Negli ultimi decenni di questo secolo gli strumenti di telecomunicazione hanno assunto una sempre maggiore rilevanza, si pensi alla trasmissione di facsimile, alla telefonia mobile per giungere ad Internet ed ai servizi ed essa collegati. Ancora una volta l’elettronica contribuisce a trasformare la vita di tutti i giorni, non più da sola come avvenne ai tempi del transistor né in collaborazione con la sola scienza dell’informazione bensì aggiungendovi la comunicazione e l’intrattenimento, non ci riferiamo quindi unicamente all’IT (Information Technology) bensì all’ICT (Information Communication Technology). L’impatto sociale ed economico prodotto dalle nuove tecnologie rappresenta un’opportunità chiave per nuovi sviluppi in ogni campo del sapere. Come sovente accade, l’introduzione di nuove tecnologie può causare una frattura degli schemi e delle soluzioni consolidate aprendo la strada a nuovi ed imprevedibili sviluppi. Nuove soluzioni e servizi a valore aggiunto possono essere erogati con ampie garanzie di sostenibilità sia in termini di risorse economiche che non. Focalizzando il nostro interesse sulle applicazioni per il settore del patrimonio culturale notiamo che vi sono differenti settori nei quali le nuove tecnologie, non solo attinenti al settore ICT, possono giocare un ruolo chiave, o comunque di rilievo per: la ricerca, la conservazione, la comprensione, la comunicazione e diffusione nonché la fruizione sostenibile. Volendo ripercorrere brevemente gli avvenimenti che hanno caratterizzato negli ultimi anni le tecnologie dell’informazione applicate al settore dei beni culturali possiamo riferirci a circa dieci anni orsono. Risale ai primi anni ’90, infatti, quello che può essere considerato l’atto di fondazione dell’era dell’informazione. Negli Stati Uniti il vice presidente Al Gore lancia la sfida con il progetto “Super Information Highways” mentre in Europa viene pubblicato il ben noto “Rapporto Bangemann” che in parziale antitesi propone il modello europeo chiamato “Information Society” spostando il focus dalla tecnologia agli aspetti sociali. Nel mese di febbraio del 1995 la Commissione Europea organizza a Bruxelles il primo evento ufficiale dedicato alla Società dell’Informazione. Nel corso dei lavori é approvata una lista di undici progetti pilota destinati a divenire il riferimento per la società dell’informazione. Successivamente, nel mese di giugno del 1995, ha luogo ad Halifax in Canada il Summit G7, la lista di progetti pilota proposti a Bruxelles é approvata e fatta propria dai delegati. In conseguenza di questo, in occasione della successiva conferenza ISAD svoltasi a Midrand in Sud Africa nel maggio del 1996, vengono presentate una serie di dimostrazioni pratiche relative ai campi d’applicazione individuati dalle linee guida definite dai progetti pilota. Tra le varie proposte sono selezionate quattro soluzioni di particolare interesse identificate come “Multimedia Access to World Cultural Heritage ”. Nel corso del 1996 si sviluppa un complemento al programma quadro definito ad Halifax e Midrand, si tratta sostanzialmente di un documento di riferimento che raccoglie una dichiarazione d’intenti sottoscritta inizialmente da circa 240 tra musei ed istituzioni in Europa. Il documento nel suo complesso offre un quadro organico dell’uso del multimedia e più in generale dell’ICT nel settore dei beni culturali. Questo documento noto come “Memorandum of Understanding ” (MoU) può essere propriamente considerato come l’atto di costituzione del patrimonio culturale digitale europeo.

"I Programmi Europei per i Beni Culturali"

RONCHI, ALFREDO
2003-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni di questo secolo gli strumenti di telecomunicazione hanno assunto una sempre maggiore rilevanza, si pensi alla trasmissione di facsimile, alla telefonia mobile per giungere ad Internet ed ai servizi ed essa collegati. Ancora una volta l’elettronica contribuisce a trasformare la vita di tutti i giorni, non più da sola come avvenne ai tempi del transistor né in collaborazione con la sola scienza dell’informazione bensì aggiungendovi la comunicazione e l’intrattenimento, non ci riferiamo quindi unicamente all’IT (Information Technology) bensì all’ICT (Information Communication Technology). L’impatto sociale ed economico prodotto dalle nuove tecnologie rappresenta un’opportunità chiave per nuovi sviluppi in ogni campo del sapere. Come sovente accade, l’introduzione di nuove tecnologie può causare una frattura degli schemi e delle soluzioni consolidate aprendo la strada a nuovi ed imprevedibili sviluppi. Nuove soluzioni e servizi a valore aggiunto possono essere erogati con ampie garanzie di sostenibilità sia in termini di risorse economiche che non. Focalizzando il nostro interesse sulle applicazioni per il settore del patrimonio culturale notiamo che vi sono differenti settori nei quali le nuove tecnologie, non solo attinenti al settore ICT, possono giocare un ruolo chiave, o comunque di rilievo per: la ricerca, la conservazione, la comprensione, la comunicazione e diffusione nonché la fruizione sostenibile. Volendo ripercorrere brevemente gli avvenimenti che hanno caratterizzato negli ultimi anni le tecnologie dell’informazione applicate al settore dei beni culturali possiamo riferirci a circa dieci anni orsono. Risale ai primi anni ’90, infatti, quello che può essere considerato l’atto di fondazione dell’era dell’informazione. Negli Stati Uniti il vice presidente Al Gore lancia la sfida con il progetto “Super Information Highways” mentre in Europa viene pubblicato il ben noto “Rapporto Bangemann” che in parziale antitesi propone il modello europeo chiamato “Information Society” spostando il focus dalla tecnologia agli aspetti sociali. Nel mese di febbraio del 1995 la Commissione Europea organizza a Bruxelles il primo evento ufficiale dedicato alla Società dell’Informazione. Nel corso dei lavori é approvata una lista di undici progetti pilota destinati a divenire il riferimento per la società dell’informazione. Successivamente, nel mese di giugno del 1995, ha luogo ad Halifax in Canada il Summit G7, la lista di progetti pilota proposti a Bruxelles é approvata e fatta propria dai delegati. In conseguenza di questo, in occasione della successiva conferenza ISAD svoltasi a Midrand in Sud Africa nel maggio del 1996, vengono presentate una serie di dimostrazioni pratiche relative ai campi d’applicazione individuati dalle linee guida definite dai progetti pilota. Tra le varie proposte sono selezionate quattro soluzioni di particolare interesse identificate come “Multimedia Access to World Cultural Heritage ”. Nel corso del 1996 si sviluppa un complemento al programma quadro definito ad Halifax e Midrand, si tratta sostanzialmente di un documento di riferimento che raccoglie una dichiarazione d’intenti sottoscritta inizialmente da circa 240 tra musei ed istituzioni in Europa. Il documento nel suo complesso offre un quadro organico dell’uso del multimedia e più in generale dell’ICT nel settore dei beni culturali. Questo documento noto come “Memorandum of Understanding ” (MoU) può essere propriamente considerato come l’atto di costituzione del patrimonio culturale digitale europeo.
2003
QUADERNI DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE PER LA FOTOGRAFIA 'SCAVI SCALIGERI'- Fotografia e Patrimonio Culturale: nuove tecnologie per la valorizzazione della storia per immagini
9788884204806
Cultural Heritage; photography; digital heritage
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/509124
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