Il turismo, se inteso come driver di riequilibrio territoriale, può rappresentare un'opportunità strategica per valorizzare aree che si trovano comprese “tra” i luoghi di maggiore attrattività e, in molti casi, eccessivamente polarizzati: i cosiddetti "territori intermedi", vale a dire quelle aree che, nonostante la loro ricchezza paesaggistica, culturale e storica, rimangono in alcuni casi ai margini dello sviluppo e in ogni caso risultano funzionalmente dipendenti dalle città principali e, rispetto alle dinamiche specifiche del turismo, vengono sovente ignorati dai circuiti principali. Eppure, proprio la condizione di marginalità, può diventare un’opportunità che merita di essere colta in una dimensione di sviluppo turistico. L'overtourism, fenomeno che affligge numerose città d'arte italiane come Venezia, Firenze e Roma, ha evidenziato infatti la necessità di ripensare l’intero fenomeno e il concetto stesso di destinazione, promuovendo alternative che favoriscano una distribuzione più equa delle presenze, anche mettendo al centro invece che al margine i territori attraversati per raggiungere la meta. In particolare, se si analizza la questione spostando il punto di vista dai poli già maggiormente frequentati verso i territori circostanti, si può vedere come il turismo lento e diffuso nei territori intermedi può rappresentare una soluzione per ridurre la concentrazione dei visitatori nelle aree più battute, migliorando la qualità dell'esperienza turistica e il benessere delle comunità locali. Lo si può fare, accettando di vivere un’esperienza turistica più dilatata nel tempo, rinunciando alla velocità e alla frenesia, ma anche cercando di istaurare un legame più profondo con il territorio, l’ambiente e le tradizioni locali, diventando magari abitanti temporanei, e infine puntando ad un’esperienza di viaggio che impatti il meno possibile sull’ambiente, prevedendo l’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili, come ad esempio il treno e la bicicletta.
Progetti di riequilibrio nei territori 'tra' i siti del patrimonio Unesco
A. Rolando;A. Scandiffio
2025-01-01
Abstract
Il turismo, se inteso come driver di riequilibrio territoriale, può rappresentare un'opportunità strategica per valorizzare aree che si trovano comprese “tra” i luoghi di maggiore attrattività e, in molti casi, eccessivamente polarizzati: i cosiddetti "territori intermedi", vale a dire quelle aree che, nonostante la loro ricchezza paesaggistica, culturale e storica, rimangono in alcuni casi ai margini dello sviluppo e in ogni caso risultano funzionalmente dipendenti dalle città principali e, rispetto alle dinamiche specifiche del turismo, vengono sovente ignorati dai circuiti principali. Eppure, proprio la condizione di marginalità, può diventare un’opportunità che merita di essere colta in una dimensione di sviluppo turistico. L'overtourism, fenomeno che affligge numerose città d'arte italiane come Venezia, Firenze e Roma, ha evidenziato infatti la necessità di ripensare l’intero fenomeno e il concetto stesso di destinazione, promuovendo alternative che favoriscano una distribuzione più equa delle presenze, anche mettendo al centro invece che al margine i territori attraversati per raggiungere la meta. In particolare, se si analizza la questione spostando il punto di vista dai poli già maggiormente frequentati verso i territori circostanti, si può vedere come il turismo lento e diffuso nei territori intermedi può rappresentare una soluzione per ridurre la concentrazione dei visitatori nelle aree più battute, migliorando la qualità dell'esperienza turistica e il benessere delle comunità locali. Lo si può fare, accettando di vivere un’esperienza turistica più dilatata nel tempo, rinunciando alla velocità e alla frenesia, ma anche cercando di istaurare un legame più profondo con il territorio, l’ambiente e le tradizioni locali, diventando magari abitanti temporanei, e infine puntando ad un’esperienza di viaggio che impatti il meno possibile sull’ambiente, prevedendo l’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili, come ad esempio il treno e la bicicletta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


