Cosa accadde dentro le RSA dal 21 Febbraio 2020 al 5 Aprile 2020, quando - in seguito all’intervento della Procura di Milano al Pio Alberto Trivulzio - la “strage di anziani” irruppe nei media? È in quella manciata di giorni - poco più di un mese - che avviene quanto ricostruito in questo libro: il virus si diffonde tacitamente nelle case di riposo, aggredisce un numero elevato di residenti approfittando della loro fragilità e della concentrazione fisica, determina la maggiore catastrofe italiana del dopoguerra per numero di vittime e provoca, infine, l’apertura di varie inchieste giudiziarie. Che l’ondata di anziani morti sia stata abnorme, oggi non c’è alcun dubbio. In base alle crude statistiche dell’Istat sui “decessi eccedenti la mortalità ordinaria”, nelle case di riposo - nel periodo marzo-aprile 2020 – in Italia morirono 15.000 persone a causa del contagio: oltre sette volte le 2000 vittime del Vajont nel 1960, cinque volte le 3000 vittime dell’Irpinia nel 1980. Pur se enorme nelle sue dimensioni, questa catastrofe è ben presto svanita dalla memoria collettiva e nel silenzio della politica, riportando le RSA nel cono d’ombra precedente. Questa indagine mostra come all’aumento dei decessi abbia contribuito, oltre alla virulenza della pandemia e alla vulnerabilità dei residenti, anche la mancata volontà delle politiche pubbliche di scoperchiare il vaso di Pandora delle RSA. Queste strutture sono rimaste a lungo in un limbo, sconosciuto agli occhi dell’opinione pubblica e trascurato dai policy maker e dagli amministratori pubblici. La tesi del volume è che l’origine della “strage nascosta” stia nelle condizioni in cui le case di riposo versavano prima che la pandemia scoppiasse. La pandemia ha funzionato come uno stress test, che ha svelato le debolezze del sistema di governo e di gestione delle strutture, i bassi standard di qualità, i modesti finanziamenti pubblici, l’assenza di controlli. L’emergenza ha così svelato la vulnerabilità dell’ordinario. Una maggiore consapevolezza di questo aspetto consentirebbe di garantire sia protezione contro gli eventuali rischi pandemici futuri, sia una migliore qualità di vita ai residenti e ai lavoratori di queste strutture
Cronaca di una strage nascosta. La pandemia nelle case di riposo
Ranci, Costanzo
2023-01-01
Abstract
Cosa accadde dentro le RSA dal 21 Febbraio 2020 al 5 Aprile 2020, quando - in seguito all’intervento della Procura di Milano al Pio Alberto Trivulzio - la “strage di anziani” irruppe nei media? È in quella manciata di giorni - poco più di un mese - che avviene quanto ricostruito in questo libro: il virus si diffonde tacitamente nelle case di riposo, aggredisce un numero elevato di residenti approfittando della loro fragilità e della concentrazione fisica, determina la maggiore catastrofe italiana del dopoguerra per numero di vittime e provoca, infine, l’apertura di varie inchieste giudiziarie. Che l’ondata di anziani morti sia stata abnorme, oggi non c’è alcun dubbio. In base alle crude statistiche dell’Istat sui “decessi eccedenti la mortalità ordinaria”, nelle case di riposo - nel periodo marzo-aprile 2020 – in Italia morirono 15.000 persone a causa del contagio: oltre sette volte le 2000 vittime del Vajont nel 1960, cinque volte le 3000 vittime dell’Irpinia nel 1980. Pur se enorme nelle sue dimensioni, questa catastrofe è ben presto svanita dalla memoria collettiva e nel silenzio della politica, riportando le RSA nel cono d’ombra precedente. Questa indagine mostra come all’aumento dei decessi abbia contribuito, oltre alla virulenza della pandemia e alla vulnerabilità dei residenti, anche la mancata volontà delle politiche pubbliche di scoperchiare il vaso di Pandora delle RSA. Queste strutture sono rimaste a lungo in un limbo, sconosciuto agli occhi dell’opinione pubblica e trascurato dai policy maker e dagli amministratori pubblici. La tesi del volume è che l’origine della “strage nascosta” stia nelle condizioni in cui le case di riposo versavano prima che la pandemia scoppiasse. La pandemia ha funzionato come uno stress test, che ha svelato le debolezze del sistema di governo e di gestione delle strutture, i bassi standard di qualità, i modesti finanziamenti pubblici, l’assenza di controlli. L’emergenza ha così svelato la vulnerabilità dell’ordinario. Una maggiore consapevolezza di questo aspetto consentirebbe di garantire sia protezione contro gli eventuali rischi pandemici futuri, sia una migliore qualità di vita ai residenti e ai lavoratori di queste struttureFile | Dimensione | Formato | |
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