Sarà Milano ad organizzare l’Esposizione universale del 2015. La notizia della vittoria su Smirne, con il 57% delle preferenze dei paesi votanti, è stata accolta nel paese con diffuso entusiasmo, a Milano con un respiro di sollievo, come se il destino della città dovesse dipendere da quella improvvisa deviazione di rotta. Così la città, dopo anni di fatica e torpore, si trova a fare i conti con le sue crisi più profonde: l’assenza di una visione capace di futuro e condivisa in grado di guidare e orientare i destini della città, una crescente frammentazione del corpo sociale, la difficoltà di fare prevalere la cura dei beni comuni, alle istanze di valorizzazione e di uso oligopolistico della città, l’incapacità di fare i conti con le sue anime più deboli e problematiche, con chi non ha casa, chi arriva da lontano, chi vive di espedienti, chi invecchia da solo, chi cresce senza speranza. L’Expo 2015 potrà essere l’occasione per una riflessione collettiva e per una elaborazione concreta intorno ai temi della qualità della vita e del rispetto dell'ambiente, che segni una radicale discontinuità con il passato? E’ un augurio e una speranza; ma per questa impresa servono istituzioni capaci di una visione al futuro, una società civile attenta nel sorvegliare la trasparenza delle scelte e delle procedure e capace di ritagliarsi un ruolo attivo e insubordinato. Il saggio indaga le trasformazioni urbanistiche di Milano, soffermandosi sugli aspetti economici, sociali e culturali in corso.

Milano e la sobria inquietudine di una metropoli in cerca di futuro

GRANATA, ELENA
2008-01-01

Abstract

Sarà Milano ad organizzare l’Esposizione universale del 2015. La notizia della vittoria su Smirne, con il 57% delle preferenze dei paesi votanti, è stata accolta nel paese con diffuso entusiasmo, a Milano con un respiro di sollievo, come se il destino della città dovesse dipendere da quella improvvisa deviazione di rotta. Così la città, dopo anni di fatica e torpore, si trova a fare i conti con le sue crisi più profonde: l’assenza di una visione capace di futuro e condivisa in grado di guidare e orientare i destini della città, una crescente frammentazione del corpo sociale, la difficoltà di fare prevalere la cura dei beni comuni, alle istanze di valorizzazione e di uso oligopolistico della città, l’incapacità di fare i conti con le sue anime più deboli e problematiche, con chi non ha casa, chi arriva da lontano, chi vive di espedienti, chi invecchia da solo, chi cresce senza speranza. L’Expo 2015 potrà essere l’occasione per una riflessione collettiva e per una elaborazione concreta intorno ai temi della qualità della vita e del rispetto dell'ambiente, che segni una radicale discontinuità con il passato? E’ un augurio e una speranza; ma per questa impresa servono istituzioni capaci di una visione al futuro, una società civile attenta nel sorvegliare la trasparenza delle scelte e delle procedure e capace di ritagliarsi un ruolo attivo e insubordinato. Il saggio indaga le trasformazioni urbanistiche di Milano, soffermandosi sugli aspetti economici, sociali e culturali in corso.
2008
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