La crescita del valore e dell’incidenza dei danni sul sistema produttivo italiano sono segno evidente di una diffusa condizione di esposizione e fragilità ambientale ai rischi naturali, esacerbati negli ultimi anni da fenomeni imputabili anche ai cambiamenti climatici. Al di là delle difficoltà che ancora oggi si incontrano nel reperimento e nella raccolta di dati e informazioni riguardanti gli eventi del passato, gli studi sono resi complessi dalla grande varietà di situazioni che caratterizzano le attività economiche esposte a rischi naturali e agli impatti dei cambiamenti climatici. Tale variabilità si ripercuote infatti sui fattori di vulnerabilità a diversi stress e sulle stime degli impatti che risultano molto diversificati sia per quanto attiene ai danni diretti fisici a edifici, macchinari e merci, sia ai danni indiretti di natura sistemica. Questi ultimi dipendono anche dai danni al territorio in cui le aziende sono localizzate e, in considerazione del tipo di minaccia, a scale che non sempre si limitano a quella locale o regionale. L’insieme degli effetti di medio e lungo termine, sia per le imprese che, di conseguenza, per i territori, in relazione alle dinamiche e alle dimensioni potenziali del danno indiretto e sistemico non è stato finora sufficientemente considerato (Pesaro et al. 2018). È pertanto necessario dotarsi di strumenti specifici dedicati ai soggetti economici. Questo sia per l’individuazione e la stima, possibilmente quantitativa, degli elementi di valore esposti ai rischi, sia per progettare opportuni interventi di prevenzione (per ridurre i danni fisici diretti e indiretti prima che l’evento accada) preparazione (minimizzare l’impatto sulle attività produttive e commerciali quando l’evento si sia verificato, mettendo in campo un vero e proprio piano di emergenza interno), recupero e risposta (mediante i programmi di continuità operativa). Tra i fattori di prevenzione, la localizzazione delle attività produttive, siano esse di tipo manifatturiero, commerciale o di servizio, assume una notevole importanza. Il presente contributo è organizzato in quattro parti: nelle prime due si discute rispettivamente il nesso tra aziende e territorio e tra aziende e ambiente, nella terza si affrontano le difficoltà insite nella valutazione dell’esposizione in generale e dell’esposizione delle attività economiche in particolare. Nella quarta si dà conto di un metodo per la valutazione del rischio territoriale delle imprese in alcuni contesti nazionali, per poi trarne alcune conclusioni.

Esposizione delle attività economiche ai rischi territoriali

S. Menoni;G. Pesaro;V. Gazzola;
2023-01-01

Abstract

La crescita del valore e dell’incidenza dei danni sul sistema produttivo italiano sono segno evidente di una diffusa condizione di esposizione e fragilità ambientale ai rischi naturali, esacerbati negli ultimi anni da fenomeni imputabili anche ai cambiamenti climatici. Al di là delle difficoltà che ancora oggi si incontrano nel reperimento e nella raccolta di dati e informazioni riguardanti gli eventi del passato, gli studi sono resi complessi dalla grande varietà di situazioni che caratterizzano le attività economiche esposte a rischi naturali e agli impatti dei cambiamenti climatici. Tale variabilità si ripercuote infatti sui fattori di vulnerabilità a diversi stress e sulle stime degli impatti che risultano molto diversificati sia per quanto attiene ai danni diretti fisici a edifici, macchinari e merci, sia ai danni indiretti di natura sistemica. Questi ultimi dipendono anche dai danni al territorio in cui le aziende sono localizzate e, in considerazione del tipo di minaccia, a scale che non sempre si limitano a quella locale o regionale. L’insieme degli effetti di medio e lungo termine, sia per le imprese che, di conseguenza, per i territori, in relazione alle dinamiche e alle dimensioni potenziali del danno indiretto e sistemico non è stato finora sufficientemente considerato (Pesaro et al. 2018). È pertanto necessario dotarsi di strumenti specifici dedicati ai soggetti economici. Questo sia per l’individuazione e la stima, possibilmente quantitativa, degli elementi di valore esposti ai rischi, sia per progettare opportuni interventi di prevenzione (per ridurre i danni fisici diretti e indiretti prima che l’evento accada) preparazione (minimizzare l’impatto sulle attività produttive e commerciali quando l’evento si sia verificato, mettendo in campo un vero e proprio piano di emergenza interno), recupero e risposta (mediante i programmi di continuità operativa). Tra i fattori di prevenzione, la localizzazione delle attività produttive, siano esse di tipo manifatturiero, commerciale o di servizio, assume una notevole importanza. Il presente contributo è organizzato in quattro parti: nelle prime due si discute rispettivamente il nesso tra aziende e territorio e tra aziende e ambiente, nella terza si affrontano le difficoltà insite nella valutazione dell’esposizione in generale e dell’esposizione delle attività economiche in particolare. Nella quarta si dà conto di un metodo per la valutazione del rischio territoriale delle imprese in alcuni contesti nazionali, per poi trarne alcune conclusioni.
2023
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1257231
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