Il volume affronta, sia dal punto di vista teorico che attraverso l’analisi di casi-studio significativi, il problema progettuale del fare architettura nei contesti storici. Il tema di riflessione scelto è infatti quello del rapporto tra le “preesistenze”, ossia l’oggetto specifico del progetto di “restauro” e gli elementi architettonici di nuova realizzazione, inseriti sull’esistente od al suo interno per le finalità della conservazione o dell’utilizzazione della fabbrica. Lo studio affronta, dunque, il tema “Antico e Nuovo”, questione ampiamente dibattuta ed indagata lungo tutto il corso del Novecento, individuando l’ambito di interesse lungo la linea di demarcazione tra due discipline: la composizione architettonica e la progettazione del nuovo da un lato; il “restauro” o, meglio, la conservazione dell’esistente dall’altro. Più specificamente, l’oggetto di osservazione è stato individuato nei caratteri e nei modi dell’accostamento e dell’inserimento del “nuovo” nell’ “antico”, nonché nella peculiare valenza architettonica delle soluzioni tecniche di conservazione e riuso dell’esistente. La finalità è l’individuazione di un insieme di riferimenti critici e progettuali, utili per affrontare in maniera consapevole il progetto del nuovo nell’ambito degli interventi sul patrimonio edilizio esistente. Particolare attenzione è stata dedicata alla definizione di criteri interpretativi, a partire da alcuni nodi problematici caratterizzanti il tema oggetto di studio: il rapporto tra teoria e prassi nella disciplina del restauro; la questione della nuova utilizzazione della preesistenza; la soggettività, almeno parziale, dell’atto progettuale; il rapporto tra mondo della conservazione e mondo progettuale. Il titolo del volume, Architettura per il costruito storico, intende sottolineare il fatto che, nell’intervento sull’esistente, la responsabilità principale del progettista deve essere quella di lavorare a favore della conservazione del costruito. Quindi, appunto Costruire per il costruito e non nel/sul costruito. Il volume è introdotto da un lungo saggio del curatore che illustra l’evoluzione del dibattito italiano sul restauro architettonico negli anni ’50 e ’60 del XX secolo: si tratta di anni paradigmatici sia per drammaticità dei problemi posti dalle distruzioni belliche, sia per l’individuazione della specificità dei problemi posti al fare architettura nel nostro Paese delle preesistenze storiche e ambientali. Il volume è corredato da una selezione di opere giudicate significative presentate in schede documentarie corredate da sintetici apparati bibliografici.

Progettare per il costruito. Dibattito teorico e progetti in Italia nella seconda metà del XX secolo.

BORIANI, MAURIZIO
2008-01-01

Abstract

Il volume affronta, sia dal punto di vista teorico che attraverso l’analisi di casi-studio significativi, il problema progettuale del fare architettura nei contesti storici. Il tema di riflessione scelto è infatti quello del rapporto tra le “preesistenze”, ossia l’oggetto specifico del progetto di “restauro” e gli elementi architettonici di nuova realizzazione, inseriti sull’esistente od al suo interno per le finalità della conservazione o dell’utilizzazione della fabbrica. Lo studio affronta, dunque, il tema “Antico e Nuovo”, questione ampiamente dibattuta ed indagata lungo tutto il corso del Novecento, individuando l’ambito di interesse lungo la linea di demarcazione tra due discipline: la composizione architettonica e la progettazione del nuovo da un lato; il “restauro” o, meglio, la conservazione dell’esistente dall’altro. Più specificamente, l’oggetto di osservazione è stato individuato nei caratteri e nei modi dell’accostamento e dell’inserimento del “nuovo” nell’ “antico”, nonché nella peculiare valenza architettonica delle soluzioni tecniche di conservazione e riuso dell’esistente. La finalità è l’individuazione di un insieme di riferimenti critici e progettuali, utili per affrontare in maniera consapevole il progetto del nuovo nell’ambito degli interventi sul patrimonio edilizio esistente. Particolare attenzione è stata dedicata alla definizione di criteri interpretativi, a partire da alcuni nodi problematici caratterizzanti il tema oggetto di studio: il rapporto tra teoria e prassi nella disciplina del restauro; la questione della nuova utilizzazione della preesistenza; la soggettività, almeno parziale, dell’atto progettuale; il rapporto tra mondo della conservazione e mondo progettuale. Il titolo del volume, Architettura per il costruito storico, intende sottolineare il fatto che, nell’intervento sull’esistente, la responsabilità principale del progettista deve essere quella di lavorare a favore della conservazione del costruito. Quindi, appunto Costruire per il costruito e non nel/sul costruito. Il volume è introdotto da un lungo saggio del curatore che illustra l’evoluzione del dibattito italiano sul restauro architettonico negli anni ’50 e ’60 del XX secolo: si tratta di anni paradigmatici sia per drammaticità dei problemi posti dalle distruzioni belliche, sia per l’individuazione della specificità dei problemi posti al fare architettura nel nostro Paese delle preesistenze storiche e ambientali. Il volume è corredato da una selezione di opere giudicate significative presentate in schede documentarie corredate da sintetici apparati bibliografici.
2008
Città Studi Edizioni De Agostini Scuola
9788825173345
Restauro; Italia; Progetto architettonico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/505718
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