L’articolo esamina le metodologie di valorizzazione e conservazione attraverso strategie progettuali innovative finalizzate alla trasformazione tipologica, funzionale e alla “metamorfosi” del patrimonio architettonico. Il focus disciplinare e scientifico è rivolto all’analisi dei paradigmi e delle procedure di integrazione, ibridazione e aggregazione per lo sviluppo di nuovi “composti architettonici”: questo in accordo ai principi e alle teorie della resilienza applicate alla combinazione e all’“intersezione” tra gli edifici (di alto valore espressivo) e le integrazioni architettoniche, secondo forme di “adattamenti eterogenei/rigenerativi”. L’approccio progettuale considera i criteri di manipolazione e di innesto finalizzati a “risemantizzare” il patrimonio edilizio attraverso aggiunte e accorgimenti (estranei alle convenzionali logiche compositive) plasmati e metaforici, diaframmatici e incorporei, organici e simbiotici (interagendo con l’ambiente esterno). Lo studio (basato sui metodi dell’equilibrio, dell’adattabilità e della sostenibilità) prevede l’analisi costitutiva dei “composti architettonici” e la proposta di prospettive teoriche e operative relative a: l’applicazione rispetto alle architetture intese quali “metastrutture” intellettuali e fenomeniche, laddove la sperimentazione intende connettere la realtà “compresa”, “disvelata” e “trasformata”: questo secondo logiche e procedure di interscambio, di interazione e di interfaccia (morfologica, spaziale, funzionale, relazionale e fruitiva); la trasformazione delle architetture come strutture “aperte” e relazionali, mediante la “modellazione” del costruito esistente in accordo agli intenti di parte della ricerca progettuale contemporanea protesa verso inserimenti “incorporei” (poiché avulsi dalla conclusione in un assetto definitivo), “diafani”, in simbiosi e in forma di mediazione tra la realtà “presente” e le istanze di riqualificazione.
Involucri e riqualificazione sperimentale dell’architettura
Massimiliano Nastri
2025-01-01
Abstract
L’articolo esamina le metodologie di valorizzazione e conservazione attraverso strategie progettuali innovative finalizzate alla trasformazione tipologica, funzionale e alla “metamorfosi” del patrimonio architettonico. Il focus disciplinare e scientifico è rivolto all’analisi dei paradigmi e delle procedure di integrazione, ibridazione e aggregazione per lo sviluppo di nuovi “composti architettonici”: questo in accordo ai principi e alle teorie della resilienza applicate alla combinazione e all’“intersezione” tra gli edifici (di alto valore espressivo) e le integrazioni architettoniche, secondo forme di “adattamenti eterogenei/rigenerativi”. L’approccio progettuale considera i criteri di manipolazione e di innesto finalizzati a “risemantizzare” il patrimonio edilizio attraverso aggiunte e accorgimenti (estranei alle convenzionali logiche compositive) plasmati e metaforici, diaframmatici e incorporei, organici e simbiotici (interagendo con l’ambiente esterno). Lo studio (basato sui metodi dell’equilibrio, dell’adattabilità e della sostenibilità) prevede l’analisi costitutiva dei “composti architettonici” e la proposta di prospettive teoriche e operative relative a: l’applicazione rispetto alle architetture intese quali “metastrutture” intellettuali e fenomeniche, laddove la sperimentazione intende connettere la realtà “compresa”, “disvelata” e “trasformata”: questo secondo logiche e procedure di interscambio, di interazione e di interfaccia (morfologica, spaziale, funzionale, relazionale e fruitiva); la trasformazione delle architetture come strutture “aperte” e relazionali, mediante la “modellazione” del costruito esistente in accordo agli intenti di parte della ricerca progettuale contemporanea protesa verso inserimenti “incorporei” (poiché avulsi dalla conclusione in un assetto definitivo), “diafani”, in simbiosi e in forma di mediazione tra la realtà “presente” e le istanze di riqualificazione.| File | Dimensione | Formato | |
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