Riassunto Ci sono molti segni di un ritorno “alla grande” dei cosiddetti modelli urbani a larga scala. Tuttavia questo “revival” potrà essere un vero rinascimento solo se i modellisti sapranno vincere sette sfide. La prima è misurarsi con i cambiamenti nei fenomeni urbani: non la città fordista, ma la città glocale, flessibile, molteplice, ecologica, virtuale … . Poi, vi sono i cambiamenti nelle teorie urbane, che ora la interpretano in termini di sistemi complessi (strutture sinergetiche, fenomeni intrinsecamente qualitativi e processi cognitivi). Inoltre le teorie e le pratiche della pianificazione sono mutate: rispetto all’uso dei modelli in un quadro razional-comprensivo, essi vanno relazionati ad un vasto quadro di concezioni diverse (rispetto allo scopo del piano, al ruolo del pianificatore, alla natura stessa del piano). La quarta sfida è relativa all’attività del modellizzare: da semplice strumento di quantificazione, i modelli ora assumono la valenza di mezzo per agire, apprendere, comunicare. E la quinta è relativa alla varietà di tipi di modelli che si possono applicare: dentro una lunga lista di possibilità (A.C., M.A.S., equazioni differenziali, modelli qualitativi …) il problema è la scelta più razionale rispetto a molteplici parametri (la peculiarità del caso allo studio, lo stile di pianificazione …). La sesta, poi, riguarda gli aspetti tecnici della modellistica: applicare un modello è applicare un insieme di tecniche (gestione dei dati, visualizzazione dei risultati, …). Si tratta di passare dal “bricolage” ad una conduzione esperta e di elevata professionalità. Ma la (settima) suprema sfida nel costruire buoni modelli urbani sarà nella capacità di saper unire cultura scientifica ed umanistica nel compiere questa attività. Abstract There are many evidences for a great return of large-scale urban models. Nevertheless this revival could be a true renaissance, only if the modellers will win seven challenges. The first one is in dealing with changes in urban phenomena: no more the fordist town, but a town glocal, flexible, ecologic, virtual ... . Then, there are changes in urban theories, that explain towns as complex systems (i.e.: synergetic structures, intrinsically qualitative phenomena, cognitive processes). Moreover planning theories and practices are changed: instead of using models in a rational-comprehensive perspective, they must be flexible enough for referring to a large set of different viewpoints (about the purpose of plan, the role of planner, the real nature of planning activities). The forth challenge concerns the modelling activity: in the past regarded merely as tools for quantitative measures, now models are intended to be means for communicating, learning, doing actions. The fifth challenge is related to the variety of types of models suitable for applications: among a long list of possibilities (A.C., M.A.S., differential equations, qualitative models, ...), the problems is choosing in the most rational way respect to many parameters (peculiarity of the case-study, planning approach ...). And the sixth one is in the technical aspects of modelling: the use of a model is the application of a set of techniques (data input setting , visualization of outcomes, ...). The need is a shift from “bricolage” to an expert knowledge and a professional way of action. The (seventh) supreme challenge, however, in building good urban models will be to join scientific and classical cultures in doing this activity.

The great return of Large Scale Urban Models: Revival or "Renaissance"?

RABINO, GIOVANNI
2007-01-01

Abstract

Riassunto Ci sono molti segni di un ritorno “alla grande” dei cosiddetti modelli urbani a larga scala. Tuttavia questo “revival” potrà essere un vero rinascimento solo se i modellisti sapranno vincere sette sfide. La prima è misurarsi con i cambiamenti nei fenomeni urbani: non la città fordista, ma la città glocale, flessibile, molteplice, ecologica, virtuale … . Poi, vi sono i cambiamenti nelle teorie urbane, che ora la interpretano in termini di sistemi complessi (strutture sinergetiche, fenomeni intrinsecamente qualitativi e processi cognitivi). Inoltre le teorie e le pratiche della pianificazione sono mutate: rispetto all’uso dei modelli in un quadro razional-comprensivo, essi vanno relazionati ad un vasto quadro di concezioni diverse (rispetto allo scopo del piano, al ruolo del pianificatore, alla natura stessa del piano). La quarta sfida è relativa all’attività del modellizzare: da semplice strumento di quantificazione, i modelli ora assumono la valenza di mezzo per agire, apprendere, comunicare. E la quinta è relativa alla varietà di tipi di modelli che si possono applicare: dentro una lunga lista di possibilità (A.C., M.A.S., equazioni differenziali, modelli qualitativi …) il problema è la scelta più razionale rispetto a molteplici parametri (la peculiarità del caso allo studio, lo stile di pianificazione …). La sesta, poi, riguarda gli aspetti tecnici della modellistica: applicare un modello è applicare un insieme di tecniche (gestione dei dati, visualizzazione dei risultati, …). Si tratta di passare dal “bricolage” ad una conduzione esperta e di elevata professionalità. Ma la (settima) suprema sfida nel costruire buoni modelli urbani sarà nella capacità di saper unire cultura scientifica ed umanistica nel compiere questa attività. Abstract There are many evidences for a great return of large-scale urban models. Nevertheless this revival could be a true renaissance, only if the modellers will win seven challenges. The first one is in dealing with changes in urban phenomena: no more the fordist town, but a town glocal, flexible, ecologic, virtual ... . Then, there are changes in urban theories, that explain towns as complex systems (i.e.: synergetic structures, intrinsically qualitative phenomena, cognitive processes). Moreover planning theories and practices are changed: instead of using models in a rational-comprehensive perspective, they must be flexible enough for referring to a large set of different viewpoints (about the purpose of plan, the role of planner, the real nature of planning activities). The forth challenge concerns the modelling activity: in the past regarded merely as tools for quantitative measures, now models are intended to be means for communicating, learning, doing actions. The fifth challenge is related to the variety of types of models suitable for applications: among a long list of possibilities (A.C., M.A.S., differential equations, qualitative models, ...), the problems is choosing in the most rational way respect to many parameters (peculiarity of the case-study, planning approach ...). And the sixth one is in the technical aspects of modelling: the use of a model is the application of a set of techniques (data input setting , visualization of outcomes, ...). The need is a shift from “bricolage” to an expert knowledge and a professional way of action. The (seventh) supreme challenge, however, in building good urban models will be to join scientific and classical cultures in doing this activity.
2007
The Dynamics of Complex Urban Systems. An Interdisciplinary Approach.
9783790819366
Modellistica urbana; Prospettive e sfide
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/506219
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