Nel 1955, un artista autodidatta italo-americano che si chiamava Marino Auriti depositò presso l’ufficio brevetti statunitense un progetto per un Palazzo Enciclopedico, un archivio/museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare l’intero sapere dell’umanità, conservando le più grandi scoperte del genere umano. Questo progetto, riscoperto ed esposto alla Biennale d’arte di Venezia nel 2013, era rappresentato da un grande modello in scala che Auriti fece nel suo garage in Pennsylvania, un edificio di centotrentasei piani di settecento metri di altezza e grande come sedici isolati collocato a Washington. Ovviamente questa impresa rimase incompiuta ma la carica utopica di questa architettura fuoriscala, assieme al desiderio di raccogliere la conoscenza universale dell’umanità in un unico luogo in grado di costruire un’immagine dell’infinita varietà e ricchezza del mondo, può essere il punto di partenza per alcune riflessioni progettuali in merito al ruolo dell’archivio nella contemporaneità. Oggi, nel diluvio delle informazioni, in un momento storico nel quale la memoria collettiva sta svanendo a causa della volatilità dell’immagine, questi tentativi di strutturare la conoscenza, ma soprattutto di conservarla e valorizzarla, ci appaiono sempre più necessari.
A.R.C.A. Memoria Maris. Il quartiere della Diga Duca di Galliera. ProArch/Call for Projects 2025
T. Brighenti
2025-01-01
Abstract
Nel 1955, un artista autodidatta italo-americano che si chiamava Marino Auriti depositò presso l’ufficio brevetti statunitense un progetto per un Palazzo Enciclopedico, un archivio/museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare l’intero sapere dell’umanità, conservando le più grandi scoperte del genere umano. Questo progetto, riscoperto ed esposto alla Biennale d’arte di Venezia nel 2013, era rappresentato da un grande modello in scala che Auriti fece nel suo garage in Pennsylvania, un edificio di centotrentasei piani di settecento metri di altezza e grande come sedici isolati collocato a Washington. Ovviamente questa impresa rimase incompiuta ma la carica utopica di questa architettura fuoriscala, assieme al desiderio di raccogliere la conoscenza universale dell’umanità in un unico luogo in grado di costruire un’immagine dell’infinita varietà e ricchezza del mondo, può essere il punto di partenza per alcune riflessioni progettuali in merito al ruolo dell’archivio nella contemporaneità. Oggi, nel diluvio delle informazioni, in un momento storico nel quale la memoria collettiva sta svanendo a causa della volatilità dell’immagine, questi tentativi di strutturare la conoscenza, ma soprattutto di conservarla e valorizzarla, ci appaiono sempre più necessari.| File | Dimensione | Formato | |
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