Il valore aggiunto delle buone idee punta oggi su tutte quelle attività in cui le cose acquistano valore non solo per le prestazioni materiali che forniscono, ma anche per i significati, le esperienze e i servizi a cui danno accesso. L’impresa punterà quindi sull’innovazione di prodotto e/o servizio, sostenuta da investimenti in ricerca e miglioramenti in servizi adeguati per garantire così l’unicità della sua offerta, attraverso confronto, interdisciplinarietà, trasferimento delle idee e sinestesia della materia sia internamente che esternamente all’azienda: in un prodotto o in un processo, una piccola ma decisiva innovazione, può infatti rivelarsi vincente. La cultura della creatività si spingerà verso quell’innovazione continua e perseverante tipica della cultura della qualità, mediante l’integrazione d’intenti tra management e creatività, in modo tale da costruire un proprio bacino di sapere e un abaco di propri codici comunicativi. L’azione poi del benchmarking andrà a indagare dati selezionati, misurandoli e mettendoli a confronto con altri analoghi, per fornire misure e coefficienti comparabili alle performance raggiunte sviluppando spazi di miglioramento con un processo proattivo, tendente al futuro, piuttosto che con un processo reattivo, che mira a modificare la gestione in modo strutturato per conseguire i migliori risultati . E’ così, in questo contesto, che la crescita costante del possesso della conoscenza rispetto a quella del capitale, trasferisce gli equilibri, ovvero, dove ieri la conoscenza aveva la facoltà di pensare produttivamente quasi solo al servizio diretto del capitale, oggi, in un panorama in cui la volatilità della domanda fa emergere la capacità d’innovare come la principale condizione di profittabilità, è il capitale che sempre più è proiettato verso la ricerca della conoscenza.
NUOVE TRADIZIONI Methodology, Style, Coherence
TURINETTO, MARCO
2008-01-01
Abstract
Il valore aggiunto delle buone idee punta oggi su tutte quelle attività in cui le cose acquistano valore non solo per le prestazioni materiali che forniscono, ma anche per i significati, le esperienze e i servizi a cui danno accesso. L’impresa punterà quindi sull’innovazione di prodotto e/o servizio, sostenuta da investimenti in ricerca e miglioramenti in servizi adeguati per garantire così l’unicità della sua offerta, attraverso confronto, interdisciplinarietà, trasferimento delle idee e sinestesia della materia sia internamente che esternamente all’azienda: in un prodotto o in un processo, una piccola ma decisiva innovazione, può infatti rivelarsi vincente. La cultura della creatività si spingerà verso quell’innovazione continua e perseverante tipica della cultura della qualità, mediante l’integrazione d’intenti tra management e creatività, in modo tale da costruire un proprio bacino di sapere e un abaco di propri codici comunicativi. L’azione poi del benchmarking andrà a indagare dati selezionati, misurandoli e mettendoli a confronto con altri analoghi, per fornire misure e coefficienti comparabili alle performance raggiunte sviluppando spazi di miglioramento con un processo proattivo, tendente al futuro, piuttosto che con un processo reattivo, che mira a modificare la gestione in modo strutturato per conseguire i migliori risultati . E’ così, in questo contesto, che la crescita costante del possesso della conoscenza rispetto a quella del capitale, trasferisce gli equilibri, ovvero, dove ieri la conoscenza aveva la facoltà di pensare produttivamente quasi solo al servizio diretto del capitale, oggi, in un panorama in cui la volatilità della domanda fa emergere la capacità d’innovare come la principale condizione di profittabilità, è il capitale che sempre più è proiettato verso la ricerca della conoscenza.File | Dimensione | Formato | |
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