L’Apollino di Bologna è stata una sfida personale per Canova, al limite del possibile, potendo plasmare finalmente l’ideale intangibile del mito; la bellezza tanto ricercata da Canova nelle sue opere si indirizza verso la perfezione di quel soggetto, l’Amorino; come spiegato nel saggio di Antonella Mampieri, Canova esegue una serie di sculture fino alla realizzazione dell’ultimo dei quattro soggetti dedicati ad Eros, dove, colpo dopo colpo, la composizione dell’Apollino si compie. Isabella Albrizzi Teotochi così descrive l’opera: «la semplice e leggiadra sua mossa, la schietta aria del volto, il molle suo corpicciuolo, il modo grazioso, con cui sono aggruppati i suoi capelli, tutto ricorda l’Amorino, del quale si è altrove favellato: e bene ognuno si avvede che non molta correr dove va la diversità fra due Deiformi fanciulli, di Venere l’uno, l’altro figliuol di Latona»2.3 Cosa può giustificare intraprendere la replica di un’opera così unica e irripetibile? Come è possibile trasmettere a coloro che la incontreranno i concetti di materialità, fragilità e di immaginazione tattile?
Replicare l’Apollino di Canova. Materia, Fragilità ed Immaginazione Tattile
G. Amoruso;A. Manti
2023-01-01
Abstract
L’Apollino di Bologna è stata una sfida personale per Canova, al limite del possibile, potendo plasmare finalmente l’ideale intangibile del mito; la bellezza tanto ricercata da Canova nelle sue opere si indirizza verso la perfezione di quel soggetto, l’Amorino; come spiegato nel saggio di Antonella Mampieri, Canova esegue una serie di sculture fino alla realizzazione dell’ultimo dei quattro soggetti dedicati ad Eros, dove, colpo dopo colpo, la composizione dell’Apollino si compie. Isabella Albrizzi Teotochi così descrive l’opera: «la semplice e leggiadra sua mossa, la schietta aria del volto, il molle suo corpicciuolo, il modo grazioso, con cui sono aggruppati i suoi capelli, tutto ricorda l’Amorino, del quale si è altrove favellato: e bene ognuno si avvede che non molta correr dove va la diversità fra due Deiformi fanciulli, di Venere l’uno, l’altro figliuol di Latona»2.3 Cosa può giustificare intraprendere la replica di un’opera così unica e irripetibile? Come è possibile trasmettere a coloro che la incontreranno i concetti di materialità, fragilità e di immaginazione tattile?File | Dimensione | Formato | |
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