La pratica brevettuale in ambito architettonico, sebbene non comune, contraddistinse in misura sempre maggiore l’opera dei professionisti attivi nella prima metà del XX secolo e nel dopoguerra, soprattutto di coloro interessati all’industrializzazione e all’economia della costruzione. Alla luce delle caratteristiche costitutive dei brevetti, e in riferimento al contesto normativo italiano degli anni ’60 del XX secolo, si intende indagare le modalità d’uso e le implicazioni di tale strumento nei riguardi dell’attività di ricerca e sperimentazione, applicato sempre più frequentemente nel corso del secolo. A scopo esemplificativo si è scelto di approfondire il caso studio dei brevetti commercializzati sotto il nome “Binishells” e depositati dall’arch. Dante Bini tra il 1963 e il 1967 in Italia, al fine di illustrare la doppia chiave di lettura del brevetto come fonte documentaria e di ricerca. L’esistenza, ancora oggi, del sito dove vennero costruiti i prototipi sperimentali, funzionali alla registrazione dei brevetti, ha permesso di operare un diretto confronto incrociato e mettere in luce le complessità legate a tale risorsa, per definizione di difficile lettura. Ne deriva l’impossibilità di generalizzare o individuare caratteristiche del costruito assolutamente rispondenti all’idea brevettata, a favore delle peculiari specificità che contraddistinguono, viceversa, le opere costruite contestualmente e successivamente.
I brevetti d'Invenzione industriale per la conoscenza preliminare e la comprensione dell'architettura. Tra verifica diretta e interpretazione della fonte.
A. Cavallo
2023-01-01
Abstract
La pratica brevettuale in ambito architettonico, sebbene non comune, contraddistinse in misura sempre maggiore l’opera dei professionisti attivi nella prima metà del XX secolo e nel dopoguerra, soprattutto di coloro interessati all’industrializzazione e all’economia della costruzione. Alla luce delle caratteristiche costitutive dei brevetti, e in riferimento al contesto normativo italiano degli anni ’60 del XX secolo, si intende indagare le modalità d’uso e le implicazioni di tale strumento nei riguardi dell’attività di ricerca e sperimentazione, applicato sempre più frequentemente nel corso del secolo. A scopo esemplificativo si è scelto di approfondire il caso studio dei brevetti commercializzati sotto il nome “Binishells” e depositati dall’arch. Dante Bini tra il 1963 e il 1967 in Italia, al fine di illustrare la doppia chiave di lettura del brevetto come fonte documentaria e di ricerca. L’esistenza, ancora oggi, del sito dove vennero costruiti i prototipi sperimentali, funzionali alla registrazione dei brevetti, ha permesso di operare un diretto confronto incrociato e mettere in luce le complessità legate a tale risorsa, per definizione di difficile lettura. Ne deriva l’impossibilità di generalizzare o individuare caratteristiche del costruito assolutamente rispondenti all’idea brevettata, a favore delle peculiari specificità che contraddistinguono, viceversa, le opere costruite contestualmente e successivamente.File | Dimensione | Formato | |
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