Le città sono organismi complessi nei quali, specialmente negli ultimi anni, è aumentata l’attenzione alle relazioni sociali, e alle presenze umane e non umane che abitano lo spazio pubblico, in una dimensione di prossimità, in cui flussi, interazioni e relazioni assumono sempre più valore e necessitano di maggiore cura. Lo spazio pubblico è spazio collettivo e condiviso, luogo in cui avviene (o dovrebbe avvenire) l’interazione sociale, la costruzione della comunità e la pratica della democrazia. In questa prospettiva, lo spazio urbano deve essere accogliente e farsi carico della pluralità delle diverse individualità, facilitando la coesione sociale tra i suoi abitanti grazie al suo essere accessibile, inclusivo, sicuro e fluido. Gli spazi pubblici sono stati storicamente progettati per sostenere i ruoli di genere tradizionali, basati sull'esperienza maschile considerata erroneamente neutra. Per questo motivo è importante capire come le persone e i loro corpi vivono e abitano gli spazi pubblici urbani. Storicamente, lo spazio queer e il senso di appartenenza e sicurezza ad esso associati non sono legati esclusivamente alla fisicità dello spazio in sé, molti altri fattori entrano in gioco. Quali sono questi fattori? Come si può definire e progettare uno spazio queer? Non si tratta di progettare PER le persone queer, ma progettare CON le persone queer, in modo queer, adottando un approccio dal basso verso l'alto, coinvolgendo direttamente gli attori locali delle diverse comunità e soggettività queer che abitano lo spazio pubblico. In questo contesto si inserisce il corso Temporary and Inclusive Urban Solutions della Scuola del Design del Politecnico di Milano tenutosi tra maggio e giugno 2023. Il corso si è focalizzato sulla progettazione di soluzioni temporanee per la città inclusiva, in stretto contatto con le realtà locali, esplorando il rapporto tra il concetto stesso di queerness e lo spazio pubblico, con l’obiettivo di definire, attraverso la progettazione partecipata, come la città di Milano possa essere più queer, inclusiva, accessibile, ospitale e attraente. Nove gruppi di studenti e studentesse hanno lavorato in alcuni spazi dei nove Municipi della città di Milano coinvolgendo diversi stakeholder in sessioni di co-design e workshop al fine di progettare insieme ai possibili utenti delle installazioni urbane temporanee. I partner del corso sono stati i 9 Municipi del Comune di Milano e varie associazioni LGBTQ+ operanti sul territorio Milanese, come CIG Arcigay, PoliEdro, Agedo, Famiglie Arcobaleno, GayMinOut, ALA Milano e Pride Sport Milano. Le soluzioni urbane temporanee progettate dagli studenti e dalle studentesse hanno prodotto nove scenari per la città di oggi e del futuro, in cui lo spazio pubblico si trasforma in spazio di incubazione di pratiche sociali, in cui le comunità creative agiscono per creare nuove soluzioni a problemi quotidiani che la società non sempre è in grado di risolvere, indagando le opportunità per migliorare il senso di appartenenza ai quartieri e alla città.

Progettare una Città Queer

L. Galluzzo;V. Facoetti;V. Ferreri
2024-01-01

Abstract

Le città sono organismi complessi nei quali, specialmente negli ultimi anni, è aumentata l’attenzione alle relazioni sociali, e alle presenze umane e non umane che abitano lo spazio pubblico, in una dimensione di prossimità, in cui flussi, interazioni e relazioni assumono sempre più valore e necessitano di maggiore cura. Lo spazio pubblico è spazio collettivo e condiviso, luogo in cui avviene (o dovrebbe avvenire) l’interazione sociale, la costruzione della comunità e la pratica della democrazia. In questa prospettiva, lo spazio urbano deve essere accogliente e farsi carico della pluralità delle diverse individualità, facilitando la coesione sociale tra i suoi abitanti grazie al suo essere accessibile, inclusivo, sicuro e fluido. Gli spazi pubblici sono stati storicamente progettati per sostenere i ruoli di genere tradizionali, basati sull'esperienza maschile considerata erroneamente neutra. Per questo motivo è importante capire come le persone e i loro corpi vivono e abitano gli spazi pubblici urbani. Storicamente, lo spazio queer e il senso di appartenenza e sicurezza ad esso associati non sono legati esclusivamente alla fisicità dello spazio in sé, molti altri fattori entrano in gioco. Quali sono questi fattori? Come si può definire e progettare uno spazio queer? Non si tratta di progettare PER le persone queer, ma progettare CON le persone queer, in modo queer, adottando un approccio dal basso verso l'alto, coinvolgendo direttamente gli attori locali delle diverse comunità e soggettività queer che abitano lo spazio pubblico. In questo contesto si inserisce il corso Temporary and Inclusive Urban Solutions della Scuola del Design del Politecnico di Milano tenutosi tra maggio e giugno 2023. Il corso si è focalizzato sulla progettazione di soluzioni temporanee per la città inclusiva, in stretto contatto con le realtà locali, esplorando il rapporto tra il concetto stesso di queerness e lo spazio pubblico, con l’obiettivo di definire, attraverso la progettazione partecipata, come la città di Milano possa essere più queer, inclusiva, accessibile, ospitale e attraente. Nove gruppi di studenti e studentesse hanno lavorato in alcuni spazi dei nove Municipi della città di Milano coinvolgendo diversi stakeholder in sessioni di co-design e workshop al fine di progettare insieme ai possibili utenti delle installazioni urbane temporanee. I partner del corso sono stati i 9 Municipi del Comune di Milano e varie associazioni LGBTQ+ operanti sul territorio Milanese, come CIG Arcigay, PoliEdro, Agedo, Famiglie Arcobaleno, GayMinOut, ALA Milano e Pride Sport Milano. Le soluzioni urbane temporanee progettate dagli studenti e dalle studentesse hanno prodotto nove scenari per la città di oggi e del futuro, in cui lo spazio pubblico si trasforma in spazio di incubazione di pratiche sociali, in cui le comunità creative agiscono per creare nuove soluzioni a problemi quotidiani che la società non sempre è in grado di risolvere, indagando le opportunità per migliorare il senso di appartenenza ai quartieri e alla città.
2024
città, corpi, inclusione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1259757
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