La perequazione urbanistica è uno dei cardini della riforma lanciata dall’INU nel 1995, il secondo è lo sdoppiamento del piano nelle due componenti strutturale e operativa. Entrambe le proposte derivano dalla crisi ormai irreversibile del modello di piano previsto dalla vecchia Legge Urbanistica Nazionale del 1942. La perequazione urbanistica, nasce infatti per superare l’attuazione del Piano attraverso la pratica dell’esproprio su cui si basava, invece, il vecchio PRG. Le sperimentazioni di perequazione condotte dall’INU erano soprattutto relative alle aree di trasformazione, inedificate o costruite, per le quali si suggerivano regole identiche in base alle condizioni di stato di fatto e di stato di diritto in cui le stesse giacevano. Una formula ripresa successivamente da molte Leggi regionali e che ha permesso ai vari comuni di poter continuare a programmare le proprie scelte urbanistiche usando degli strumenti (perequazione e piano strutturale-operativo) innovativi che finalmente proponevano un’alternativa all’ormai inapplicabile esproprio per pubblica utilità a causa delle sempre più ristrette risorse economiche disponibili. Ebbene, sono state le Regioni a seguire la proposta INU e ad attuarla, mentre, a livello nazionale, la grande riforma urbanistica e la conseguente “Legge di principi” non è ancora stata varata. Ma la Legge quadro è necessaria e urgente, almeno per tre ragioni: 1) le Leggi regionali devono essere consolidate giuridicamente quando coinvolgono competenze statali; 2) devono essere superate le numerose Leggi nazionali a corredo della LUN del ’42, soprattutto per temi che potrebbero mettere in discussione le neonate Leggi regionali quali ad esempio l’Edilizia Residenziale Sociale; 3) la consapevolezza della gravita di alcuni fenomeni territoriali (il consumo di suolo ad esempio) non possono dipendere da singole scelte pianificatorie locali, ma devono appartenere a un a generale linea politica di gestione nazionale del territorio.
Perequazione, riforma urbanistica, legge di principi e nuovo piano
OLIVA, FEDERICO GIOVANNI BATTISTA
2008-01-01
Abstract
La perequazione urbanistica è uno dei cardini della riforma lanciata dall’INU nel 1995, il secondo è lo sdoppiamento del piano nelle due componenti strutturale e operativa. Entrambe le proposte derivano dalla crisi ormai irreversibile del modello di piano previsto dalla vecchia Legge Urbanistica Nazionale del 1942. La perequazione urbanistica, nasce infatti per superare l’attuazione del Piano attraverso la pratica dell’esproprio su cui si basava, invece, il vecchio PRG. Le sperimentazioni di perequazione condotte dall’INU erano soprattutto relative alle aree di trasformazione, inedificate o costruite, per le quali si suggerivano regole identiche in base alle condizioni di stato di fatto e di stato di diritto in cui le stesse giacevano. Una formula ripresa successivamente da molte Leggi regionali e che ha permesso ai vari comuni di poter continuare a programmare le proprie scelte urbanistiche usando degli strumenti (perequazione e piano strutturale-operativo) innovativi che finalmente proponevano un’alternativa all’ormai inapplicabile esproprio per pubblica utilità a causa delle sempre più ristrette risorse economiche disponibili. Ebbene, sono state le Regioni a seguire la proposta INU e ad attuarla, mentre, a livello nazionale, la grande riforma urbanistica e la conseguente “Legge di principi” non è ancora stata varata. Ma la Legge quadro è necessaria e urgente, almeno per tre ragioni: 1) le Leggi regionali devono essere consolidate giuridicamente quando coinvolgono competenze statali; 2) devono essere superate le numerose Leggi nazionali a corredo della LUN del ’42, soprattutto per temi che potrebbero mettere in discussione le neonate Leggi regionali quali ad esempio l’Edilizia Residenziale Sociale; 3) la consapevolezza della gravita di alcuni fenomeni territoriali (il consumo di suolo ad esempio) non possono dipendere da singole scelte pianificatorie locali, ma devono appartenere a un a generale linea politica di gestione nazionale del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.