Negli ultimi venticinque anni in Italia si è assistito ad un crescente interesse per la valorizzazione di beni immobili pubblici e le possibili modalità di gestione e riutilizzo, soprattutto in ragione del fatto che molti di essi si trovano in condizioni di abbandono e degrado. Questa particolare attenzione è da correlarsi in particolare alla volontà, da parte dello Stato e degli enti territoriali, di trovare una soluzione che fosse in grado di favorire il riuso e la “messa a mercato” di questi beni e che, allo stesso tempo, fosse capace di incoraggiare e facilitare lo sviluppo locale e territoriale. In questa direzione, a partire dagli anni ’90, diverse normative sono state emanate per risolvere i problemi che presenta questo patrimonio immobiliare in quanto, oltre ad influire in maniera negativa sulla qualità urbana per le sue gravi condizioni, la sua situazione incide anche sull’aspetto economico degli enti locali, costretti a sostenere costi di manutenzione e di gestione. Ciò che questo contributo vuole presentare sono le questioni normative che, negli ultimi venticinque anni, sembrano essere ancora irrisolte e che hanno portato ad avere un quadro istituzionale di riferimento incerto e, per molti aspetti, ambiguo. I fattori che hanno contribuito a rendere la questione complessa e dibattuta sono principalmente due: da una parte, la sovrapproduzione normativa e la mancanza di una visione univoca legata alla valorizzazione; dall’altra, la discordanza fra teorie, norme e pratica.

Valorizzazione immobiliare e complessità normativa: una questione irrisolta

Beatrice Maria Bellè
2017-01-01

Abstract

Negli ultimi venticinque anni in Italia si è assistito ad un crescente interesse per la valorizzazione di beni immobili pubblici e le possibili modalità di gestione e riutilizzo, soprattutto in ragione del fatto che molti di essi si trovano in condizioni di abbandono e degrado. Questa particolare attenzione è da correlarsi in particolare alla volontà, da parte dello Stato e degli enti territoriali, di trovare una soluzione che fosse in grado di favorire il riuso e la “messa a mercato” di questi beni e che, allo stesso tempo, fosse capace di incoraggiare e facilitare lo sviluppo locale e territoriale. In questa direzione, a partire dagli anni ’90, diverse normative sono state emanate per risolvere i problemi che presenta questo patrimonio immobiliare in quanto, oltre ad influire in maniera negativa sulla qualità urbana per le sue gravi condizioni, la sua situazione incide anche sull’aspetto economico degli enti locali, costretti a sostenere costi di manutenzione e di gestione. Ciò che questo contributo vuole presentare sono le questioni normative che, negli ultimi venticinque anni, sembrano essere ancora irrisolte e che hanno portato ad avere un quadro istituzionale di riferimento incerto e, per molti aspetti, ambiguo. I fattori che hanno contribuito a rendere la questione complessa e dibattuta sono principalmente due: da una parte, la sovrapproduzione normativa e la mancanza di una visione univoca legata alla valorizzazione; dall’altra, la discordanza fra teorie, norme e pratica.
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1256224
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