La Basilica di Santa Barbara (1562-70), progettata da Giovan Battista Bertani nell'ambito del Palazzo Ducale di Mantova, costituisce un raro e originalissimo esempio di chiesa della Controriforma eretta in anni in cui le disposizioni sull'architettura dei nuovi templi dovevano ancora essere codificate e divulgate mediante le borromaiche "Instructiones fabricae et supellectilis ecclesiasticae" del 1573. Il saggio, ricollegandosi a quanto già pubblicato dall'autore sull'articolata vicenda costruttiva dell'edificio, esplora i possibili riferimenti architettonici romani e il milieu culturale nel quale il progetto è stato concepito e maturato. I viaggi a Roma di Bertani (negli anni dominati dalle personalità di Baldassarre Peruzzi prima e di Antonio da Sangallo il Giovane poi, oltre che dal cenacolo di intellettuali frequentanti l'Accademia vitruviana delle Virtù) sono ritenuti centrali e determinanti per cogliere i riferimenti alla base dell'impianto della Basilica mantovana, tanto innovativa nella sua spazialità da costituire un unicum maturato in parallelo al più fortunato modello vignolesco del Gesù. Il saggio suggerisce possibili legami non solo con la basilica di Massenzio, ma anche con le riflessioni peruzzesche per il completamento del San Pietro Vaticano e con i modelli delle grandi sale termali all'epoca esplorate e studiate grazie agli scavi farnesiani sul complesso di Caracalla o ai progetti di riuso di quelle di Diocleziano. La basilica voluta dal Duca Guglielmo e dal Cardinale Ercole Gonzaga pare infatti ispirata alla spazialità solenne ed inedita dei grandi frigidaria imperiali, poi adottata nella solenne basilica tardo antica iniziata da Massenzio e conclusa da Costantino. Oltre ad una sintesi delle vicende costruttive e delle possibili altre influenze romane, specialmente bramantesche, lo studio restituisce i lavori di modifica e manutenzione condotti sull'edificio dopo la sua costruzione, sino al secolo scorso.
"La più bella [...] in tutta Italia. Santa Barbara, chiesa palatina della Controriforma
C. Togliani
2024-01-01
Abstract
La Basilica di Santa Barbara (1562-70), progettata da Giovan Battista Bertani nell'ambito del Palazzo Ducale di Mantova, costituisce un raro e originalissimo esempio di chiesa della Controriforma eretta in anni in cui le disposizioni sull'architettura dei nuovi templi dovevano ancora essere codificate e divulgate mediante le borromaiche "Instructiones fabricae et supellectilis ecclesiasticae" del 1573. Il saggio, ricollegandosi a quanto già pubblicato dall'autore sull'articolata vicenda costruttiva dell'edificio, esplora i possibili riferimenti architettonici romani e il milieu culturale nel quale il progetto è stato concepito e maturato. I viaggi a Roma di Bertani (negli anni dominati dalle personalità di Baldassarre Peruzzi prima e di Antonio da Sangallo il Giovane poi, oltre che dal cenacolo di intellettuali frequentanti l'Accademia vitruviana delle Virtù) sono ritenuti centrali e determinanti per cogliere i riferimenti alla base dell'impianto della Basilica mantovana, tanto innovativa nella sua spazialità da costituire un unicum maturato in parallelo al più fortunato modello vignolesco del Gesù. Il saggio suggerisce possibili legami non solo con la basilica di Massenzio, ma anche con le riflessioni peruzzesche per il completamento del San Pietro Vaticano e con i modelli delle grandi sale termali all'epoca esplorate e studiate grazie agli scavi farnesiani sul complesso di Caracalla o ai progetti di riuso di quelle di Diocleziano. La basilica voluta dal Duca Guglielmo e dal Cardinale Ercole Gonzaga pare infatti ispirata alla spazialità solenne ed inedita dei grandi frigidaria imperiali, poi adottata nella solenne basilica tardo antica iniziata da Massenzio e conclusa da Costantino. Oltre ad una sintesi delle vicende costruttive e delle possibili altre influenze romane, specialmente bramantesche, lo studio restituisce i lavori di modifica e manutenzione condotti sull'edificio dopo la sua costruzione, sino al secolo scorso.File | Dimensione | Formato | |
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