Sono quasi le nove di sera, il Seminario è alla sessione serale, anticipata, come da programma, da quella mattutina e quella pomeridiana. Il luogo è magico, perlomeno per chi scrive. Un archivio, “luogo in cui l’ordine è dato” diceva Deridda e, pertanto, luogo adatto per parlare di ordine, di architettura, di composizione. Un archivio unico, ospitato dentro un’abbazia cistercense, ancora più magico quindi, per ospitare un folto gruppo di accademici appartenenti al settore disciplinare della Composizione architettonica e urbana, quasi come se fosse un conclave. Sono stato invitato al Seminario nella veste di moderatore pertanto, nelle parole che seguiranno, non proverò a declinare il tema proposto, non era quello il mio compito, ma mi limiterò a fare una sintesi di ciò che è stato detto e di quello che ho capito, in particolare nella sessione da me moderata, con un tentativo di trarre delle brevi considerazioni generali, forse non chiaramente raccontate nella giornata conclusiva, complice l’emozione perché il più giovane presente in quella comunità scientifica radunata da Carlo Quintelli e Lamberto Amistadi, che ancora si riconosce in una comunità accademica e che, se pur percorrendo differenti ricerche, è ancora accomunata dalla centralità del progetto nel suo rapporto con una dimensione culturale allargata e con una tradizione riconoscibile, che rende tutti confrontabili su uno stesso piano ideologico.
Regole di grammatica e sintassi
T. Brighenti
2025-01-01
Abstract
Sono quasi le nove di sera, il Seminario è alla sessione serale, anticipata, come da programma, da quella mattutina e quella pomeridiana. Il luogo è magico, perlomeno per chi scrive. Un archivio, “luogo in cui l’ordine è dato” diceva Deridda e, pertanto, luogo adatto per parlare di ordine, di architettura, di composizione. Un archivio unico, ospitato dentro un’abbazia cistercense, ancora più magico quindi, per ospitare un folto gruppo di accademici appartenenti al settore disciplinare della Composizione architettonica e urbana, quasi come se fosse un conclave. Sono stato invitato al Seminario nella veste di moderatore pertanto, nelle parole che seguiranno, non proverò a declinare il tema proposto, non era quello il mio compito, ma mi limiterò a fare una sintesi di ciò che è stato detto e di quello che ho capito, in particolare nella sessione da me moderata, con un tentativo di trarre delle brevi considerazioni generali, forse non chiaramente raccontate nella giornata conclusiva, complice l’emozione perché il più giovane presente in quella comunità scientifica radunata da Carlo Quintelli e Lamberto Amistadi, che ancora si riconosce in una comunità accademica e che, se pur percorrendo differenti ricerche, è ancora accomunata dalla centralità del progetto nel suo rapporto con una dimensione culturale allargata e con una tradizione riconoscibile, che rende tutti confrontabili su uno stesso piano ideologico.| File | Dimensione | Formato | |
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