Il saggio contenuto nel servizio ‘Oltre la company town. Piani e progetti per San Donato milanese’, a cura di A.Bruzzese e A. Longo, ripercorre l’operazione urbanistica condotta dal Laboratorio San Donato del Politecnico di Milano, concentrandosi in particolare sugli aspetti operativi che hanno caratterizzato tale operazione e sulla loro traduzione tecnica all’interno degli elaborati del piano comunale riformato (PGT). Tutto ciò a partire dall’osservazione più generale dell’assenza di una specifica dimensione operativa nella forma di piano proposta dalle legge di riforma lombarda, che costringe a individuare nei processi di piano percorsi autonomi, spesso poco convincenti ed efficaci. Un tema certamente decisivo per la selezione, la concertazione e l’orientamento dei principali progetti e programmi di trasformazione. Per il caso specifico, si riconosce il virtuoso aggancio operativo ai Programmi integrati di intervento e al Piano triennale delle opere pubbliche, ma si evidenzia ugualmente il limite di un approccio che concentra in un unico spazio temporale ristretto le diverse dimensioni, strategiche, concertative, partecipative e progettuali. Riproducendo quella sequenzialità tra ascolto partecipato, strategia e progetto che sembrava superata nelle premesse del metodo di lavoro proposto. La dimensione operativa diviene pertanto la dimensione ultima su cui misurare concretamente la tenuta delle visioni, delle strategie, dei programmi e delle politiche di un processo attuativo che necessariamente richiede maggior sensibilità adattativa nell’affrontare gli esiti inattesi di un progetto complesso.
Alla ricerca della dimensione operativa
GALUZZI, PAOLO
2008-01-01
Abstract
Il saggio contenuto nel servizio ‘Oltre la company town. Piani e progetti per San Donato milanese’, a cura di A.Bruzzese e A. Longo, ripercorre l’operazione urbanistica condotta dal Laboratorio San Donato del Politecnico di Milano, concentrandosi in particolare sugli aspetti operativi che hanno caratterizzato tale operazione e sulla loro traduzione tecnica all’interno degli elaborati del piano comunale riformato (PGT). Tutto ciò a partire dall’osservazione più generale dell’assenza di una specifica dimensione operativa nella forma di piano proposta dalle legge di riforma lombarda, che costringe a individuare nei processi di piano percorsi autonomi, spesso poco convincenti ed efficaci. Un tema certamente decisivo per la selezione, la concertazione e l’orientamento dei principali progetti e programmi di trasformazione. Per il caso specifico, si riconosce il virtuoso aggancio operativo ai Programmi integrati di intervento e al Piano triennale delle opere pubbliche, ma si evidenzia ugualmente il limite di un approccio che concentra in un unico spazio temporale ristretto le diverse dimensioni, strategiche, concertative, partecipative e progettuali. Riproducendo quella sequenzialità tra ascolto partecipato, strategia e progetto che sembrava superata nelle premesse del metodo di lavoro proposto. La dimensione operativa diviene pertanto la dimensione ultima su cui misurare concretamente la tenuta delle visioni, delle strategie, dei programmi e delle politiche di un processo attuativo che necessariamente richiede maggior sensibilità adattativa nell’affrontare gli esiti inattesi di un progetto complesso.File | Dimensione | Formato | |
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