La sede mantovana del Politecnico di Milano è ospitata nel grande plesso che, a partire dal 1786, fu adattato ad Orfanotrofio Femminile cittadino. In quell’occasione furono accorpati, su progetto dell’architetto veronese Paolo Pozzo, il “Pio Luogo” (od ospedale degli orfani) intitolato a Santa Maria della Misericordia ed il convento francescano femminile di Santa Maria Maddalena. Gli enti religiosi, entrambi muniti di chiesa, erano stati istituiti e ricavati rispettivamente nel 1535 e nel 1540 per volontà del duca Federico II e del Cardinale Ercole Gonzaga, adattando edifici più antichi, donati in beneficienza od appositamente acquisiti allo scopo. In uno dei locali prospicienti l’odierna via Scarsellini è emerso, sotto anonime e più recenti scialbature, un’importante decorazione dipinta, riconducibile al primo quarto del XVI secolo. Essa connota una camera o sala nuziale ricavata entro un edificio all’epoca già preesistente e posto a chiusura (con la mediazione di un cortile interno) dell’antico vicolo, di cui oggi resta il solo breve tratto cieco orientale, meglio noto come Vicolo Serpe. Il decoro murale fu probabilmente commissionato da Tebaldo Ippoliti (“Maestro di Stalla” del duca Federico II Gonzaga, morto nel 1535) in occasione del matrimonio con Clara Anguissola e rappresenta uno degli ultimi esempi della maniera mantegnesca, prima dell’arrivo di Giulio Romano a Mantova (1524) e della diffusione dei suoi 'modi'. Il prototipo della partitura pittorica è costituita dalla celebre Camera Picta (1465-74) nel castello di San Giorgio (Mantova), affidata al pennello di Mantegna dal secondo marchese Ludovico Gonzaga. La decorazione nel suo complesso e nei singoli dettagli richiama altri esempi mantegneschi dei quali resta traccia nel patrimonio edilizio della città, come la Chiesa di Santa Maria della Vittoria ed alcuni palazzi nobiliari.
Un tesoro nascosto nella sede mantovana del Politecnico
C. Togliani
2023-01-01
Abstract
La sede mantovana del Politecnico di Milano è ospitata nel grande plesso che, a partire dal 1786, fu adattato ad Orfanotrofio Femminile cittadino. In quell’occasione furono accorpati, su progetto dell’architetto veronese Paolo Pozzo, il “Pio Luogo” (od ospedale degli orfani) intitolato a Santa Maria della Misericordia ed il convento francescano femminile di Santa Maria Maddalena. Gli enti religiosi, entrambi muniti di chiesa, erano stati istituiti e ricavati rispettivamente nel 1535 e nel 1540 per volontà del duca Federico II e del Cardinale Ercole Gonzaga, adattando edifici più antichi, donati in beneficienza od appositamente acquisiti allo scopo. In uno dei locali prospicienti l’odierna via Scarsellini è emerso, sotto anonime e più recenti scialbature, un’importante decorazione dipinta, riconducibile al primo quarto del XVI secolo. Essa connota una camera o sala nuziale ricavata entro un edificio all’epoca già preesistente e posto a chiusura (con la mediazione di un cortile interno) dell’antico vicolo, di cui oggi resta il solo breve tratto cieco orientale, meglio noto come Vicolo Serpe. Il decoro murale fu probabilmente commissionato da Tebaldo Ippoliti (“Maestro di Stalla” del duca Federico II Gonzaga, morto nel 1535) in occasione del matrimonio con Clara Anguissola e rappresenta uno degli ultimi esempi della maniera mantegnesca, prima dell’arrivo di Giulio Romano a Mantova (1524) e della diffusione dei suoi 'modi'. Il prototipo della partitura pittorica è costituita dalla celebre Camera Picta (1465-74) nel castello di San Giorgio (Mantova), affidata al pennello di Mantegna dal secondo marchese Ludovico Gonzaga. La decorazione nel suo complesso e nei singoli dettagli richiama altri esempi mantegneschi dei quali resta traccia nel patrimonio edilizio della città, come la Chiesa di Santa Maria della Vittoria ed alcuni palazzi nobiliari.File | Dimensione | Formato | |
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