Santa Barbara a Metanopoli: il cuore di una comunità di nuova fondazione voluta da Enrico Mattei

Work of the architect. Mario Baciocchi, the church of Santa Barbara in Metanopoli constitutes one of the greatest expressions of the meeting of Matthean culture with the Office for the New Churches of the Diocese of Milan, to which Cardinal Giovanni Battista Montini, who soon rose to the papal throne, gave renewed vigor with the name of Paul VI. The liturgical building was conceived as the center of the new settlement complex, to be enriched with the presence of countless works of art commissioned by the Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) from the greatest contemporary painters and sculptors. After having reconstructed the salient stages of the construction of the church, the essay lingers on some difficulties of the parishioners and the local clergy in understanding the artistic choices made and, in particular, in accepting the works of Caron and Gentilini. The author also presents the unpublished documentation of the involvement to the architect. Edoardo Gellner in the reorganization of the church through a project that was never carried out and which was in dialogue with the functional vision of the then parish priest Don Paolo Pagliughi.

Opera dell’arch. Mario Baciocchi, la chiesa di Santa Barbara a Metanopoli costituisce una delle massime espressioni dell’incontro della cultura matteiana con l’Ufficio per le Nuove Chiese della Diocesi di Milano, alla quale diede rinnovato vigore il cardinale Giovanni Battista Montini, presto salito al soglio pontificio con il nome di Paolo VI. L’edificio liturgico fu pensato come centro del nuovo complesso insediativo, da arricchire con la presenza di innumerevoli opere d’arte commissionate dall’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) ai più grandi pittori e scultori contemporanei. Dopo aver ricostruito le tappe salenti dell’edificazione della chiesa, il saggio indugia su alcune difficoltà dei parrocchiani e del clero locale a comprendere le scelte artistiche operate e, in particolare, ad accettare le opere di Caron e Gentilini. L’autore, inoltre, presenta l’inedita documentazione del coinvolgimento all’arch. Edoardo Gellner nella risistemazione della chiesa attraverso un progetto che non venne mai realizzato e che si pose in dialogo con la visione funzionale dell’allora parroco don Paolo Pagliughi.