Se la cucina è a lungo considerata il “cuore” della casa – centro familiare quanto luogo femminile per eccellenza –, la storia del suo spazio è più articolata di tale preconcetto, riverberando i mutamenti della società e dei rapporti di genere in ogni epoca. È a partire dalla fine degli anni Venti che in Italia, sulla scia di esperienze europee e statunitensi, il progetto della cucina riveste un maggiore interesse per gli architetti, la stampa, il pubblico. In prima istanza è supportato dall’ideologia familista del fascismo, che allaccia l’ambiente al ruolo della donna in seno alla società, per diventare, dal dopoguerra in avanti, un ambito sempre più specializzato e considerato dall’industria e dai designer, che accompagna i cambiamenti sociali del Paese: prima che spazio architettonico, la cucina è infatti un topos sociale e culturale. A lungo frenate nella carriera professionale, le architette italiane iniziano a occuparsene perché relegate nella mansione di “arredatrici” o, altrimenti, operanti soprattutto nell’alveo del progetto domestico, considerato più consono a loro. Da questo stereotipo di genere – la donna può essere un’esperta progettista della casa perché incarna, in prima persona, il ruolo della casalinga –, la presenza femminile si fa strada nelle abitazioni degli italiani, non solo come utente o interlocutrice, ma come voce attiva. Avvertite delle contemporanee sperimentazioni internazionali, le cucine delle architette italiane evolvono con gradualità da un impianto tradizionale fino a proposte innovative. Elena Campi (?-?), Sofia Mazzoleni Badoni (1911-2002), Anna Castelli (1918-2006) (prima con Eugenio Gentili Tedeschi, poi da sola), Luisa Castiglioni (1923-2015) e Margherita Mori Bravi (1921-2006), Luisa Aiani (1920-1990) (con Ico Parisi), Cini Boeri (1924-2020), Carla Venosta (1924-2019), Antonia Astori (1940) e altre partecipano con i propri progetti – realizzati o allestiti – alle strategie del cambiamento sociale nell’ambiente domestico.

Interpunzioni: la cucina delle architette italiane

I. Forino
2025-01-01

Abstract

Se la cucina è a lungo considerata il “cuore” della casa – centro familiare quanto luogo femminile per eccellenza –, la storia del suo spazio è più articolata di tale preconcetto, riverberando i mutamenti della società e dei rapporti di genere in ogni epoca. È a partire dalla fine degli anni Venti che in Italia, sulla scia di esperienze europee e statunitensi, il progetto della cucina riveste un maggiore interesse per gli architetti, la stampa, il pubblico. In prima istanza è supportato dall’ideologia familista del fascismo, che allaccia l’ambiente al ruolo della donna in seno alla società, per diventare, dal dopoguerra in avanti, un ambito sempre più specializzato e considerato dall’industria e dai designer, che accompagna i cambiamenti sociali del Paese: prima che spazio architettonico, la cucina è infatti un topos sociale e culturale. A lungo frenate nella carriera professionale, le architette italiane iniziano a occuparsene perché relegate nella mansione di “arredatrici” o, altrimenti, operanti soprattutto nell’alveo del progetto domestico, considerato più consono a loro. Da questo stereotipo di genere – la donna può essere un’esperta progettista della casa perché incarna, in prima persona, il ruolo della casalinga –, la presenza femminile si fa strada nelle abitazioni degli italiani, non solo come utente o interlocutrice, ma come voce attiva. Avvertite delle contemporanee sperimentazioni internazionali, le cucine delle architette italiane evolvono con gradualità da un impianto tradizionale fino a proposte innovative. Elena Campi (?-?), Sofia Mazzoleni Badoni (1911-2002), Anna Castelli (1918-2006) (prima con Eugenio Gentili Tedeschi, poi da sola), Luisa Castiglioni (1923-2015) e Margherita Mori Bravi (1921-2006), Luisa Aiani (1920-1990) (con Ico Parisi), Cini Boeri (1924-2020), Carla Venosta (1924-2019), Antonia Astori (1940) e altre partecipano con i propri progetti – realizzati o allestiti – alle strategie del cambiamento sociale nell’ambiente domestico.
2025
Donne e progetto. Figure dell'architettura e del design nell'Italia contemporanea
9788822923387
Design
Italian design
Kitchen design
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