È una figura singolare, quella di Ignasi de Solà Morales, acuta, colta e piena di intelligenza. Ma non la si intende davvero, se non la si riporta da un lato a un quadro culturale, dall’altro alle peculiarità di una formazione personale. Ignasi appartiene in modo profondo alla cultura catalana. V’è stato nei secoli un alterno affermarsi e declinare della cultura catalana, passata per glorie e sconfitte, per oppressioni e resistenze, e coincidente con un lungo e contrastato processo di costruzione regionale e nazionale. La bellissima opera di Pierre Vilar sulla storia di Catalogna lo illustra nella sua concretezza, mostrandone ragioni e antichità. E la sua prima e materiale manifestazione è costituita da Barcellona e dalle città e dai territori di Catalogna. Perché le città non sono legate in modo lineare ai moti della società e alle inquietudini della cultura, ma sono realtà autonome e parallele: ne diventano il «controcanto» e si mutano in memorie e in presenze surreali. Ma questa storia di Catalogna è passata in modo particolare attraverso il formarsi e trasformarsi delle classi dirigenti e attraverso una volontà identitaria e un «naturale» nazionalismo che sempre le ha attraversate. Nel periodo storico più recente, esso ha tra l’altro preso le forme dell’opposizione al franchismo e della rivendicazione della lingua. Ma se il catalano è stato lingua di popolo, il «catalanismo» è stato in prevalenza fenomeno di classi proprietarie e dirigenti: ed erano classi benestanti e dinamiche, ricche di capacità d’intrapresa, tendenzialmente colte, aperte all’esterno e ai rapporti internazionali, dotate di un fortissimo «senso di sé» nel quale confluivano, sino a non distinguersi, aspetti gretti ed elementi di dignità. Il saggio introduce il libro che Vitale stesso ha curato e in buona parte tradotto. Analizza la figura culturale di Solà Morales, i suoi lavori successivi, il formarsi di un punto di vista, il realizzarsi progressivo di un’idea attiva della storia e della critica. Considera le basi di pensiero e l’impostazione filosofica di Solà-Morales e le pone dentro un quadro di cultura. Ne rimangono illuminati anche i singoli saggi, le singole opere, le ricerche pazienti condotte nel tempo e mai separate dal coraggio della spregiudicatezza e della libertà intellettuale. Sono considerati in modo concreto i singoli lavori e indagini che Solà Morales ha svolto nel tempo, e mostrati i nessi con la cultura europea e con gli sviluppi dell’architetttura.

Mappe immaginarie

VITALE, DANIELE
2005-01-01

Abstract

È una figura singolare, quella di Ignasi de Solà Morales, acuta, colta e piena di intelligenza. Ma non la si intende davvero, se non la si riporta da un lato a un quadro culturale, dall’altro alle peculiarità di una formazione personale. Ignasi appartiene in modo profondo alla cultura catalana. V’è stato nei secoli un alterno affermarsi e declinare della cultura catalana, passata per glorie e sconfitte, per oppressioni e resistenze, e coincidente con un lungo e contrastato processo di costruzione regionale e nazionale. La bellissima opera di Pierre Vilar sulla storia di Catalogna lo illustra nella sua concretezza, mostrandone ragioni e antichità. E la sua prima e materiale manifestazione è costituita da Barcellona e dalle città e dai territori di Catalogna. Perché le città non sono legate in modo lineare ai moti della società e alle inquietudini della cultura, ma sono realtà autonome e parallele: ne diventano il «controcanto» e si mutano in memorie e in presenze surreali. Ma questa storia di Catalogna è passata in modo particolare attraverso il formarsi e trasformarsi delle classi dirigenti e attraverso una volontà identitaria e un «naturale» nazionalismo che sempre le ha attraversate. Nel periodo storico più recente, esso ha tra l’altro preso le forme dell’opposizione al franchismo e della rivendicazione della lingua. Ma se il catalano è stato lingua di popolo, il «catalanismo» è stato in prevalenza fenomeno di classi proprietarie e dirigenti: ed erano classi benestanti e dinamiche, ricche di capacità d’intrapresa, tendenzialmente colte, aperte all’esterno e ai rapporti internazionali, dotate di un fortissimo «senso di sé» nel quale confluivano, sino a non distinguersi, aspetti gretti ed elementi di dignità. Il saggio introduce il libro che Vitale stesso ha curato e in buona parte tradotto. Analizza la figura culturale di Solà Morales, i suoi lavori successivi, il formarsi di un punto di vista, il realizzarsi progressivo di un’idea attiva della storia e della critica. Considera le basi di pensiero e l’impostazione filosofica di Solà-Morales e le pone dentro un quadro di cultura. Ne rimangono illuminati anche i singoli saggi, le singole opere, le ricerche pazienti condotte nel tempo e mai separate dal coraggio della spregiudicatezza e della libertà intellettuale. Sono considerati in modo concreto i singoli lavori e indagini che Solà Morales ha svolto nel tempo, e mostrati i nessi con la cultura europea e con gli sviluppi dell’architetttura.
2005
Archeologia del moderno. Da Durand a Le Corbusier
8842211265
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/506527
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