L’autocostruzione emerge oggi come una pratica in grado di prefigurare scenari di sviluppo alternativi a un modello dominante, spesso diventato insostenibile. Seppur ancora praticata nell’ambito di progetti temporanei o in contesti spaziali e normativi indefiniti, l’autocostruzione consente a coloro che la esercitano di sviluppare un’architettura che rifletta le proprie necessità e valori, dando forma alla propria idea di abitare e rispondendo, attraverso l’utilizzo “leggero” di tecnologie e materiali, alla diffusa preoccupazione per la crisi ambientale e l’esaurimento delle risorse naturali. Questo saggio prende in esame le forme di autocostruzione praticate tra gli anni ’60 e ’70 in varie parti del mondo, in un’epoca che, in forme diverse, condivideva una preoccupazione globale per le condizioni sociali e ambientali simile a quella odierna. Oggetto di studio sono manuali di autocostruzione, spesso autoprodotti, che testimoniano un diffuso impegno “dal basso” a sviluppare forme di shelter sostenibili, capaci di incarnare stili di vita lontani dai modelli dominanti: un’eredità preziosa, in grado di informare la ricerca contemporanea verso forme di creazione dell’ambiente costruito più sostenibili, portatrici di nuovi valori sociali, politici e culturali.
“Più di un tetto sopra la testa”. Costruirsi (in) uno shelter
F. Zanotto
2024-01-01
Abstract
L’autocostruzione emerge oggi come una pratica in grado di prefigurare scenari di sviluppo alternativi a un modello dominante, spesso diventato insostenibile. Seppur ancora praticata nell’ambito di progetti temporanei o in contesti spaziali e normativi indefiniti, l’autocostruzione consente a coloro che la esercitano di sviluppare un’architettura che rifletta le proprie necessità e valori, dando forma alla propria idea di abitare e rispondendo, attraverso l’utilizzo “leggero” di tecnologie e materiali, alla diffusa preoccupazione per la crisi ambientale e l’esaurimento delle risorse naturali. Questo saggio prende in esame le forme di autocostruzione praticate tra gli anni ’60 e ’70 in varie parti del mondo, in un’epoca che, in forme diverse, condivideva una preoccupazione globale per le condizioni sociali e ambientali simile a quella odierna. Oggetto di studio sono manuali di autocostruzione, spesso autoprodotti, che testimoniano un diffuso impegno “dal basso” a sviluppare forme di shelter sostenibili, capaci di incarnare stili di vita lontani dai modelli dominanti: un’eredità preziosa, in grado di informare la ricerca contemporanea verso forme di creazione dell’ambiente costruito più sostenibili, portatrici di nuovi valori sociali, politici e culturali.File | Dimensione | Formato | |
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