Nell’ambito delle iniziative e politiche adottate nel corso degli ultimi decenni in materia di riduzione del rischio naturale – dall’International Decade for Natural Disaster Reduction (1990-1999) passando per l’International Strategy for Disaster Reduction (2000-2005) e l’Hyogo Framework for Action (2005-2015) fino ai più recenti Sendai Framework for Disaster Risk Reduction (2015-2030) e New Urban Agenda – Habitat III - la pianificazione urbanistica è ampiamente riconosciuta come efficace soluzione preventiva a lungo termine e azione di intervento prioritaria per la mitigazione dei fattori causa di disastri naturali all’interno di territori e comunità con riguardo alle perdite di vita umane e dei beni sociali, economici e ambientali. In particolare, a fronte dei crescenti livelli di esposizione ai pericoli che caratterizzano le attuali comunità urbane, studi recenti (De Lotto et al., 2013) hanno proposto la Ridefinizione Funzionale Urbana (RFU) come potenziale strategia pianificatoria di controllo e riduzione dell’esposizione al rischio naturale urbano. Considerando che - a parità di superficie - specifiche categorie funzionali urbane (Residenza, Commercio, Terziario, Servizi, etc.) si caratterizzano per un differente valore di esposizione (e quindi di rischio), si definiscono – in accordo con i differenti principi che caratterizzano la città flessibile (De Lotto, 2011; Morelli, 2014) - alternative di uso di suolo capaci di garantire una riduzione del livello di esposizione del contesto urbano di riferimento mediante Cambi di Destinazione d’Uso (CDU) tra categorie funzionali differentemente esposte a rischio. Al fine di validare l’efficacia di tale misura di mitigazione di rischio, l’autrice ha proposto - nell’ambito del lavoro di ricerca scientifica sviluppato durante la Scuola di Dottorato – una applicazione reale nel territorio della città di Pavia mediante l’elaborazione di scenari di ridefinizione funzionale preventiva. A tale scopo, è stato fondamentale indagare il livello di integrazione della conoscenza delle differenti componenti che determinano il rischio nello specifico ambito territoriale considerato. Sono state quindi utilizzate le Mappe di Fattibilità Geologica per le azioni di piano, carte che sono state introdotte dalla Regione Lombardia e orientate a tradurre le informazioni sui livelli di pericolosità del territorio (dedotte dalla Relazione Geologica) in informazioni utili alla definizione delle scelte di uso del suolo alla scala locale, per ciascuna delle quattro Classi di fattibilità geologica in cui un territorio viene suddiviso. Dal momento che - nella maggior parte dei contesti regionali - la Relazione Geologica rimane l’unico strumento finalizzato all’approfondimento delle caratteristiche di pericolosità del sistema urbano a supporto della pianificazione comunale, le Mappe di fattibilità rappresentano un valido supporto per pianificatori e decisori nell’attuazione di adeguate politiche preventive alla scala urbana. Tuttavia tali mappe presentano la tendenza ad approfondire le sole caratteristiche di pericolosità e vulnerabilità del territorio urbano (tralasciando la componente di esposizione) e a fornire indicazioni di tipo prevalentemente conservativo-vincolistico (i.e. interventi strutturali di messa in sicurezza del sito o di mitigazione della vulnerabilità dell’edificio). Alla luce dei reali benefici della strategia di ridefinizione funzionale urbana in termini di riduzione dell’esposizione e quindi del rischio naturale, l’autrice sottolinea e argomenta la necessità di una migliore declinazione caratterizzazione degli indirizzi attualmente riportati per ciascuna Classe di Fattibilità geologica, in particolare per i contesti territoriali esistenti caratterizzati da un livello medio/alto di pericolosità e densità territoriale, dove la presenza di funzioni urbane molto esposte rappresenta un ulteriore fattore di rischio. In questi casi, è importante che le Mappe di fattibilità geologica integrino le condizioni di compatibilità di intervento esistenti con le nuove indicazioni dedotte dall’attuazione di interventi di cambio di destinazione d’uso preventivo quali potenziali misure di mitigazione di rischio urbano.

