredamento e abbigliamento protettivo e performante, calzature, sport, trasporti, tessili medicali, tessili per l’edilizia, tessili per l’industria e l’imballaggio, agrotessili, geosintetici e tessuti per la protezione ambientale.
2008
design research; innovazione; smart textiles
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/546105
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