Il numero di gennaio del 1941 segnò una discontinuità rilevante nella storia della rivista “Domus”, sino ad allora indissolubilmente legata al nome di Gio Ponti, che l’aveva fondata nel 1928 e ne era stato il direttore fino al numero di dicembre del 1940. La direzione, infatti, era stata affidata dall’editore Gianni Mazzocchi a Melchiorre Bega, Giuseppe Pagano e Massimo Bontempelli, un “triunvirato” insolito nel panorama delle riviste d’architettura di quegli anni. Nell’ambito di uno studio collettivo sull’opera e la figura dell’architetto Bega, basato su ricerche nel suo archivio professionale, acquisito dall’Archivio Progetti dell’Università IUAV di Venezia, il saggio ricostruisce, attraverso l’analisi della pubblicazione e della documentazione conservata nel fondo Bega e in altri archivi, i rapporti di Bega con i condirettori, con i collaboratori e con gli autori più assidui di “Domus”; prende in esame e interpreta criticamente, inoltre, i suoi interessi e il suo contributo alla rivista e, più in generale, al dibattito sull’architettura, il design e l’arte negli anni cruciali e difficili della seconda guerra mondiale.
Melchiorre Bega e "Domus"
Baglione, C.
2023-01-01
Abstract
Il numero di gennaio del 1941 segnò una discontinuità rilevante nella storia della rivista “Domus”, sino ad allora indissolubilmente legata al nome di Gio Ponti, che l’aveva fondata nel 1928 e ne era stato il direttore fino al numero di dicembre del 1940. La direzione, infatti, era stata affidata dall’editore Gianni Mazzocchi a Melchiorre Bega, Giuseppe Pagano e Massimo Bontempelli, un “triunvirato” insolito nel panorama delle riviste d’architettura di quegli anni. Nell’ambito di uno studio collettivo sull’opera e la figura dell’architetto Bega, basato su ricerche nel suo archivio professionale, acquisito dall’Archivio Progetti dell’Università IUAV di Venezia, il saggio ricostruisce, attraverso l’analisi della pubblicazione e della documentazione conservata nel fondo Bega e in altri archivi, i rapporti di Bega con i condirettori, con i collaboratori e con gli autori più assidui di “Domus”; prende in esame e interpreta criticamente, inoltre, i suoi interessi e il suo contributo alla rivista e, più in generale, al dibattito sull’architettura, il design e l’arte negli anni cruciali e difficili della seconda guerra mondiale.File | Dimensione | Formato | |
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