In questo studio sono state effettuate delle considerazioni per la ricostruzione del modello fisico della frana di Spriana. In particolare si è analizzato il ruolo che le rocce deboli hanno sulla determinazione della possibile superficie di movimento. Parecchi studi sono stati realizzati su questo versante. Le considerazioni effettuate nel presente lavoro vanno a confermare quanto hanno identificato gli autori precedenti, approfondendo però alcuni aspetti che ancora risultavano indefiniti. In particolare uno degli aspetti più critici per la frana di Spriana riguarda la definizione della possibile superficie di movimento. Vari autori si interrogano non solo sulla sua ubicazione, ma anche sulla continuità della potenziale superficie su cui potrebbe innescarsi il fenomeno franoso. L’interpretazione che verrà di seguito riportata non modifica la definizione della superficie di movimento della frana, ma anzi la conferma, assumendo però che la superficie in realtà si sia sviluppata lungo due piani, di cui almeno uno continuo e impostato lungo una faglia. Attualmente sono in corso ulteriori analisi ed indagini per cercare di confermare questa ipotesi che per ora si basa su considerazioni geomorfologiche fatte sul campo, su evidenze geologiche rilevate dai sopralluoghi nel cunicolo e sull’analisi dei dati dei sondaggi e del monitoraggio. Anche in questo caso, come in altre frane della Valtellina (ad esempio la frana della Pruna), è stato dunque possibile identificare l’importanza delle rocce deboli, ed in particolare delle rocce di faglia, nella definizione della superficie di movimento e quindi del possibile cinematismo che potrebbe interessare il versante.

Interdisciplinary Approach to Rockfall Forecasting

SCAIONI, MARCO;ALBA, IVAN MARIO;AROSIO, DIEGO;LONGONI, LAURA;PAPINI, MONICA;ZANZI, LUIGI
2008-01-01

Abstract

In questo studio sono state effettuate delle considerazioni per la ricostruzione del modello fisico della frana di Spriana. In particolare si è analizzato il ruolo che le rocce deboli hanno sulla determinazione della possibile superficie di movimento. Parecchi studi sono stati realizzati su questo versante. Le considerazioni effettuate nel presente lavoro vanno a confermare quanto hanno identificato gli autori precedenti, approfondendo però alcuni aspetti che ancora risultavano indefiniti. In particolare uno degli aspetti più critici per la frana di Spriana riguarda la definizione della possibile superficie di movimento. Vari autori si interrogano non solo sulla sua ubicazione, ma anche sulla continuità della potenziale superficie su cui potrebbe innescarsi il fenomeno franoso. L’interpretazione che verrà di seguito riportata non modifica la definizione della superficie di movimento della frana, ma anzi la conferma, assumendo però che la superficie in realtà si sia sviluppata lungo due piani, di cui almeno uno continuo e impostato lungo una faglia. Attualmente sono in corso ulteriori analisi ed indagini per cercare di confermare questa ipotesi che per ora si basa su considerazioni geomorfologiche fatte sul campo, su evidenze geologiche rilevate dai sopralluoghi nel cunicolo e sull’analisi dei dati dei sondaggi e del monitoraggio. Anche in questo caso, come in altre frane della Valtellina (ad esempio la frana della Pruna), è stato dunque possibile identificare l’importanza delle rocce deboli, ed in particolare delle rocce di faglia, nella definizione della superficie di movimento e quindi del possibile cinematismo che potrebbe interessare il versante.
2008
International Workshop on Rockfall Protection
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