Introduzione. È risaputo che l’ospedale è un’architettura complessa e pertanto è necessario poter rispondere alle diverse istanze di questa grande macchina organizzativa. A partire dal technical brief redatto da OMS e Politecnico di Milano “Hospitals of the future”, uno dei requisiti dell’Ospedale 4.0 è proprio quello di riconsiderare il progetto funzionale e la prossimità delle aree sanitarie e non. Nel 2000 una commissione ministeriale coordinata da Renzo Piano e Umberto Veronesi stilarono il Metaprogetto dell’Ospedale del futuro e, tra le indicazioni, venivano riportate anche la matrice di relazione funzionale (che analizza la relazione tra una funzione sanitaria e un’altra) e quella spaziale (che indica quanto le diverse aree funzionali debbano essere vicine o meno). Negli ultimi 20 anni, il SSN ha subito notevoli evoluzioni, tra le quali la creazione di nuove funzioni sanitarie, la modifica delle attività di diagnosi e cura, l’avvento della digitalizzazione in sanità, un gruppo di lavoro multidisciplinare si è impegnato ad aggiornare tale strumento -dinamico- di supporto a progettisti e alle direzioni sanitarie. Metodi. Il progetto di ricerca ha previsto una prima fase di definizione e organizzazione delle aree funzionali omogenee in macro-aree (degenza, area diurna, area diagnostica, ecc.) con il coinvolgimento di esperti. A seguire, sono stati definiti i valori (alto/medio/basso/di base) di relazione tra ciascuna area funzionale ospedaliera. Risultati. La metodologia adottata ha permesso di aggiornare le diverse funzioni, introducendo ad esempio la terapia semi-intensiva, gli spazi polmone, le aree verdi, e di ripensare al ruolo delle matrici per rispondere ai diversi modelli organizzativi e alle tipologie sanitarie (ospedale specialistico, universitario, ecc.). La proposta delle matrici di relazione funzionale e spaziale permette di offrire uno strumento aggiornato di supporto, in primis, alle direzioni sanitarie al fine di poter esprimere –in caso del bando di gara di un nuovo ospedale e/o di una riorganizzazione funzionale- le istanze sanitarie e al contempo fornire ai progettisti uno strumento in grado di tradurre in progetto le suddette necessità che hanno ripercussione sul progetto sanitario. Conclusioni. La matrice può cambiare rispetto a diverse istanze (la tipologia sanitaria, i servizi erogati e quelli insourcing e outsourcing, il modello organizzativo, ecc.), ed è proprio per questo che essa presenta il vantaggio di essere facilmente scalabile, adattabile e aggiornabile rispetto alle istanze che ciascuna realtà socio-sanitaria potrebbe presentare.
OSPEDALE 4.0: LE MATRICI DELLE RELAZIONI FUNZIONALI E SPAZIALI NEL PROGETTO OSPEDALIERO QUALE STRUMENTO DINAMICO A SUPPORTO DELLE DIREZIONI SANITARIE E DEI PROGETTISTI
S. Capolongo;S. Mangili;M. Gola
2024-01-01
Abstract
Introduzione. È risaputo che l’ospedale è un’architettura complessa e pertanto è necessario poter rispondere alle diverse istanze di questa grande macchina organizzativa. A partire dal technical brief redatto da OMS e Politecnico di Milano “Hospitals of the future”, uno dei requisiti dell’Ospedale 4.0 è proprio quello di riconsiderare il progetto funzionale e la prossimità delle aree sanitarie e non. Nel 2000 una commissione ministeriale coordinata da Renzo Piano e Umberto Veronesi stilarono il Metaprogetto dell’Ospedale del futuro e, tra le indicazioni, venivano riportate anche la matrice di relazione funzionale (che analizza la relazione tra una funzione sanitaria e un’altra) e quella spaziale (che indica quanto le diverse aree funzionali debbano essere vicine o meno). Negli ultimi 20 anni, il SSN ha subito notevoli evoluzioni, tra le quali la creazione di nuove funzioni sanitarie, la modifica delle attività di diagnosi e cura, l’avvento della digitalizzazione in sanità, un gruppo di lavoro multidisciplinare si è impegnato ad aggiornare tale strumento -dinamico- di supporto a progettisti e alle direzioni sanitarie. Metodi. Il progetto di ricerca ha previsto una prima fase di definizione e organizzazione delle aree funzionali omogenee in macro-aree (degenza, area diurna, area diagnostica, ecc.) con il coinvolgimento di esperti. A seguire, sono stati definiti i valori (alto/medio/basso/di base) di relazione tra ciascuna area funzionale ospedaliera. Risultati. La metodologia adottata ha permesso di aggiornare le diverse funzioni, introducendo ad esempio la terapia semi-intensiva, gli spazi polmone, le aree verdi, e di ripensare al ruolo delle matrici per rispondere ai diversi modelli organizzativi e alle tipologie sanitarie (ospedale specialistico, universitario, ecc.). La proposta delle matrici di relazione funzionale e spaziale permette di offrire uno strumento aggiornato di supporto, in primis, alle direzioni sanitarie al fine di poter esprimere –in caso del bando di gara di un nuovo ospedale e/o di una riorganizzazione funzionale- le istanze sanitarie e al contempo fornire ai progettisti uno strumento in grado di tradurre in progetto le suddette necessità che hanno ripercussione sul progetto sanitario. Conclusioni. La matrice può cambiare rispetto a diverse istanze (la tipologia sanitaria, i servizi erogati e quelli insourcing e outsourcing, il modello organizzativo, ecc.), ed è proprio per questo che essa presenta il vantaggio di essere facilmente scalabile, adattabile e aggiornabile rispetto alle istanze che ciascuna realtà socio-sanitaria potrebbe presentare.File | Dimensione | Formato | |
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