Le città stanno cambiando in modo tanto rapido quanto profondo. La nostra capacità di comprendere la portata di queste trasformazioni è limitata dall’estrema complessità delle molteplici interazioni degli elementi in gioco. Alcuni evidenti, visibili, molti altri invisibili Invisibile è ciò che non vediamo, perché difficile da percepire, ma anche ciò che è volutamente non visto, occultato, rimosso, perché affrontarlo richiederebbe scelte difficili e radicali. Per avere un’idea più chiara di quello che sta accadendo alle nostre città è necessario guardare congiuntamente a dimensioni dell’urbano che vengono di norma analizzate separatamente, spesso senza considerare le reciproche influenze e l’impatto che tali trasformazioni hanno sullo spazio e sulle nostre vite. Nel “secolo dell’urbano”, l’Annale Feltrinelli LVII si misura con una serie di fenomeni la cui percezione è imbrigliata dalla capacità di vedere: le grandi questioni del clima e della salute; l’effetto dei processi di digitalizzazione; l’esplosione della disponibilità dei dati ma l’opacità degli algoritmi che li utilizzano; le popolazioni degli anziani, soli, intrappolati nelle loro case e dei giovani invisibili alle politiche; la polarizzazione crescente che ridefinisce le forme della stratificazione sociale; l’inerzia dei governi nell’affrontare i problemi sulla scala di una città che si è estesa sul territorio ed ha superato i confini tradizionali; la non trasparenza delle decisioni riguardanti infrastrutture e mobilità; l’ambiguità di un’urbanistica sempre più dipendente dall’iniziativa privata; le periferie sempre in attesa di un progetto.
La città invisibile. Quello che non vediamo sta cambiando le metropoli
Alessandro Balducci
2023-01-01
Abstract
Le città stanno cambiando in modo tanto rapido quanto profondo. La nostra capacità di comprendere la portata di queste trasformazioni è limitata dall’estrema complessità delle molteplici interazioni degli elementi in gioco. Alcuni evidenti, visibili, molti altri invisibili Invisibile è ciò che non vediamo, perché difficile da percepire, ma anche ciò che è volutamente non visto, occultato, rimosso, perché affrontarlo richiederebbe scelte difficili e radicali. Per avere un’idea più chiara di quello che sta accadendo alle nostre città è necessario guardare congiuntamente a dimensioni dell’urbano che vengono di norma analizzate separatamente, spesso senza considerare le reciproche influenze e l’impatto che tali trasformazioni hanno sullo spazio e sulle nostre vite. Nel “secolo dell’urbano”, l’Annale Feltrinelli LVII si misura con una serie di fenomeni la cui percezione è imbrigliata dalla capacità di vedere: le grandi questioni del clima e della salute; l’effetto dei processi di digitalizzazione; l’esplosione della disponibilità dei dati ma l’opacità degli algoritmi che li utilizzano; le popolazioni degli anziani, soli, intrappolati nelle loro case e dei giovani invisibili alle politiche; la polarizzazione crescente che ridefinisce le forme della stratificazione sociale; l’inerzia dei governi nell’affrontare i problemi sulla scala di una città che si è estesa sul territorio ed ha superato i confini tradizionali; la non trasparenza delle decisioni riguardanti infrastrutture e mobilità; l’ambiguità di un’urbanistica sempre più dipendente dall’iniziativa privata; le periferie sempre in attesa di un progetto.File | Dimensione | Formato | |
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