Come forse nessuna altra città al mondo Praga presenta caratteri peculiari che fondono il rapporto con il sito, i caratteri morfologici della struttura urbana, la interconnessione dei tipi edilizi in modo tanto netto da rendere difficoltoso distinguere nettamente gli isolati urbani come pienamente appartenenti ad una destinazione specifica piuttosto che a un’altra. La contiguità imposta dalla disponibilità di spazi relativamente ristretti ha imposto una compenetrazione tra strade e cortili, tra residenze e luoghi di culto, con una forte aderenza tra costruzioni e terreno e contemporaneamente una ricerca di slancio verticale che ha fatto scrivere a Christian Norberg-Schultz che i caratteri ctonii si mescolano all’aspirazione siderea. I portici abbarbicati al terreno ancorano al suolo edifici proiettati verso l’alto in un profluvio di torri e Giebeln, carattere rintracciabile negli edifici di Staré Město (Città Vecchia) di Nové Město (Città Nuova) e di Mala Strana, la città barocca sorta sull’altra riva del fiume. Praga offre il proprio stratificarsi della storia a più di una modalità di lettura: dalla collina come in un fotopiano, dal susseguirsi degli spazi della città vecchia come in un succedersi di sezioni. Parlare di «voce grande della storia» (Rilke) a proposito di Praga non è un capriccio letterario: in questa città il Medio Evo convive con il Barocco, l’architettura moderna – dal secese al cubismo – insegue una continuità cromatica e morfologica con l’architettura del passato, e tutto si fonde in una unità misteriosa che sopravvive nei secolo e ci offre una pluralità di approcci morfologici e tipologici.

Praga la voce grande della storia

DENTI, GIOVANNI
2006-01-01

Abstract

Come forse nessuna altra città al mondo Praga presenta caratteri peculiari che fondono il rapporto con il sito, i caratteri morfologici della struttura urbana, la interconnessione dei tipi edilizi in modo tanto netto da rendere difficoltoso distinguere nettamente gli isolati urbani come pienamente appartenenti ad una destinazione specifica piuttosto che a un’altra. La contiguità imposta dalla disponibilità di spazi relativamente ristretti ha imposto una compenetrazione tra strade e cortili, tra residenze e luoghi di culto, con una forte aderenza tra costruzioni e terreno e contemporaneamente una ricerca di slancio verticale che ha fatto scrivere a Christian Norberg-Schultz che i caratteri ctonii si mescolano all’aspirazione siderea. I portici abbarbicati al terreno ancorano al suolo edifici proiettati verso l’alto in un profluvio di torri e Giebeln, carattere rintracciabile negli edifici di Staré Město (Città Vecchia) di Nové Město (Città Nuova) e di Mala Strana, la città barocca sorta sull’altra riva del fiume. Praga offre il proprio stratificarsi della storia a più di una modalità di lettura: dalla collina come in un fotopiano, dal susseguirsi degli spazi della città vecchia come in un succedersi di sezioni. Parlare di «voce grande della storia» (Rilke) a proposito di Praga non è un capriccio letterario: in questa città il Medio Evo convive con il Barocco, l’architettura moderna – dal secese al cubismo – insegue una continuità cromatica e morfologica con l’architettura del passato, e tutto si fonde in una unità misteriosa che sopravvive nei secolo e ci offre una pluralità di approcci morfologici e tipologici.
2006
alinea
9788860550217
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