Annibale Chieppio (1563-1623) fu una delle personalità più influenti del suo tempo, specialmente alla corte del Duca Vincenzo I Gonzaga, del quale fu segretario e consigliere. Avviato alla carriera politica in un'età cruciale per il Ducato di Mantova, fu protagonista nella politica e nell'arte. Attento collezionista, acquistò e ristrutturò un grande palazzo nei primi anni del XVII secolo (dominati dalla personalità dell'architetto cremonese Antonio Maria Viani), trasformandolo nell'imponente teca della sua raccolta, costituita da dipinti, sculture, reliquie e preziosi arredi. L'edificio, passato agli eredi Chieppio e quindi alla famiglia d'Arco, venne da quest'ultima integralmente rinnovato allo scadere del secolo XVIII su progetto dell'architetto Antonio Colonna. Ne fu così parzialmente modificata la distribuzione, mentre l'assetto decorativo secentesco fu occultato sotto rinnovati intonaci e nuovi soffitti. Il saggio, grazie all'esame della fabbrica e dell'inventario stilato nel 1623 dopo la morte di Annibale, costituisce il primo tentativo di ricostruzione dell'assetto di quello che fu uno dei principali palazzi privati cittadini all'esordio della nascente stagione barocca. Il confronto con l'odierno edificio è stato condotto ponendo particolare attenzione agli arredi registrati nell'inventario, al fine di restituire non solo l'assetto distributivo secentesco per le porzioni di rappresentanza e private, ma anche per gli spazi funzionali e strumentali, generalmente dimenticati dalla storiografia e in realtà assai utili per comprendere il funzionamento di questa grande "machine à habiter". Un palazzo mantovano (oggi straordinaria casa museo dell'estinta casata Chieppio-d'Arco) racconta se stesso per gli aspetti negati e cancellati dal trascorrere del tempo.

Il palazzo di Annibale in contrada della Serpe

C. Togliani
2024-01-01

Abstract

Annibale Chieppio (1563-1623) fu una delle personalità più influenti del suo tempo, specialmente alla corte del Duca Vincenzo I Gonzaga, del quale fu segretario e consigliere. Avviato alla carriera politica in un'età cruciale per il Ducato di Mantova, fu protagonista nella politica e nell'arte. Attento collezionista, acquistò e ristrutturò un grande palazzo nei primi anni del XVII secolo (dominati dalla personalità dell'architetto cremonese Antonio Maria Viani), trasformandolo nell'imponente teca della sua raccolta, costituita da dipinti, sculture, reliquie e preziosi arredi. L'edificio, passato agli eredi Chieppio e quindi alla famiglia d'Arco, venne da quest'ultima integralmente rinnovato allo scadere del secolo XVIII su progetto dell'architetto Antonio Colonna. Ne fu così parzialmente modificata la distribuzione, mentre l'assetto decorativo secentesco fu occultato sotto rinnovati intonaci e nuovi soffitti. Il saggio, grazie all'esame della fabbrica e dell'inventario stilato nel 1623 dopo la morte di Annibale, costituisce il primo tentativo di ricostruzione dell'assetto di quello che fu uno dei principali palazzi privati cittadini all'esordio della nascente stagione barocca. Il confronto con l'odierno edificio è stato condotto ponendo particolare attenzione agli arredi registrati nell'inventario, al fine di restituire non solo l'assetto distributivo secentesco per le porzioni di rappresentanza e private, ma anche per gli spazi funzionali e strumentali, generalmente dimenticati dalla storiografia e in realtà assai utili per comprendere il funzionamento di questa grande "machine à habiter". Un palazzo mantovano (oggi straordinaria casa museo dell'estinta casata Chieppio-d'Arco) racconta se stesso per gli aspetti negati e cancellati dal trascorrere del tempo.
2024
Annibale Chieppio (1563-1623). "Cose rare e preziose" tra Mantova e i Gonzaga
9788836655755
Storia dell'Architettura
Palazzo Chieppio-d'Arco, Mantova
Giuseppe Dattari, architetto
Antonio Maria Viani, pittore e architetto
Annibale Chieppio, segretario e consigliere
Antonio Colonna, architetto
Lavinia Rovelli Chieppio
Vincenzo I Gonzaga, duca di Mantova
Giovan Battista Gherardo d'Arco, conte
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