Introduzione. Come enuncia il technical brief di OMS “Hospitals of the future”, uno dei requisiti degli ospedali è garantire un’adeguata qualità dell’aria indoor-IAQ, come promotore di salute. Offrire un adeguato valore di IAQ non significa solo condurre campagne di monitoraggio regolarmente, ma soprattutto garantire un adeguato funzionamento e una corretta gestione e periodicità delle manutenzioni degli impianti, una scelta e un utilizzo di prodotti di sanificazione congrui per gli ambienti, i materiali di finitura e di arredo, l’ottimizzazione dei fattori microclimatici coerenti con il benessere degli utenti e del personale sanitario, ecc. Ad oggi vengono condotti diversi monitoraggi del rischio biologico negli ambienti sanitari; che spesso riguardano in modo specifico le superfici, mentre in relazione alla qualità dell’aria e al rischio chimico vengono condotti rilevamenti solo in alcune specifiche aree ospedaliere considerate ad alto rischio in cui è previsto un rischio professionale secondo il DLgs 81/08 smi per le sostanze chimiche utilizzate (es. sale operatorie, UFA, Sterilizzazione, ecc.). Se l’intento è quello di garantire ospedali promotori di salute, diventa strategico definire anche i livelli di riferimento delle concentrazioni degli inquinanti chimici nelle diverse aree tipicamente indoor (es. dalle degenze alle aree amministrative, ecc.). Metodi. Negli ultimi anni sono state messe in atto tutta una serie di attività di caratterizzazione della IAQ negli ospedali per comprendere il ruolo degli inquinanti chimici legate alle attività umane, alle sorgenti interne, alle modalità di funzionamento degli impianti e alle diverse misure di risparmio energetico il cui obiettivo e la valutazione delle esposizioni indoor dei pazienti e dello staff. Dal momento che il tema necessita di maggiori approfondimenti e, in aggiunta alle norme ISO 16000 sulla IAQ e ai rapporti ISTISAN 19/17 e 13/4, è stata condotta una disamina della letteratura internazionale (report e documenti istituzionali es. OMS), dei valori di riferimento elaborati da diversi stati mondiali in relazione alle concentrazioni di una serie di sostanze chimiche di particolare interesse sanitario come i composti organici VVOC, VOC, SVOC, il PM10, PM2,5, e la CO2. Risultati. A partire dalla disamina, sono stati considerati circa 35 inquinanti e nello specifico la proposta riporta i valori -per il breve e lungo periodo di esposizione- relativi a: Acetaldeide, Anidride carbonica, Benzene, Benzo[a]pirene, Biossido di azoto, Diclorometano, Formaldeide, monossido di carbonio, materiale particellare (PM2,5, PM10), Naftalene, Ozono, Stirene, Tetracloroetilene, Toluene, tVOC, Tricloroetilene e Radon. Conclusione. La proposta di valori di riferimento delle concentrazioni degli inquinanti chimici per i low e medium-care ha l’intento di offrire un framework a livello nazionale ampio che può supportare i decisori nella definizione dei riferimenti legislativi, e aiutare le direzioni sanitarie, gli HSE, i RSPP e gli operatori di sanità pubblica nel gestire i rischi legati alle possibili esposizioni dei pazienti e del personale sanitario confermando il ruolo di promozione della struttura ospedaliera previsto dalla OMS.
LA QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR NELLE AREE LOW E MEDIUM-CARE IN AMBITO OSPEDALIERO: PROPOSTA DI VALORI DI RIFERIMENTO PER LA VALUTAZIONE DELLE CONCENTRAZIONI DEI COMPOSTI ORGANICI VVOC, COV, SVOC, PM10, PM2,5 E CO2
G. Settimo;M. Gola;S. Capolongo
2024-01-01
Abstract
Introduzione. Come enuncia il technical brief di OMS “Hospitals of the future”, uno dei requisiti degli ospedali è garantire un’adeguata qualità dell’aria indoor-IAQ, come promotore di salute. Offrire un adeguato valore di IAQ non significa solo condurre campagne di monitoraggio regolarmente, ma soprattutto garantire un adeguato funzionamento e una corretta gestione e periodicità delle manutenzioni degli impianti, una scelta e un utilizzo di prodotti di sanificazione congrui per gli ambienti, i materiali di finitura e di arredo, l’ottimizzazione dei fattori microclimatici coerenti con il benessere degli utenti e del personale sanitario, ecc. Ad oggi vengono condotti diversi monitoraggi del rischio biologico negli ambienti sanitari; che spesso riguardano in modo specifico le superfici, mentre in relazione alla qualità dell’aria e al rischio chimico vengono condotti rilevamenti solo in alcune specifiche aree ospedaliere considerate ad alto rischio in cui è previsto un rischio professionale secondo il DLgs 81/08 smi per le sostanze chimiche utilizzate (es. sale operatorie, UFA, Sterilizzazione, ecc.). Se l’intento è quello di garantire ospedali promotori di salute, diventa strategico definire anche i livelli di riferimento delle concentrazioni degli inquinanti chimici nelle diverse aree tipicamente indoor (es. dalle degenze alle aree amministrative, ecc.). Metodi. Negli ultimi anni sono state messe in atto tutta una serie di attività di caratterizzazione della IAQ negli ospedali per comprendere il ruolo degli inquinanti chimici legate alle attività umane, alle sorgenti interne, alle modalità di funzionamento degli impianti e alle diverse misure di risparmio energetico il cui obiettivo e la valutazione delle esposizioni indoor dei pazienti e dello staff. Dal momento che il tema necessita di maggiori approfondimenti e, in aggiunta alle norme ISO 16000 sulla IAQ e ai rapporti ISTISAN 19/17 e 13/4, è stata condotta una disamina della letteratura internazionale (report e documenti istituzionali es. OMS), dei valori di riferimento elaborati da diversi stati mondiali in relazione alle concentrazioni di una serie di sostanze chimiche di particolare interesse sanitario come i composti organici VVOC, VOC, SVOC, il PM10, PM2,5, e la CO2. Risultati. A partire dalla disamina, sono stati considerati circa 35 inquinanti e nello specifico la proposta riporta i valori -per il breve e lungo periodo di esposizione- relativi a: Acetaldeide, Anidride carbonica, Benzene, Benzo[a]pirene, Biossido di azoto, Diclorometano, Formaldeide, monossido di carbonio, materiale particellare (PM2,5, PM10), Naftalene, Ozono, Stirene, Tetracloroetilene, Toluene, tVOC, Tricloroetilene e Radon. Conclusione. La proposta di valori di riferimento delle concentrazioni degli inquinanti chimici per i low e medium-care ha l’intento di offrire un framework a livello nazionale ampio che può supportare i decisori nella definizione dei riferimenti legislativi, e aiutare le direzioni sanitarie, gli HSE, i RSPP e gli operatori di sanità pubblica nel gestire i rischi legati alle possibili esposizioni dei pazienti e del personale sanitario confermando il ruolo di promozione della struttura ospedaliera previsto dalla OMS.File | Dimensione | Formato | |
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