Le discipline del progetto si sono avvicinate solo in tempi relativamente recenti al riconoscimento di quanto il pensiero della complessità (discorso, paradigma, esperienza collettiva) sia destinato ad incidere sui modi e sulla natura del progetto stesso. La nozione di complessità rimanda sia alla storia della tradizione epistemologica e scientifica che al tipo di formazione disciplinare inventato per le cosiddette scienze dure nel corso del diciannovesimo secolo. La storia della complessità - dagli anni Quaranta in poi - si costruisce nella progressiva definizione della riflessione delle scienze cognitive, delle scienze evolutive, del pensiero sistemico e dell’epistemologia sperimentale. Nell’immediato dopoguerra la prima impresa scientifica esplicitamente transdisciplinare si configura nel pensiero cibernetico, in cui si confrontano matematici, neurofisiologi, economisti, antropologi. E’ da questo primo nucleo di problematiche vaste che iniziano a delinearsi temi, indirizzi, svolte filosofiche e antropologiche, che vedono, oltre a quello di Norbert Wiener, i contributi fondanti di John von Neuman, Ross Ashby, Gregory Bateson, Jean Piaget, Herbert Simon, Humberto Maturana, Heinz von Foerster, Warren McCulloch. Guardando alle ricadute nelle discipline del progetto, i due livelli essenziali del “progettare nella complessità” e del “ progettare la complessità” sembrano riassumere efficacementela dimensione problematica e l’orizzonte d’interventoche si costruiscono a partire dalla crescente ambiguità dei confini tra artefatti, strutture e processi; dall’aumento di scala delle strutture sociali, economiche e industriali; dall’incremento di complessità nel sistema di bisogni, domande, vincoli; dall’aumento dei contenuti informativi che possono eccedere la sostanza fisica. Parallelamente, l’azione del progettista sembra sempre più vicina alla consapevolezza che il progetto si costruisce sulla relazione delle sue componenti piuttosto che sulle componenti stesse. Da questo, per esempio, la considerazione dei problemi di natura progettuale come tipici problemi di cluster, cioé da affrontare nei termini delle relazioni (complesse e non) e delle connessioni tra le entità che li compongono.

Design e complessità

PIZZOCARO, SILVIA LUISA
2004-01-01

Abstract

Le discipline del progetto si sono avvicinate solo in tempi relativamente recenti al riconoscimento di quanto il pensiero della complessità (discorso, paradigma, esperienza collettiva) sia destinato ad incidere sui modi e sulla natura del progetto stesso. La nozione di complessità rimanda sia alla storia della tradizione epistemologica e scientifica che al tipo di formazione disciplinare inventato per le cosiddette scienze dure nel corso del diciannovesimo secolo. La storia della complessità - dagli anni Quaranta in poi - si costruisce nella progressiva definizione della riflessione delle scienze cognitive, delle scienze evolutive, del pensiero sistemico e dell’epistemologia sperimentale. Nell’immediato dopoguerra la prima impresa scientifica esplicitamente transdisciplinare si configura nel pensiero cibernetico, in cui si confrontano matematici, neurofisiologi, economisti, antropologi. E’ da questo primo nucleo di problematiche vaste che iniziano a delinearsi temi, indirizzi, svolte filosofiche e antropologiche, che vedono, oltre a quello di Norbert Wiener, i contributi fondanti di John von Neuman, Ross Ashby, Gregory Bateson, Jean Piaget, Herbert Simon, Humberto Maturana, Heinz von Foerster, Warren McCulloch. Guardando alle ricadute nelle discipline del progetto, i due livelli essenziali del “progettare nella complessità” e del “ progettare la complessità” sembrano riassumere efficacementela dimensione problematica e l’orizzonte d’interventoche si costruiscono a partire dalla crescente ambiguità dei confini tra artefatti, strutture e processi; dall’aumento di scala delle strutture sociali, economiche e industriali; dall’incremento di complessità nel sistema di bisogni, domande, vincoli; dall’aumento dei contenuti informativi che possono eccedere la sostanza fisica. Parallelamente, l’azione del progettista sembra sempre più vicina alla consapevolezza che il progetto si costruisce sulla relazione delle sue componenti piuttosto che sulle componenti stesse. Da questo, per esempio, la considerazione dei problemi di natura progettuale come tipici problemi di cluster, cioé da affrontare nei termini delle relazioni (complesse e non) e delle connessioni tra le entità che li compongono.
2004
Design multiverso
9788887981452
Design e complessità
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