L'articolo esamina lo scenario che definisce l’interazione tra i sistemi di facciata e la componentistica di rivestimento, laddove i singoli interventi architettonici generano, unitamente al loro apparato di chiusura, secondo modelli a volte casuali e imprescindibili, i nuovi “meccanismi catalizzatori”, in una situazione compresa tra l’espressione di linguaggi riconoscibili e le suggestioni di forme scenografiche. Questo affermando la difficoltà a definire tale condizione in modo preciso, stabilendo che le potenzialità e le “qualità” tecniche e produttive contemporanee (definite come open-ended qualities) non risultano affatto riduttive, quanto aperte a una molteplicità di soluzioni espressive e funzionali. A tale proposito, la sperimentazione sui sistemi di chiusura e di rivestimento delinea il passaggio da “entità date” a “entità progettate”, manipolate e “ibridate”, proposte in versioni e associazioni inedite, calibrate e programmabili secondo precisi criteri funzionali. La sperimentazione sui sistemi di rivestimento considera le possibilità di manipolazione e di “ibridazione” secondo determinati criteri funzionali. Qui l’obiettivo riguarda la volontà di analizzare e di valutare l’elaborazione dei sistemi di chiusura e di rivestimento non solo celebrando le nuove superfici, ma indagando i risvolti culturali attraverso la legittimazione teorica, affinché le soluzioni espressive, tecniche e prestazionali possano affermarsi. Anche in presenza di pochi precedenti a cui riferirsi, per contrastare quanto si sostiene intorno alla mancanza di collegamento tra l’architettura e la cultura (ritenuta “settoriale”) interessata al processo di trasformazione dei sistemi di facciata, che spesso vede l’innovazione concepita esclusivamente come conferimento al costruire di un plusvalore tecnologico: ovvero, risolvendo la sperimentazione sull’involucro in modo globale e integrato allo studio di nuove formulazioni del progetto di architettura, ovviando alle contraddizioni e alle critiche verso gli “approcci specialistici”, “l’esasperato tecnicismo, luogo di una settorializzante ipertrofia descrittiva” e la definizione di “singoli episodi inutilmente sovradisegnati”.

Tecniche percettive, ambientali ed energetiche delle chiusure di involucro

Massimiliano Nastri
2024-01-01

Abstract

L'articolo esamina lo scenario che definisce l’interazione tra i sistemi di facciata e la componentistica di rivestimento, laddove i singoli interventi architettonici generano, unitamente al loro apparato di chiusura, secondo modelli a volte casuali e imprescindibili, i nuovi “meccanismi catalizzatori”, in una situazione compresa tra l’espressione di linguaggi riconoscibili e le suggestioni di forme scenografiche. Questo affermando la difficoltà a definire tale condizione in modo preciso, stabilendo che le potenzialità e le “qualità” tecniche e produttive contemporanee (definite come open-ended qualities) non risultano affatto riduttive, quanto aperte a una molteplicità di soluzioni espressive e funzionali. A tale proposito, la sperimentazione sui sistemi di chiusura e di rivestimento delinea il passaggio da “entità date” a “entità progettate”, manipolate e “ibridate”, proposte in versioni e associazioni inedite, calibrate e programmabili secondo precisi criteri funzionali. La sperimentazione sui sistemi di rivestimento considera le possibilità di manipolazione e di “ibridazione” secondo determinati criteri funzionali. Qui l’obiettivo riguarda la volontà di analizzare e di valutare l’elaborazione dei sistemi di chiusura e di rivestimento non solo celebrando le nuove superfici, ma indagando i risvolti culturali attraverso la legittimazione teorica, affinché le soluzioni espressive, tecniche e prestazionali possano affermarsi. Anche in presenza di pochi precedenti a cui riferirsi, per contrastare quanto si sostiene intorno alla mancanza di collegamento tra l’architettura e la cultura (ritenuta “settoriale”) interessata al processo di trasformazione dei sistemi di facciata, che spesso vede l’innovazione concepita esclusivamente come conferimento al costruire di un plusvalore tecnologico: ovvero, risolvendo la sperimentazione sull’involucro in modo globale e integrato allo studio di nuove formulazioni del progetto di architettura, ovviando alle contraddizioni e alle critiche verso gli “approcci specialistici”, “l’esasperato tecnicismo, luogo di una settorializzante ipertrofia descrittiva” e la definizione di “singoli episodi inutilmente sovradisegnati”.
2024
Tecnologia dell'architettura. Progettazione esecutiva dell'architettura. Tecnologie dell'involucro.
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