In questo capitolo si assumono due argomentazioni relative al design for disassembly and adaptability (DfD/A), che fungono da premessa al te- ma principale, che riguarda le strategie di circolarità in una nicchia di ma- teriali e componenti edilizi, quella dei tessili tecnici per l’architettura. La prima assunzione è che il design for disassembly and adaptability (DfD/A) sia oggigiorno applicabile con particolare efficacia sugli edifici terzia- ri – o meglio su tutti quelli non-residenziali – perché proprio su tali edifici oggi si annoverano le innovazioni più radicali che investono l’intera filiera (design- fabrication-delivery) che culmina con la costruzione dell’opera architettonica. La seconda assunzione è che il DfD/A applicato a componenti edili- zi particolarmente leggeri e facili da maneggiare e smontare – come per esempio quelli tessili – rappresenti oggi un campo applicativo di frontiera per sperimentare le strategie del design for re-manufacturing (DfRem) che appare oggi tanto promettente quanto futuribile, da non essere chiaramen- te contemplato con chiarezza dalla norma, che talvolta accenna al reproces- sing delle parti edilizie più longeve (che può riferirsi sia al remanufacturing in senso stretto oppure anche al recycling), senza addentrarsi a definirne né principi né pratiche, come invece viene fatto puntualmente per il DfD/A.
Strategie di circolarità nel tessile per l’architettura
Zanelli A.;Monticelli C.
2024-01-01
Abstract
In questo capitolo si assumono due argomentazioni relative al design for disassembly and adaptability (DfD/A), che fungono da premessa al te- ma principale, che riguarda le strategie di circolarità in una nicchia di ma- teriali e componenti edilizi, quella dei tessili tecnici per l’architettura. La prima assunzione è che il design for disassembly and adaptability (DfD/A) sia oggigiorno applicabile con particolare efficacia sugli edifici terzia- ri – o meglio su tutti quelli non-residenziali – perché proprio su tali edifici oggi si annoverano le innovazioni più radicali che investono l’intera filiera (design- fabrication-delivery) che culmina con la costruzione dell’opera architettonica. La seconda assunzione è che il DfD/A applicato a componenti edili- zi particolarmente leggeri e facili da maneggiare e smontare – come per esempio quelli tessili – rappresenti oggi un campo applicativo di frontiera per sperimentare le strategie del design for re-manufacturing (DfRem) che appare oggi tanto promettente quanto futuribile, da non essere chiaramen- te contemplato con chiarezza dalla norma, che talvolta accenna al reproces- sing delle parti edilizie più longeve (che può riferirsi sia al remanufacturing in senso stretto oppure anche al recycling), senza addentrarsi a definirne né principi né pratiche, come invece viene fatto puntualmente per il DfD/A.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.