Nell’ambito dell’evoluzione delle forme di partecipazione, la collaborazione tra cittadini e pubblica amministrazione in alcune pratiche puntuali di progetto, governo e gestione della città e del territorio ha assunto una nuova valenza. E laddove tale collaborazione riesce ad essere sostanziale, accessibile e riconducibile a una strategia di scala locale (sia essa un piano d’ambito, di zona, di quartiere) che dia prospettiva e significato ampio alle singole esperienze, essa può risultare fondamentale per l’efficacia dell’azione amministrativa. Diverse sono le dimensioni implicate: dal versante dei cittadini, un crescente attivismo che da capacità di segnalare/contestare mancanze e disfunzioni si traduce in forme di aggregazione intorno a progetti e azioni dirette di cui si possano vedere gli esiti a breve termine. Dal versante delle pubbliche amministrazioni una crescente attitudine, non esenti da rischi, a intercettare tali energie, istituzionalizzando forme di azione collettiva con strumenti vari, come bilancio partecipativo, giardini condivisi, adozione del verde, urbanistica tattica. Il paper discute limiti, potenzialità e direzioni di lavoro necessarie a partire da cinque famiglie di esperienze di collaborazione – quattro programmi del Comune di Milano e una campagna di attivismo civico - che chi scrive coinvolta a vario titolo ha potuto seguire da vicino, provando ad esercitare una riflessività che si alimenta del fragile equilibrio tra vicinanza all’oggetto osservato e distanza critica per individuare questioni rilevanti con un valore generalizzabile.
Per un agire collaborativo al servizio del governo della città
A. Bruzzese
2022-01-01
Abstract
Nell’ambito dell’evoluzione delle forme di partecipazione, la collaborazione tra cittadini e pubblica amministrazione in alcune pratiche puntuali di progetto, governo e gestione della città e del territorio ha assunto una nuova valenza. E laddove tale collaborazione riesce ad essere sostanziale, accessibile e riconducibile a una strategia di scala locale (sia essa un piano d’ambito, di zona, di quartiere) che dia prospettiva e significato ampio alle singole esperienze, essa può risultare fondamentale per l’efficacia dell’azione amministrativa. Diverse sono le dimensioni implicate: dal versante dei cittadini, un crescente attivismo che da capacità di segnalare/contestare mancanze e disfunzioni si traduce in forme di aggregazione intorno a progetti e azioni dirette di cui si possano vedere gli esiti a breve termine. Dal versante delle pubbliche amministrazioni una crescente attitudine, non esenti da rischi, a intercettare tali energie, istituzionalizzando forme di azione collettiva con strumenti vari, come bilancio partecipativo, giardini condivisi, adozione del verde, urbanistica tattica. Il paper discute limiti, potenzialità e direzioni di lavoro necessarie a partire da cinque famiglie di esperienze di collaborazione – quattro programmi del Comune di Milano e una campagna di attivismo civico - che chi scrive coinvolta a vario titolo ha potuto seguire da vicino, provando ad esercitare una riflessività che si alimenta del fragile equilibrio tra vicinanza all’oggetto osservato e distanza critica per individuare questioni rilevanti con un valore generalizzabile.File | Dimensione | Formato | |
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