Tashkent, odierna capitale dell’Uzbekistan, è stata nel secondo Novecento scenario di un grande progetto dell’Urss, volto a fare della città uzbeca la principale porta verso l’Asia socialista e la vetrina dell’Oriente sovietico. Quarta città dell’Unione Sovietica negli anni Settanta, Tashkent è inoltre la più moderna città asiatica. Il terremoto che la aveva colpita nel 1966 aveva paradossalmente creato l’opportunità – grazie al Patto di Fratellanza dei Popoli – per mettere in atto programmi politici ben più antichi e risolvere alcune importanti questioni urbane, segno delle politiche imperialiste dei russi e della successiva annessione all’Unione Sovietica. È possibile individuare nel progetto elaborato dal governo centrale per la modernizzazione di Tashkent delle prassi colonialiste? Attraverso una nuova lettura dei piani urbanistici elaborati per la città uzbeca dall’occupazione russa sino al 1966, si vuole mettere in luce le dinamiche e le strategie attraverso cui il governo centrale e le locali amministrazioni hanno “collaborato” al fine di costruire la grande capitale d’Oriente.
Decostruire il "sogno" socialista di Tashkent. Una prospettiva post-coloniale sull'urbanistica sovietica
Federica Deo
2024-01-01
Abstract
Tashkent, odierna capitale dell’Uzbekistan, è stata nel secondo Novecento scenario di un grande progetto dell’Urss, volto a fare della città uzbeca la principale porta verso l’Asia socialista e la vetrina dell’Oriente sovietico. Quarta città dell’Unione Sovietica negli anni Settanta, Tashkent è inoltre la più moderna città asiatica. Il terremoto che la aveva colpita nel 1966 aveva paradossalmente creato l’opportunità – grazie al Patto di Fratellanza dei Popoli – per mettere in atto programmi politici ben più antichi e risolvere alcune importanti questioni urbane, segno delle politiche imperialiste dei russi e della successiva annessione all’Unione Sovietica. È possibile individuare nel progetto elaborato dal governo centrale per la modernizzazione di Tashkent delle prassi colonialiste? Attraverso una nuova lettura dei piani urbanistici elaborati per la città uzbeca dall’occupazione russa sino al 1966, si vuole mettere in luce le dinamiche e le strategie attraverso cui il governo centrale e le locali amministrazioni hanno “collaborato” al fine di costruire la grande capitale d’Oriente.File | Dimensione | Formato | |
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6. DEO_CRIOS 28.pdf
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