Quale può essere il contributo operativo di piani, programmi e progetti di rigenerazione alla costruzione di una robusta rete ecologica-ambientale della città contemporanea (Bevilacqua, Ricci, Rossi, 2020)? La loro realizzazione può rappresentare al contempo contrasto al climate change e promozione di nuove economie urbane sostenibili (Galuzzi, Solero, Vitillo, 2020)? E’ possibile la creazione di un sistema interconnesso e multifunzionale di habitat, telai resilienti e strutturanti una strategia adattativa e multi-scalare di rigenerazione (Galuzzi, Vitillo 2020), potenziale produttrice di servizi eco-sistemici (Arcidiacono, Ronchi, Salata 2016), la cui costruzione sia affidata a scelte di tutela e valorizzazione ma anche di trasformazione (Oliva, Ricci 2017)? L’articolo approfondisce queste questioni, articolandole in due parti. La prima riflette sui processi di rigenerazione urbana della città contemporanea e sul loro possibile contributo alla costruzione delle reti ecologiche (Galuzzi, Pareglio, Vitillo 2018). Partendo dai primi dispositivi regolativi con sensibilità ecologica–ambientale che riprendono e contestualizzano buone pratiche europee (Galuzzi, Vitillo 1993), passando da alcuni piani che hanno introdotto la dimensione ambientale come tema strutturante (PRG 1999 di Reggio Emilia; PRG 2008 di Roma) e definito un telaio–programma che individua alcune linee di resistenza del progetto, la figura spaziale dominante (Galuzzi 2010). La seconda affronta un caso esemplare, un progetto in corso di realizzazione, rappresentato dalla realizzazione di un grande Parco Urbano (45 ha), prodotto dalla rigenerazione delle ex aree Falck di Sesto San Giovanni: un tassello locale della rete ecologica regionale e provinciale, spazio di transizione che declina differenti paesaggi in sequenza, dall’urbano al naturale: dalla piazza della Stazione, attraverso la traccia sinuosa di un Green Boulevard pedonale che innerva i nuovi insediamenti, fino ad arrivare al Parco del Lambro; attivando assieme una strategia di landscape heritage degli opifici industriali (fantastiche macchine del tempo).

La rete ecologica-ambientale, telaio-programma resiliente per la rigenerazione trasformativa della città contemporanea. Il caso del Parco Urbano delle aree ex Falck di Sesto San Giovanni

P. Galuzzi;P. Vitillo
2023-01-01

Abstract

Quale può essere il contributo operativo di piani, programmi e progetti di rigenerazione alla costruzione di una robusta rete ecologica-ambientale della città contemporanea (Bevilacqua, Ricci, Rossi, 2020)? La loro realizzazione può rappresentare al contempo contrasto al climate change e promozione di nuove economie urbane sostenibili (Galuzzi, Solero, Vitillo, 2020)? E’ possibile la creazione di un sistema interconnesso e multifunzionale di habitat, telai resilienti e strutturanti una strategia adattativa e multi-scalare di rigenerazione (Galuzzi, Vitillo 2020), potenziale produttrice di servizi eco-sistemici (Arcidiacono, Ronchi, Salata 2016), la cui costruzione sia affidata a scelte di tutela e valorizzazione ma anche di trasformazione (Oliva, Ricci 2017)? L’articolo approfondisce queste questioni, articolandole in due parti. La prima riflette sui processi di rigenerazione urbana della città contemporanea e sul loro possibile contributo alla costruzione delle reti ecologiche (Galuzzi, Pareglio, Vitillo 2018). Partendo dai primi dispositivi regolativi con sensibilità ecologica–ambientale che riprendono e contestualizzano buone pratiche europee (Galuzzi, Vitillo 1993), passando da alcuni piani che hanno introdotto la dimensione ambientale come tema strutturante (PRG 1999 di Reggio Emilia; PRG 2008 di Roma) e definito un telaio–programma che individua alcune linee di resistenza del progetto, la figura spaziale dominante (Galuzzi 2010). La seconda affronta un caso esemplare, un progetto in corso di realizzazione, rappresentato dalla realizzazione di un grande Parco Urbano (45 ha), prodotto dalla rigenerazione delle ex aree Falck di Sesto San Giovanni: un tassello locale della rete ecologica regionale e provinciale, spazio di transizione che declina differenti paesaggi in sequenza, dall’urbano al naturale: dalla piazza della Stazione, attraverso la traccia sinuosa di un Green Boulevard pedonale che innerva i nuovi insediamenti, fino ad arrivare al Parco del Lambro; attivando assieme una strategia di landscape heritage degli opifici industriali (fantastiche macchine del tempo).
2023
rigenerazione trasformativa, rete ecologica-ambientale, città contemporanea
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