Parlare di identità dei territori, così come delle persone, è sempre un’impresa difficile; è più facile affidarsi alle immagini e in particolare alla confortante capacità espressiva e sintetica di Saul Steinberg che in numerose illustrazioni ha ritratto la differenza tra due persone non solo attraverso i loro profili, ma anche con una rappresentazione simbolica dei loro linguaggi. In alcuni casi, come nella copertina del New Yorker del 12 ottobre 1963, la “forma” del dialogo delle due persone ritrae le mappe dei loro territori di origine. In effetti, la visione dell’aspetto di una persona racconta solo una piccola parte della sua identità, che è certamente molto più complessa e si nutre di tanti fattori, culturali, sociali, estetici, stratificati nel tempo. Per i territori il discorso è analogo e la loro identità non è solo legata alle risorse fisiche del paesaggio, ma al rapporto di scambio con chi lo ha abitato lasciando segni materiali e immateriali di questa relazione. Tuttavia, è ancora un racconto semplicistico dell’identità, che è molto più complessa, declinabile in diverse sfaccettature e mutabile nel tempo, sia per le persone che per i luoghi. Spesso si tratta di una pluralità di identità, che di volta in volta, a seconda delle esigenze e situazioni, mettiamo in scena: e questo vale, ancora, sia per le persone che per i luoghi. Nei processi di valorizzazione di sistemi territoriali è dunque necessario interrogarsi e approfondire le identità dei luoghi, per scoprire elementi di forza da valorizzare, ma anche le debolezze su cui occorre operare, per trasformarle in opportunità. Proveremo quindi a parlare di identità e di valorizzazione con un percorso a ritroso, a partire da alcuni casi studio significativi letti alla luce di alcuni filtri: paesaggio, valori, narrazioni, esperienze.
Identità territoriale e valorizzazione. Paesaggio, valori, narrazioni ed esperienze.
M. Parente
2023-01-01
Abstract
Parlare di identità dei territori, così come delle persone, è sempre un’impresa difficile; è più facile affidarsi alle immagini e in particolare alla confortante capacità espressiva e sintetica di Saul Steinberg che in numerose illustrazioni ha ritratto la differenza tra due persone non solo attraverso i loro profili, ma anche con una rappresentazione simbolica dei loro linguaggi. In alcuni casi, come nella copertina del New Yorker del 12 ottobre 1963, la “forma” del dialogo delle due persone ritrae le mappe dei loro territori di origine. In effetti, la visione dell’aspetto di una persona racconta solo una piccola parte della sua identità, che è certamente molto più complessa e si nutre di tanti fattori, culturali, sociali, estetici, stratificati nel tempo. Per i territori il discorso è analogo e la loro identità non è solo legata alle risorse fisiche del paesaggio, ma al rapporto di scambio con chi lo ha abitato lasciando segni materiali e immateriali di questa relazione. Tuttavia, è ancora un racconto semplicistico dell’identità, che è molto più complessa, declinabile in diverse sfaccettature e mutabile nel tempo, sia per le persone che per i luoghi. Spesso si tratta di una pluralità di identità, che di volta in volta, a seconda delle esigenze e situazioni, mettiamo in scena: e questo vale, ancora, sia per le persone che per i luoghi. Nei processi di valorizzazione di sistemi territoriali è dunque necessario interrogarsi e approfondire le identità dei luoghi, per scoprire elementi di forza da valorizzare, ma anche le debolezze su cui occorre operare, per trasformarle in opportunità. Proveremo quindi a parlare di identità e di valorizzazione con un percorso a ritroso, a partire da alcuni casi studio significativi letti alla luce di alcuni filtri: paesaggio, valori, narrazioni, esperienze.File | Dimensione | Formato | |
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