The essay addresses the role of reference in project didactics, starting from certain methodological assumptions: the "variation" of the use of an "atlas of architecture" in the different years of the course (from the centrality of "architectural composition" to a more conscious relationship with the context and the transformation of the physical environment), and thus the construction of "families" of references (by typological, figurative, settlement themes); the need to make students take an autonomous critical path to arrive at innovative spatial configurations. A didactics, therefore, not set on "models" but on experimental exploration, in the conviction that certain expressive emphasis, certain desired "eclecticism" are part of those risks that didactics must take in order to bring the project back to the creation of new forms and new places of associated life. Today a student's educational journey is "intricate" because of the plurality of teaching methods and the multiplicity of "visual" tools available. New media seem to have caused an enormous extension of what is memorable, and at the same time a fragmentation and progressive vagueness of what can be defined as "memorable." How to choose? Contributing to this is a "crisis" of memory, particularly of a historical memory capable of interpreting the past, understanding the present and formulating plans for the future. For reference is not mere tool but is "meaning," which it should be possible to place within manifest and comparable sets. The essay reflects on these issues through specific teaching experiences, in the interference with other compositional "cultures."

Il saggio affronta il ruolo del riferimento nella didattica del progetto a partire da alcuni presupposti metodologici: la “variazione” dell’impiego di un “atlante di architetture” nei diversi anni di corso (dalla centralità della “composizione architettonica” a un più consapevole rapporto con il contesto e la trasformazione dell’ambiente fisico), e quindi la costruzione di “famiglie” di riferimenti (per temi tipologici, figurativi, insediativi); la necessità di far compiere agli allievi un percorso critico autonomo per pervenire a configurazioni spaziali innovative. Una didattica, quindi, non impostata su “modelli” ma sull’esplorazione sperimentale, nella convinzione che certa enfasi espressiva, certo voluto “eclettismo” fanno parte di quei rischi che la didattica deve assumersi per riportare il progetto alla creazione di nuove forme e nuovi luoghi di vita associata. Oggi il percorso formativo di uno studente è “intricato” causa la pluralità dei metodi didattici e la molteplicità degli strumenti “visivi” a disposizione. I nuovi media sembrano aver provocato una enorme estensione di ciò che è memorizzabile, e nel contempo una frammentazione e una progressiva vaghezza di ciò che può venire definito “memorabile”. Come scegliere? A ciò concorre una “crisi” della memoria, in particolare di una memoria storica in grado di interpretare il passato, comprendere il presente e formulare progetti per il futuro. Perché il riferimento non è mero strumento ma è “significato”, che dovrebbe essere possibile collocare entro insiemi manifesti e confrontabili. Il saggio riflette su questi temi attraverso specifiche esperienze didattiche, nell’interferenza con altre “culture” compositive.

Eclettismo figurativo versus modello/Figurative Eclecticism Versus Model

F. Bonfante
2023-01-01

Abstract

The essay addresses the role of reference in project didactics, starting from certain methodological assumptions: the "variation" of the use of an "atlas of architecture" in the different years of the course (from the centrality of "architectural composition" to a more conscious relationship with the context and the transformation of the physical environment), and thus the construction of "families" of references (by typological, figurative, settlement themes); the need to make students take an autonomous critical path to arrive at innovative spatial configurations. A didactics, therefore, not set on "models" but on experimental exploration, in the conviction that certain expressive emphasis, certain desired "eclecticism" are part of those risks that didactics must take in order to bring the project back to the creation of new forms and new places of associated life. Today a student's educational journey is "intricate" because of the plurality of teaching methods and the multiplicity of "visual" tools available. New media seem to have caused an enormous extension of what is memorable, and at the same time a fragmentation and progressive vagueness of what can be defined as "memorable." How to choose? Contributing to this is a "crisis" of memory, particularly of a historical memory capable of interpreting the past, understanding the present and formulating plans for the future. For reference is not mere tool but is "meaning," which it should be possible to place within manifest and comparable sets. The essay reflects on these issues through specific teaching experiences, in the interference with other compositional "cultures."
2023
Stoà. Strumenti per l'insegnamento della progettazione architettonica. [Riferimenti]
978-88-32072-25-9
Il saggio affronta il ruolo del riferimento nella didattica del progetto a partire da alcuni presupposti metodologici: la “variazione” dell’impiego di un “atlante di architetture” nei diversi anni di corso (dalla centralità della “composizione architettonica” a un più consapevole rapporto con il contesto e la trasformazione dell’ambiente fisico), e quindi la costruzione di “famiglie” di riferimenti (per temi tipologici, figurativi, insediativi); la necessità di far compiere agli allievi un percorso critico autonomo per pervenire a configurazioni spaziali innovative. Una didattica, quindi, non impostata su “modelli” ma sull’esplorazione sperimentale, nella convinzione che certa enfasi espressiva, certo voluto “eclettismo” fanno parte di quei rischi che la didattica deve assumersi per riportare il progetto alla creazione di nuove forme e nuovi luoghi di vita associata. Oggi il percorso formativo di uno studente è “intricato” causa la pluralità dei metodi didattici e la molteplicità degli strumenti “visivi” a disposizione. I nuovi media sembrano aver provocato una enorme estensione di ciò che è memorizzabile, e nel contempo una frammentazione e una progressiva vaghezza di ciò che può venire definito “memorabile”. Come scegliere? A ciò concorre una “crisi” della memoria, in particolare di una memoria storica in grado di interpretare il passato, comprendere il presente e formulare progetti per il futuro. Perché il riferimento non è mero strumento ma è “significato”, che dovrebbe essere possibile collocare entro insiemi manifesti e confrontabili. Il saggio riflette su questi temi attraverso specifiche esperienze didattiche, nell’interferenza con altre “culture” compositive.
references, design, experimentation
riferimenti, progetto, sperimentazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/1248997
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