La topografia articolata e complessa del sito su cui sorge la città di Perugia, esito di antichissimi processi di formazione, deformazione, erosione, smottamento, consolidamento, costruzione ha contribuito profondamente a determinare la forma urbana di Perugia: l’edificato, le infrastrutture e gli spazi aperti, compresi quei lacerti di natura non controllata che persistono o talvolta si generano proprio laddove la pendenza del terreno non consente la totale colonizzazione antropica. La cosiddetta “conca di Perugia”, compresa tra le mura etrusche e quelle medievali, costituisce un luogo esemplare per comprendere questa peculiare forma urbana e, come emerge dai progetti qui presentati, sollecita l’apertura di una fertile riflessione intorno alle categorie interpretative e agli strumenti operativi del progetto tra architettura e paesaggio. Riguardate nel loro insieme, le diverse proposte evidenziano la necessità di studiare il luogo con gli strumenti dell’indagine morfologica, aprendosi in molti casi al confronto con la geomorfologia e l’idro-geologia, la botanica e le scienze agrarie. Al contempo le diverse ipotesi progettuali lavorano in riferimento ad alcune rappresentazioni che, nel corso del tempo, hanno contribuito a dar corpo alle visioni, ai programmi e alle azioni trasformazione, in quello spazio sospeso tra tra cosa-in-sé e rappresentazione che convenzionalmente chiama in causa le discipline del paesaggio. Muovendo da questa premessa, tre sono i temi intorno ai quali vorrei proporre un approfondimento: 1. Topografia / Topologia, ossia un assetto delle superfici capace di creare una particolare intelligenza del terreno che ingloba tutta la sua continuità e complessità. Attraverso questa topologia, la conoscenza e la consapevolezza del paesaggio può essere incorporata nel valore intrinseco di un luogo comune. 2. Un ordine invisibile: le geometrie dispositive e le ragioni del paesaggio. 3. Palinsesto, da intendersi come ricerca (nello spazio e nel tempo) delle tracce di processi ormai scomparsi, in una visione per cui il campo dell’architettura è sempre esito di una lunghissima e lentissima stratificazione che occorre indagare.
Il progetto tra architettura e paesaggio
S. Protasoni
2025-01-01
Abstract
La topografia articolata e complessa del sito su cui sorge la città di Perugia, esito di antichissimi processi di formazione, deformazione, erosione, smottamento, consolidamento, costruzione ha contribuito profondamente a determinare la forma urbana di Perugia: l’edificato, le infrastrutture e gli spazi aperti, compresi quei lacerti di natura non controllata che persistono o talvolta si generano proprio laddove la pendenza del terreno non consente la totale colonizzazione antropica. La cosiddetta “conca di Perugia”, compresa tra le mura etrusche e quelle medievali, costituisce un luogo esemplare per comprendere questa peculiare forma urbana e, come emerge dai progetti qui presentati, sollecita l’apertura di una fertile riflessione intorno alle categorie interpretative e agli strumenti operativi del progetto tra architettura e paesaggio. Riguardate nel loro insieme, le diverse proposte evidenziano la necessità di studiare il luogo con gli strumenti dell’indagine morfologica, aprendosi in molti casi al confronto con la geomorfologia e l’idro-geologia, la botanica e le scienze agrarie. Al contempo le diverse ipotesi progettuali lavorano in riferimento ad alcune rappresentazioni che, nel corso del tempo, hanno contribuito a dar corpo alle visioni, ai programmi e alle azioni trasformazione, in quello spazio sospeso tra tra cosa-in-sé e rappresentazione che convenzionalmente chiama in causa le discipline del paesaggio. Muovendo da questa premessa, tre sono i temi intorno ai quali vorrei proporre un approfondimento: 1. Topografia / Topologia, ossia un assetto delle superfici capace di creare una particolare intelligenza del terreno che ingloba tutta la sua continuità e complessità. Attraverso questa topologia, la conoscenza e la consapevolezza del paesaggio può essere incorporata nel valore intrinseco di un luogo comune. 2. Un ordine invisibile: le geometrie dispositive e le ragioni del paesaggio. 3. Palinsesto, da intendersi come ricerca (nello spazio e nel tempo) delle tracce di processi ormai scomparsi, in una visione per cui il campo dell’architettura è sempre esito di una lunghissima e lentissima stratificazione che occorre indagare.| File | Dimensione | Formato | |
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