Nonostante tutte le tensioni, l’Asia resta l’indiscusso attore sia nel segmento container che nel settore dello shipping in generale. Dei primi 20 porti container mondiali, che nel 2022 hanno movimentato 383 milioni di TEU (il 44% della capacità effettiva globale che è stimata pari a 862 milioni di TEU), 8 sono cinesi e altri 6 asiatici. L’instabilità di alcuni Paesi (Yemen, Israele) ha fatto sì che molte navi siano state dirottate verso la rotta marittima che transita dal Capo di Buona Speranza in Sud Africa con un aumento significativo dei tempi – circa due settimane aggiuntive - e delle tariffe (si stima in alcuni casi una crescita del 114%). Tale situazione rischia di avere ricadute rilevanti per quanto riguarda i traffici da e per l’Italia: le prime valutazioni indicano nei porti di Trieste e Genova quelli maggiormente colpiti. Il dato merita sicuramente un’attenzione significativa per l’impatto sui costi in Europa delle merci importate dalla Cina e più in generale dall’Asia. Nel settore navale si persegue il “gigantismo” con tutti i problemi e i rischi che questo comporta. Anche il rischio di significative perdite di beni. La Germania ha recentemente privatizzato la gestione delle linee ferroviarie merci e quindi gli operatori tedeschi ricorrono contro l’aumento delle tariffe di accesso alla rete ferroviaria: undici aziende hanno impugnato la decisione dell’Authority federale per le infrastrutture, che ha approvato il rincaro dei costi del 16,2%. Rete TEN-T, sono 83 gli interventi infrastrutturali del Nord Italia monitorati nel 2023. Sono molte le opere che hanno subito ritardi e rallentamenti. Ma quali i motivi ? A fine agosto 2023 una frana ha interrotto il traffico sia stradale che ferroviario nel traforo del Fréjus convincendo le autorità a rimandare la prevista chiusura del tunnel stradale del Monte Bianco tra settembre e dicembre 2024. In crescita costante con gravi ripercussioni sul sistema infrastrutturale. Il traffico determina un costante aumento dei tempi di viaggio. La costante movimentazione su strada ha costi altissimi per il nostro Paese caratterizzato da una orografia complessa. I ponti soprattutto risentono dei carichi eccessivi. Molti sono i ponti con limitazioni. La rete stradale antica non permette, con raggi di curvatura molto stretti, il transito di veicoli commerciali che comunque, per risparmiare sui costi di pedaggio, si immettono nelle strette strade locali con grande rischio per i carichi e il rischio di incidenti.Per non parlare dei problemi connessi all’uso dei navigatori. Molti i veicoli commerciali che restano incastrati in strade non idonee al transito dei mezzi pesanti.
Trasporti e distribuzione
Villani Paola
2024-01-01
Abstract
Nonostante tutte le tensioni, l’Asia resta l’indiscusso attore sia nel segmento container che nel settore dello shipping in generale. Dei primi 20 porti container mondiali, che nel 2022 hanno movimentato 383 milioni di TEU (il 44% della capacità effettiva globale che è stimata pari a 862 milioni di TEU), 8 sono cinesi e altri 6 asiatici. L’instabilità di alcuni Paesi (Yemen, Israele) ha fatto sì che molte navi siano state dirottate verso la rotta marittima che transita dal Capo di Buona Speranza in Sud Africa con un aumento significativo dei tempi – circa due settimane aggiuntive - e delle tariffe (si stima in alcuni casi una crescita del 114%). Tale situazione rischia di avere ricadute rilevanti per quanto riguarda i traffici da e per l’Italia: le prime valutazioni indicano nei porti di Trieste e Genova quelli maggiormente colpiti. Il dato merita sicuramente un’attenzione significativa per l’impatto sui costi in Europa delle merci importate dalla Cina e più in generale dall’Asia. Nel settore navale si persegue il “gigantismo” con tutti i problemi e i rischi che questo comporta. Anche il rischio di significative perdite di beni. La Germania ha recentemente privatizzato la gestione delle linee ferroviarie merci e quindi gli operatori tedeschi ricorrono contro l’aumento delle tariffe di accesso alla rete ferroviaria: undici aziende hanno impugnato la decisione dell’Authority federale per le infrastrutture, che ha approvato il rincaro dei costi del 16,2%. Rete TEN-T, sono 83 gli interventi infrastrutturali del Nord Italia monitorati nel 2023. Sono molte le opere che hanno subito ritardi e rallentamenti. Ma quali i motivi ? A fine agosto 2023 una frana ha interrotto il traffico sia stradale che ferroviario nel traforo del Fréjus convincendo le autorità a rimandare la prevista chiusura del tunnel stradale del Monte Bianco tra settembre e dicembre 2024. In crescita costante con gravi ripercussioni sul sistema infrastrutturale. Il traffico determina un costante aumento dei tempi di viaggio. La costante movimentazione su strada ha costi altissimi per il nostro Paese caratterizzato da una orografia complessa. I ponti soprattutto risentono dei carichi eccessivi. Molti sono i ponti con limitazioni. La rete stradale antica non permette, con raggi di curvatura molto stretti, il transito di veicoli commerciali che comunque, per risparmiare sui costi di pedaggio, si immettono nelle strette strade locali con grande rischio per i carichi e il rischio di incidenti.Per non parlare dei problemi connessi all’uso dei navigatori. Molti i veicoli commerciali che restano incastrati in strade non idonee al transito dei mezzi pesanti.| File | Dimensione | Formato | |
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