Indirizzi e criteri per l’attuazione di strategie pianificatorie di ridefinizione funzionale in materia di prevenzione e mitigazione dei rischi naturali in ambito urbano

V. Gazzola
2020-01-01

Abstract

Nell’ambito delle iniziative e politiche adottate nel corso degli ultimi decenni in materia di riduzione del rischio naturale – dall’International Decade for Natural Disaster Reduction (1990-1999) passando per l’International Strategy for Disaster Reduction (2000-2005) e l’Hyogo Framework for Action (2005-2015) fino ai più recenti Sendai Framework for Disaster Risk Reduction (2015-2030) e New Urban Agenda – Habitat III - la pianificazione urbanistica è ampiamente riconosciuta come efficace soluzione preventiva a lungo termine e azione di intervento prioritaria per la mitigazione dei fattori causa di disastri naturali all’interno di territori e comunità con riguardo alle perdite di vita umane e dei beni sociali, economici e ambientali. In particolare, a fronte dei crescenti livelli di esposizione ai pericoli che caratterizzano le attuali comunità urbane, studi recenti (De Lotto et al., 2013) hanno proposto la Ridefinizione Funzionale Urbana (RFU) come potenziale strategia pianificatoria di controllo e riduzione dell’esposizione al rischio naturale urbano. Considerando che - a parità di superficie - specifiche categorie funzionali urbane (Residenza, Commercio, Terziario, Servizi, etc.) si caratterizzano per un differente valore di esposizione (e quindi di rischio), si definiscono – in accordo con i differenti principi che caratterizzano la città flessibile (De Lotto, 2011; Morelli, 2014) - alternative di uso di suolo capaci di garantire una riduzione del livello di esposizione del contesto urbano di riferimento mediante Cambi di Destinazione d’Uso (CDU) tra categorie funzionali differentemente esposte a rischio. Al fine di validare l’efficacia di tale misura di mitigazione di rischio, l’autrice ha proposto - nell’ambito del lavoro di ricerca scientifica sviluppato durante la Scuola di Dottorato – una applicazione reale nel territorio della città di Pavia mediante l’elaborazione di scenari di ridefinizione funzionale preventiva. A tale scopo, è stato fondamentale indagare il livello di integrazione della conoscenza delle differenti componenti che determinano il rischio nello specifico ambito territoriale considerato. Sono state quindi utilizzate le Mappe di Fattibilità Geologica per le azioni di piano, carte che sono state introdotte dalla Regione Lombardia e orientate a tradurre le informazioni sui livelli di pericolosità del territorio (dedotte dalla Relazione Geologica) in informazioni utili alla definizione delle scelte di uso del suolo alla scala locale, per ciascuna delle quattro Classi di fattibilità geologica in cui un territorio viene suddiviso. Dal momento che - nella maggior parte dei contesti regionali - la Relazione Geologica rimane l’unico strumento finalizzato all’approfondimento delle caratteristiche di pericolosità del sistema urbano a supporto della pianificazione comunale, le Mappe di fattibilità rappresentano un valido supporto per pianificatori e decisori nell’attuazione di adeguate politiche preventive alla scala urbana. Tuttavia tali mappe presentano la tendenza ad approfondire le sole caratteristiche di pericolosità e vulnerabilità del territorio urbano (tralasciando la componente di esposizione) e a fornire indicazioni di tipo prevalentemente conservativo-vincolistico (i.e. interventi strutturali di messa in sicurezza del sito o di mitigazione della vulnerabilità dell’edificio). Alla luce dei reali benefici della strategia di ridefinizione funzionale urbana in termini di riduzione dell’esposizione e quindi del rischio naturale, l’autrice sottolinea e argomenta la necessità di una migliore declinazione caratterizzazione degli indirizzi attualmente riportati per ciascuna Classe di Fattibilità geologica, in particolare per i contesti territoriali esistenti caratterizzati da un livello medio/alto di pericolosità e densità territoriale, dove la presenza di funzioni urbane molto esposte rappresenta un ulteriore fattore di rischio. In questi casi, è importante che le Mappe di fattibilità geologica integrino le condizioni di compatibilità di intervento esistenti con le nuove indicazioni dedotte dall’attuazione di interventi di cambio di destinazione d’uso preventivo quali potenziali misure di mitigazione di rischio urbano.
2020
Geografie del rischio. Nuovi paradigmi per il governo del territorio
9788855220781
Pianificazione urbanistica preventiva, Ridefinizione Funzionale Urbana, Mappe di Fattibilità Geologica per le azioni di piano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1258743
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