Questo lavoro presenta la campagna di misure del campo di radiazioni secondario in prossimità della facility CLEAR del CERN. Il fascio principale è composto da treni di elettroni a 200 MeV, fermati da un bersaglio in piombo e cemento. Le misure sono state effettuate in cinque posizioni per tre valori di carica accelerata per treno di impulsi, utilizzando rivelatori a termoluminescenza (TLD) e luminescenza otticamente stimolata (OSL) per il campo fotonico, e rivelatori a tracce (CR39) per il campo neutronico. La caratterizzazione del campo fotonico ha evidenziato un buon accordo tra TLD e OSL, con differenze tra le letture imputabili alla dose da elettroni dovuta alle perdite di fascio e alla radiazione diffusa. Entrambi gli strumenti, tuttavia hanno evidenziato una sovrastima della dose rispetto all’andamento lineare atteso per alte intensità del fascio primario. I CR39 impiegati per la caratterizzazione del campo neutronico hanno evidenziato una risposta pressoché lineare, con una sovrastima dell’andamento lineare solo in una posizione, e comunque molto meno evidente rispetto al caso dei dosimetri fotonici. Per spiegare l’origine di questo comportamento inatteso si ipotizza la presenza di una corrente di buio di energia inferiore al fascio, tale da generare un segnale fotonico non accompagnato da una significativa produzione di fotoneutroni.
Dosimetria in campo misto presso la facility CLEAR del CERN
Matteo Bolzonella;Marco Caresana;Andrea Cirillo;
2023-01-01
Abstract
Questo lavoro presenta la campagna di misure del campo di radiazioni secondario in prossimità della facility CLEAR del CERN. Il fascio principale è composto da treni di elettroni a 200 MeV, fermati da un bersaglio in piombo e cemento. Le misure sono state effettuate in cinque posizioni per tre valori di carica accelerata per treno di impulsi, utilizzando rivelatori a termoluminescenza (TLD) e luminescenza otticamente stimolata (OSL) per il campo fotonico, e rivelatori a tracce (CR39) per il campo neutronico. La caratterizzazione del campo fotonico ha evidenziato un buon accordo tra TLD e OSL, con differenze tra le letture imputabili alla dose da elettroni dovuta alle perdite di fascio e alla radiazione diffusa. Entrambi gli strumenti, tuttavia hanno evidenziato una sovrastima della dose rispetto all’andamento lineare atteso per alte intensità del fascio primario. I CR39 impiegati per la caratterizzazione del campo neutronico hanno evidenziato una risposta pressoché lineare, con una sovrastima dell’andamento lineare solo in una posizione, e comunque molto meno evidente rispetto al caso dei dosimetri fotonici. Per spiegare l’origine di questo comportamento inatteso si ipotizza la presenza di una corrente di buio di energia inferiore al fascio, tale da generare un segnale fotonico non accompagnato da una significativa produzione di fotoneutroni.File | Dimensione | Formato | |
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