La sponda occidentale del Lago di Garda, da Salò a Limone - grazie a particolari condizioni climatiche e geomorfologiche - presenta un'eccezionale ricchezza di flora e di colture agricole mediterranee. Ai fattori ambientali favorevoli si è però aggiunta fin dal XV secolo un’intensa attività costruttiva per modificare il territorio al fine di renderlo adatto all’impianto degli agrumi che garantivano, in epoche in cui i trasporti non erano ancora sviluppati, un notevole riscontro economico: furono così costruite grandiose e particolari serre in muratura che d’inverno venivano coperte e chiuse con assi di legno, le limonaie. Attorno alle limonaie ruotava il lavoro e la perizia di molte persone, così come tutta la cultura artigiana e rurale di intere generazioni, che dal commercio di limoni, aranci e cedri traevano i benefici di una economia fino alla fine del XIX secolo fiorente, basata sull’unicità e sull’ottima qualità del prodotto. Alla metà del XIX secolo, epoca del massimo sviluppo, quasi 50 ettari erano destinati all’agrumicoltura, con circa 35.000 piante produttive e una media annuale di 15-20 milioni di limoni raccolti per l'esportazione. I conti Bettoni-Cazzago, fin dal XVI secolo proprietari del monumentale palazzo a Bogliaco di Gargnano e di numerosi terreni, sia a Gargnano - centro dell’agrumicoltura gardesana - che a Limone sul Garda, risultavano tra i maggiori proprietari di limonaie e produttori di agrumi che esportavano in proprio tramite la Ditta Bentotti (forma quasi anagrammatica di Bettoni), fondata all’inizio del XVIII secolo. Per incrementare e migliorare il commercio dei limoni della Riviera del Garda, nel 1840 fu fondata a Gargnano la Società Lago di Garda: gli agrumi del Garda venivano così esportati non solo negli stati Austriaci e Tedeschi, ma fino in Ungheria, Bulgaria e Russia. La produzione di limoni sulla Riviera ebbe una flessione dopo il 1860 a causa di una serie di ragioni, quali il diffondersi di una grave malattia, la “gommosi”, la concorrenza del prodotto meridionale in seguito all’Unificazione del Regno d’Italia, la scoperta per ottenere l’acido citrico chimicamente, gli alti costi dei materiali e della mano d’opera. Tale crisi dell’agrumicoltura ha evidentemente portato al graduale abbandono delle limonaie: il paesaggio agrario storico risulta però ancora riconoscibile e si possono notare i numerosi resti delle limonaie, preziose testimonianze del passato, parte di impianto paesistico unico al mondo, da conservare e valorizzare.

Le limonaie dell’alto Garda bresciano. Uno straordinario paesaggio agrario e una redditizia impresa economica

Alberta Cazzani
2023-01-01

Abstract

La sponda occidentale del Lago di Garda, da Salò a Limone - grazie a particolari condizioni climatiche e geomorfologiche - presenta un'eccezionale ricchezza di flora e di colture agricole mediterranee. Ai fattori ambientali favorevoli si è però aggiunta fin dal XV secolo un’intensa attività costruttiva per modificare il territorio al fine di renderlo adatto all’impianto degli agrumi che garantivano, in epoche in cui i trasporti non erano ancora sviluppati, un notevole riscontro economico: furono così costruite grandiose e particolari serre in muratura che d’inverno venivano coperte e chiuse con assi di legno, le limonaie. Attorno alle limonaie ruotava il lavoro e la perizia di molte persone, così come tutta la cultura artigiana e rurale di intere generazioni, che dal commercio di limoni, aranci e cedri traevano i benefici di una economia fino alla fine del XIX secolo fiorente, basata sull’unicità e sull’ottima qualità del prodotto. Alla metà del XIX secolo, epoca del massimo sviluppo, quasi 50 ettari erano destinati all’agrumicoltura, con circa 35.000 piante produttive e una media annuale di 15-20 milioni di limoni raccolti per l'esportazione. I conti Bettoni-Cazzago, fin dal XVI secolo proprietari del monumentale palazzo a Bogliaco di Gargnano e di numerosi terreni, sia a Gargnano - centro dell’agrumicoltura gardesana - che a Limone sul Garda, risultavano tra i maggiori proprietari di limonaie e produttori di agrumi che esportavano in proprio tramite la Ditta Bentotti (forma quasi anagrammatica di Bettoni), fondata all’inizio del XVIII secolo. Per incrementare e migliorare il commercio dei limoni della Riviera del Garda, nel 1840 fu fondata a Gargnano la Società Lago di Garda: gli agrumi del Garda venivano così esportati non solo negli stati Austriaci e Tedeschi, ma fino in Ungheria, Bulgaria e Russia. La produzione di limoni sulla Riviera ebbe una flessione dopo il 1860 a causa di una serie di ragioni, quali il diffondersi di una grave malattia, la “gommosi”, la concorrenza del prodotto meridionale in seguito all’Unificazione del Regno d’Italia, la scoperta per ottenere l’acido citrico chimicamente, gli alti costi dei materiali e della mano d’opera. Tale crisi dell’agrumicoltura ha evidentemente portato al graduale abbandono delle limonaie: il paesaggio agrario storico risulta però ancora riconoscibile e si possono notare i numerosi resti delle limonaie, preziose testimonianze del passato, parte di impianto paesistico unico al mondo, da conservare e valorizzare.
2023
Zitrusfrüchete in Bozen – Agrumi a Bolzano
9788894754728
Limonaie
conti Bettoni-Cazzago
Agrumicoltura alto gardesana
Conservazione paesaggio agrario
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