Il volume ricostruisce trent’anni di attività degli architetti Vincenzo Corvino (1965) e Giovanni Multari (1963) nella forma di un racconto dialogico: edifici e progetti premiati, ma anche un racconto sul mestiere dell’architetto. Vengono evidenziati in sei capitoli il “perché” e il “come” di un approccio progettuale insieme pragmatico e sperimentale, sempre rigoroso e mosso da forte tensione etica, che concepisce l’architettura come un dialogo con la città, con il paesaggio e con ogni preesistenza. Sia negli interventi di restauro, riuso e completamento dell’esistente, che rappresentano una parte consistente della loro opera, sia negli edifici nuovi come scuole, residenze, chiese, impianti sportivi, centri commerciali e uffici, la loro architettura trae sempre origine da un’interpretazione critica del contesto urbano o paesaggistico. Gli anni recenti hanno visto lo studio Corvino + Multari accedere a incarichi prestigiosi come il restauro del Museo di Capodimonte a Napoli (2020-2025) e la nuova Ambasciata d’Italia a Nairobi (2022-2028), mentre una sempre maggiore diversificazione caratterizza interventi complessi di rigenerazione urbana a Mantova, Livorno, Cagliari, Messina, Brescia. In dialogo con il curatore del volume, Corvino e Multari spiegano come, di fronte alle grandi sfide della transizione ecologica e della riqualificazione urbana, il ruolo sociale e il mestiere dell’architetto debbano rinnovarsi profondamente: sempre meno autore, lontano da ogni velleità demiurgica, l’architetto deve assumere il ruolo di interprete sensibile e di regista in gruppi di progettazione sempre più complessi.
Corvino + Multari. L'architettura dialoga con la città
croset
2025-01-01
Abstract
Il volume ricostruisce trent’anni di attività degli architetti Vincenzo Corvino (1965) e Giovanni Multari (1963) nella forma di un racconto dialogico: edifici e progetti premiati, ma anche un racconto sul mestiere dell’architetto. Vengono evidenziati in sei capitoli il “perché” e il “come” di un approccio progettuale insieme pragmatico e sperimentale, sempre rigoroso e mosso da forte tensione etica, che concepisce l’architettura come un dialogo con la città, con il paesaggio e con ogni preesistenza. Sia negli interventi di restauro, riuso e completamento dell’esistente, che rappresentano una parte consistente della loro opera, sia negli edifici nuovi come scuole, residenze, chiese, impianti sportivi, centri commerciali e uffici, la loro architettura trae sempre origine da un’interpretazione critica del contesto urbano o paesaggistico. Gli anni recenti hanno visto lo studio Corvino + Multari accedere a incarichi prestigiosi come il restauro del Museo di Capodimonte a Napoli (2020-2025) e la nuova Ambasciata d’Italia a Nairobi (2022-2028), mentre una sempre maggiore diversificazione caratterizza interventi complessi di rigenerazione urbana a Mantova, Livorno, Cagliari, Messina, Brescia. In dialogo con il curatore del volume, Corvino e Multari spiegano come, di fronte alle grandi sfide della transizione ecologica e della riqualificazione urbana, il ruolo sociale e il mestiere dell’architetto debbano rinnovarsi profondamente: sempre meno autore, lontano da ogni velleità demiurgica, l’architetto deve assumere il ruolo di interprete sensibile e di regista in gruppi di progettazione sempre più complessi.| File | Dimensione | Formato | |
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