Per molti anni l'industria della moda è stata al centro del dibattito sulla mancanza di sostenibilità dei suoi processi e sul suo impatto negativo sull'ambiente e sulle persone. Le rifl essioni sull'urgenza di ridurre la sua impronta ecologica, di rallentare il suo ritmo e di diminuire i suoi livelli di consumo di risorse si sono intensifi cate (Fletcher, 2010; Th am, 2012). Recentemente, tuttavia, è emersa l'idea che sarebbe utile chiedersi non tanto come la moda possa ridurre il suo impatto, ma come possa trasformarsi in una forza attiva e positiva, anche grazie all'uso delle tecnologie, incoraggiando un nuovo rapporto tra uomo e natura. Questo articolo si propone di rispondere alla domanda posta recentemente da Ezio Manzini (2022): «Gli oggetti di moda potrebbero diventare agenti di cambiamento positivo, per ritessere la rete della vita che, negli ultimi anni, abbiamo così sconsideratamente lacerato?». La questione può essere aff rontata a partire da due approcci apparentemente contrastanti, ma in realtà profondamente correlati, che caratterizzano il design della moda nel XXI secolo: da un lato, è possibile collocare l'uomo al centro dell’industria della moda e riaff ermare il valore dell'approccio human-centered, anche nella manifattura; dall'altro, si può sviluppare un’azione di decentramento dell'uomo alla ricerca di nuove forme di collaborazione con i non-umani, inclusa la natura. È un processo costante di accentramento e decentramento alla ricerca di nuovi ecosistemi in grado di sostenere il futuro (Fry, 2009; Conti, Franzo, 2020). Il contributo esplora queste due prospettive e le loro interrelazioni attraverso una revisione della letteratura e l'analisi di alcuni casi di studio signifi cativi: l’azienda tessile Botto Giuseppe, indagata come esempio di attenzione alle persone coinvolte nel processo manifatturiero e di narrazione della fi liera produttiva, e i living materials, espressione di una visione postumana in cui la natura e gli esseri viventi diventano materia con cui dare forma alla moda.

DECENTRARE L’UMANO ALLA RICERCA DI NUOVI MATERIALI. PER IL FASHION DESIGN

G. M. Conti;
2024-01-01

Abstract

Per molti anni l'industria della moda è stata al centro del dibattito sulla mancanza di sostenibilità dei suoi processi e sul suo impatto negativo sull'ambiente e sulle persone. Le rifl essioni sull'urgenza di ridurre la sua impronta ecologica, di rallentare il suo ritmo e di diminuire i suoi livelli di consumo di risorse si sono intensifi cate (Fletcher, 2010; Th am, 2012). Recentemente, tuttavia, è emersa l'idea che sarebbe utile chiedersi non tanto come la moda possa ridurre il suo impatto, ma come possa trasformarsi in una forza attiva e positiva, anche grazie all'uso delle tecnologie, incoraggiando un nuovo rapporto tra uomo e natura. Questo articolo si propone di rispondere alla domanda posta recentemente da Ezio Manzini (2022): «Gli oggetti di moda potrebbero diventare agenti di cambiamento positivo, per ritessere la rete della vita che, negli ultimi anni, abbiamo così sconsideratamente lacerato?». La questione può essere aff rontata a partire da due approcci apparentemente contrastanti, ma in realtà profondamente correlati, che caratterizzano il design della moda nel XXI secolo: da un lato, è possibile collocare l'uomo al centro dell’industria della moda e riaff ermare il valore dell'approccio human-centered, anche nella manifattura; dall'altro, si può sviluppare un’azione di decentramento dell'uomo alla ricerca di nuove forme di collaborazione con i non-umani, inclusa la natura. È un processo costante di accentramento e decentramento alla ricerca di nuovi ecosistemi in grado di sostenere il futuro (Fry, 2009; Conti, Franzo, 2020). Il contributo esplora queste due prospettive e le loro interrelazioni attraverso una revisione della letteratura e l'analisi di alcuni casi di studio signifi cativi: l’azienda tessile Botto Giuseppe, indagata come esempio di attenzione alle persone coinvolte nel processo manifatturiero e di narrazione della fi liera produttiva, e i living materials, espressione di una visione postumana in cui la natura e gli esseri viventi diventano materia con cui dare forma alla moda.
2024
GUD
Sostenibilità, Moda, Materiali, Corpo, Industria
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Final version.pdf

Accesso riservato

: Publisher’s version
Dimensione 1.24 MB
Formato Adobe PDF
1.24 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1271087
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact