New energies for the regeneration of the built environment / Nuove energie per la rigenerazione dell’ambiente costruito

Affrontare il tema della transizione energetica può sembrare quasi un atto dovuto di fronte alla ben nota condizione di crisi dell’attuale contesto socioeconomico. In realtà, come diceva Flaiano più di cinquant’anni fa, «siamo in un’epoca di transizione, come sempre» (Flaiano, 1970): è infatti ormai da lungo tempo che la crisi energetica, così come quelle climatica, ambientale ed ecologica, prospettano l’esigenza di una decisa transizione verso un diverso modello di produzione e consumo, fondato su un più equilibrato rapporto tra uomo e natura. Peraltro, la forza tellurica dell’uomo come agente di modificazione degli ecosistemi e della superficie terrestre era già stata riconosciuta da Antonio Stoppani nel 1873, con la definizione di “era antropozoica”, il concetto poi ripreso da Revkin nell’idea di Antropocene (Revkin, 1992). E che il cerchio delle relazioni tra natura, uomo e tecnologia fosse da chiudere già lo segnalava Barry Commoner nel 1971, prima ancora che la crisi petrolifera del 1973 imponesse alla maggior parte delle economie dell’Europa occidentale e degli Stati Uniti di cominciare a parlare di ecologia e risparmio energetico.