La pandemia ha colpito l’Italia in un momento interessante dal punto di vista dell’impegno preso rispetto all’Agenda per la sostenibilità sottoscritta all’assemblea di Quito (con l’adozione della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile approvata dal Cipe nel 2017): quello relativo alla territorializzazione degli Sdg e alla scrittura delle agende locali per la sostenibilità. Al contempo, sovvertendo ogni immaginazione, la pandemia ha aperto la possibilità di toccare con mano la necessità e l’urgenza, ma anche la possibilità, di scelte «più» sostenibili di sviluppo. All’indomani della pandemia, le istanze della ripresa/resilienza espresse nel Pnrr, nell’ambito del Next Generation EU, hanno filtrato e mediato tra la consapevolezza di un diverso orizzonte e modello di sviluppo e la necessità di riprendere laddove ci si era fermati: ripartire in qualche modo e recuperare il ritardo. È in questa strana finestra temporale, carica di opportunità ma anche necessariamente di contraddizioni, che ricostruiamo le relazioni tra alcuni percorsi di progettazione delle Agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile (Amsvs) avviati nel 2019 in seguito a un accordo tra città metropolitane e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e i contributi progettuali da essi prodotti nell’ambito del Pnrr1. Guardando a quattro conte- 1 I casi presentati hanno visto attive ASviS; urban@it e le università locali, che a hanno svolto un ruolo di coordinamento tra percorsi, tentando al tempo stesso di supportare la territorializzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030. Sul fronte degli atenei locali, hanno partecipato: Centro di Ricerca Green (Università Bocconi) e DAStU (Politecnico di Milano); Dicam (Università di Bologna); Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura (Sapienza Università di Roma) e Dipartimento di Architettura (Università degli Studi di Roma Tre); Dicar Politecnico di Bari). 270 Dalle agende metropolitane al Pnrr (e ritorno) sti metropolitani (Milano, Roma, Bari e Bologna), il contributo si chiede in che misura l’esperienza pre-Covid abbia potuto riversarsi positivamente nell’implementazione del Pnrr, nella sua dimensione strategica e operativa. È opportuno in questo senso ricordare che il Pnrr costituisce di fatto una potenziale vera e propria accelerazione degli Sdg per la significatività dei progetti finanziati, e che la pandemia ha in parte rallentato alcuni processi di avvicinamento agli obiettivi dell’Agenda 2030: in questo senso il Pnrr costituisce quasi un «esame finale» per capire in che misura il paese riuscirà a rispettare i target prefissati, laddove il monitoraggio messo in campo da Istat e Ragioneria di Stato sul contributo del Pnrr all’attuazione dell’Agenda 2030 ha non pochi elementi di criticità. In questo capitolo però cercheremo di mettere a fuoco con maggiore attenzione come e se le città metropolitane analizzate siano riuscite a fare tesoro delle competenze sviluppate nel corso del 2019-2020 e contribuire a declinare nel Pnrr progettualità sostantivamente ed efficacemente ispirate all’Agenda 2030, offrendo un campo multiscalare e multiattoriale adeguato a tali sfide.

Dalle agende metropolitane per la sostenibilità al Pnrr (e ritorno): quale idea di sostenibilità e quali politiche?

Bianchi, I.;Fedeli,V.;
2024-01-01

Abstract

La pandemia ha colpito l’Italia in un momento interessante dal punto di vista dell’impegno preso rispetto all’Agenda per la sostenibilità sottoscritta all’assemblea di Quito (con l’adozione della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile approvata dal Cipe nel 2017): quello relativo alla territorializzazione degli Sdg e alla scrittura delle agende locali per la sostenibilità. Al contempo, sovvertendo ogni immaginazione, la pandemia ha aperto la possibilità di toccare con mano la necessità e l’urgenza, ma anche la possibilità, di scelte «più» sostenibili di sviluppo. All’indomani della pandemia, le istanze della ripresa/resilienza espresse nel Pnrr, nell’ambito del Next Generation EU, hanno filtrato e mediato tra la consapevolezza di un diverso orizzonte e modello di sviluppo e la necessità di riprendere laddove ci si era fermati: ripartire in qualche modo e recuperare il ritardo. È in questa strana finestra temporale, carica di opportunità ma anche necessariamente di contraddizioni, che ricostruiamo le relazioni tra alcuni percorsi di progettazione delle Agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile (Amsvs) avviati nel 2019 in seguito a un accordo tra città metropolitane e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e i contributi progettuali da essi prodotti nell’ambito del Pnrr1. Guardando a quattro conte- 1 I casi presentati hanno visto attive ASviS; urban@it e le università locali, che a hanno svolto un ruolo di coordinamento tra percorsi, tentando al tempo stesso di supportare la territorializzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030. Sul fronte degli atenei locali, hanno partecipato: Centro di Ricerca Green (Università Bocconi) e DAStU (Politecnico di Milano); Dicam (Università di Bologna); Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell’Architettura (Sapienza Università di Roma) e Dipartimento di Architettura (Università degli Studi di Roma Tre); Dicar Politecnico di Bari). 270 Dalle agende metropolitane al Pnrr (e ritorno) sti metropolitani (Milano, Roma, Bari e Bologna), il contributo si chiede in che misura l’esperienza pre-Covid abbia potuto riversarsi positivamente nell’implementazione del Pnrr, nella sua dimensione strategica e operativa. È opportuno in questo senso ricordare che il Pnrr costituisce di fatto una potenziale vera e propria accelerazione degli Sdg per la significatività dei progetti finanziati, e che la pandemia ha in parte rallentato alcuni processi di avvicinamento agli obiettivi dell’Agenda 2030: in questo senso il Pnrr costituisce quasi un «esame finale» per capire in che misura il paese riuscirà a rispettare i target prefissati, laddove il monitoraggio messo in campo da Istat e Ragioneria di Stato sul contributo del Pnrr all’attuazione dell’Agenda 2030 ha non pochi elementi di criticità. In questo capitolo però cercheremo di mettere a fuoco con maggiore attenzione come e se le città metropolitane analizzate siano riuscite a fare tesoro delle competenze sviluppate nel corso del 2019-2020 e contribuire a declinare nel Pnrr progettualità sostantivamente ed efficacemente ispirate all’Agenda 2030, offrendo un campo multiscalare e multiattoriale adeguato a tali sfide.
2024
Nono Rapporto sulle città Le città e i territori del Pnrr. Attori, processi, politiche
978-88-15-38822-3
PNRR, Città metropolitane, sostenibilità
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